Soumahoro non scherzava, ecco la proposta sulla festività nazionale del Ramadan

Il deputato chiede l’intervento del legislatore per il riconoscimento della festa della rottura del digiuno islamico agli effetti civili. 

Roma – Detto fatto. La “sparata” di Aboubakar Soumahoro, “La fine del Ramadan sia festività nazionale italiana”, si è trasformata in grottesca realtà. Aveva annunciato urbi et orbi, mentre nel mondo politico volavano coltelli e insulti reciproci sulle scuole chiuse e le donne nel recinto, di aver appena depositato una originale proposta di legge, per “aggiornare il nostro Paese con la realtà attuale”. Ebbene è successo. Il deputato, eletto con Avs e ora nel gruppo Misto di Montecitorio, chiede l’intervento del legislatore per il “riconoscimento della festa della rottura del digiuno del Ramadan agli effetti civili”. 

Il noto politico e showman che ha debuttato a Montecitorio con gli stivali agricoli sporchi di terra per manifestare in maniera eroica con i braccianti – mentre moglie e suocera erano invischiate con le vicende sulle cooperative che le hanno portate dritte di fronte al giudice – ora punta a un altro modo per tornare al centro dell’attenzione, visto il calo di consensi dopo la bufera che lo ha travolto. Interviene così a “stivale teso” su un tema più volte al centro delle cronache di questi giorni. A partire dalla vicenda della scuola di Pioltello, l’istituto comprensivo statale ‘Iqbal Masih’ del Milanese, che ha deciso di chiudere il 10 aprile, giorno di fine del Ramadan.

Ecco che arriva la tanto agognata proposta di legge per i fratelli musulmani che, a questo punto, per come è andata con gli amici braccianti dovrebbero iniziare a tremare. Una proposta, “Norme per l’istituzione della festività di rottura del digiuno di Ramadan”, tuttora in fase di elaborazione, che a quanto si apprende prevederebbe un unico articolo che recita “il giorno successivo alla ricorrenza religiosa della festa della rottura del digiuno di Ramadan, celebrata secondo il calendario islamico, è riconosciuta festività agli effetti civili”.

Quella sulla fine del Ramadan è comunque la seconda proposta di legge che vede come primo firmatario Soumahoro. Lo scorso giugno si era occupato del tema dei migranti, proponendo nuove norme in materia di espulsione, respingimento e rimpatrio, e del visto di ingresso per motivi umanitari e attività lavorative degli stranieri. Meglio glissare su qualunque commento, anche se le scommesse che la sparata del deputato con gli stivali sarà investita da qualche polemica e da molte risate sono aperte. A dire la sua ci pensa intanto il capogruppo di Civici d’Italia, Noi Moderati-Maie, Michaela Biancofiore.

Una proposta “irricevibile, illogica e inaccettabile”, tuona Biancofiore, che spiega: “la richiesta di inserirla
nel calendario italiano è da respingere perché, sull’esempio dell’indegno trattamento riservato alle donne dove si celebrava questa ricorrenza islamica (chiuse nel recinto), ricordo che la Costituzione prescrive che tutte le confessioni sono libere davanti alla legge”. Ma questo, insiste, “non deve mai presupporre l’inizio dell’islamizzazione della nostra società. Bene l’iniziativa del ministro Valditara che ha annunciato un provvedimento ad hoc per evitare di chiudere una scuola, come accaduto a Pioltello, in occasione di una festività che non riguarda le nostre tradizioni, la nostra cultura e la nostra identità”.

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