Nei prossimi anni la riprova che l’inquinamento ha inciso inesorabilmente contro le variazioni climatiche e il depauperamento dell’ambiente
I cambiamenti climatici sono destinati a provocare conseguenze rilevanti non solo per il valore dei terreni agricoli e la loro produttività, ma soprattutto per le ripercussioni che avranno sul nostro modo di vivere.
Numerosi sono stati negli ultimi anni gli studi agronomici e le ricerche che hanno analizzato l’impatto dei cambiamenti climatici sull’agricoltura europea.
Tra le varie iniziative, il Politecnico di Milano ha inaugurato, dal 2017, il Climate-Lab, laboratorio interdipartimentale per il monitoraggio delle dinamiche climatiche ed ambientali.
Nel 2018 il premio Nobel per l’economia è stato conferito a William Nordhaus per i suoi studi sul rapporto tra crescita economica e cambiamenti climatici, testimoniando come le tematiche ambientali siano diventate variabili fondamentali anche per gli economisti.
Ma non solo. I modelli di Nordhaus hanno permesso l’analisi dettagliata dell’interazione tra attività economica e le emissioni di anidride carbonica, portando a formulare le previsioni che vengono poi usate nei summit mondiali dedicati all’ambiente.
L’entità del fenomeno alluvionale, una delle conseguenze più importanti attribuibile ai cambiamenti climatici è stata monitorata da una ricerca internazionale coordinata dal prof. Günter Blöschl, esperto di piene fluviali della Vienna University of Technology (Austria):
«Fino ad oggi i dati osservati non erano sufficienti per accertare l’effetto su larga scala del cambiamento climatico sull’entità degli eventi alluvionali – ha detto – ma grazie a questo nuovo studio possiamo ora affermare con fiducia che l’impatto dei cambiamenti climatici è chiaramente visibile».
I dati hanno dimostrato che il clima che cambia non ha lo stesso effetto ovunque.
Lo studio mostra infatti che gli eventi di piena stanno diventando sempre più intensi nell’Europa nord-occidentale, mentre l’entità delle alluvioni fluviali è generalmente diminuita nell’Europa meridionale e nell’Europa orientale.
In Italia, in particolare, si nota una riduzione delle alluvioni dei corsi d’acqua di dimensione medio-grande, ma restano da valutare nel dettaglio fiumi e torrenti di dimensioni ridotte.
Ma il clima che cambia è certamente un fattore decisivo: i fiumi che inondano le pianure alluvionali causano deterioramenti enormi in tutto il mondo: il danno alluvionale annuale a livello globale è stimato in oltre 100 miliardi di dollari ed è in continuo aumento.
Proprio questo nuovo studio internazionale offre una serie di indicazioni per chiarire la complessa interazione tra clima ed eventi alluvionali. L’analisi dei dati osservati ha infatti evidenziato tendenze differenti nelle diverse regioni d’Europa.
Solo per alcuni paesi nordici si potranno verificare cambiamenti positivi a causa dell’allungamento della stagione di crescita e di un miglioramento della produzione agricola dovuta a più miti condizioni climatiche. Per la maggior parte dei territori, però, le conseguenze saranno nettamente negative, con perdite economiche e problematiche ambientali quali, tra tutte, la sempre maggiore scarsità d’acqua.
Si ritiene infatti che l’aumento della temperatura riduca le rese e la qualità di molte colture, soprattutto cereali e cereali da foraggio. Gli effetti del cambiamento climatico sull’agricoltura sono riconducibili a tre macro-aree:
1) La produzione agricola che verrà modificata dal cambiamento dell’assetto climatico a causa del comportamento delle principali variabili che incidono sulle produzioni, come le temperature in netto aumento;
il calo di produzione agricola mondiale si attesterà nel 2080 tra i 190 miliardi di dollari e i 40 miliardi di dollari all’anno.
2) La sicurezza della catena alimentare che cambierà per l’aumentata criticità della gestione della risorsa acqua e l’accelerazione della diffusione di malattie e contaminazioni nei prodotti agricoli e alimentari.
La mancanza d’acqua avrà un grave impatto sulla produzione agricola e sul paesaggio europeo. Molte aree, specialmente nei paesi nel sud dell’UE, hanno praticato l’irrigazione per centinaia di anni come parte della propria tradizione agricola.
3) La sicurezza sociale. Le principali situazioni di conflitto e criticità sociali legate al cambiamento climatico appaiono riconducibili alla disponibilità e all’utilizzo delle risorse naturali; ai danni economici e ai rischi per le città costiere e le loro infrastrutture; all’ aumento delle dispute territoriali; ai fenomeni migratori legati al peggioramento delle condizioni di vita; alle situazioni di instabilità e alle tensioni legate all’accesso e al controllo delle risorse energetiche.
In particolare, secondo il Consiglio europeo, gli effetti del cambiamento climatico sulla disponibilità e sulla ripartizione delle risorse naturali condurranno molto probabilmente a un aumento delle turbolenze e dei fenomeni migratori.