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Sorpresa in Friuli: dal greto del fiume spunta un monumento funerario romano

L’ara, di epoca alto-imperiale, presenta un’iscrizione riferibile alla gens Apinia e decorazioni con i simboli del sonno eterno.

Udine – Giaceva quasi completamente sommersa dalle ghiaie nel letto del fiume Torre, ma non è sfuggita all’occhio attento del signor Ervino Silvestri, che ha prontamente allertato le autorità di competenza. Così un’ara funeraria romana in calcare, del peso di ben 6,26 tonnellate, è stata recuperata nel Comune di San Vito al Torre (Udine). E si tratta di un monumento raro e di grande importanza per le condizioni di conservazione, eccezionali se si considera il contesto.

Sulla parte frontale dell’ara, all’interno di una cornice modanata, si legge ancora bene un’iscrizione riferibile alla gens Apinia, mentre i due lati – uno dei quali integro – sono impreziositi da una decorazione con Eroti alati che reggono rispettivamente una fiaccola rovesciata e un fiore di papavero, simboli del sonno eterno. Solo il lato posteriore risulta parzialmente rovinato e sfaldato, probabilmente perché rimasto nell’acqua per un lungo periodo, ma era soltanto sbozzato. Tipologia dell’iscrizione e decorazioni farebbero assegnare il reperto, stando alla prima valutazione degli esperti, all’epoca alto-imperiale.

Il monumento funerario in fase di recupero

Le operazioni di recupero del manufatto, durate unintera giornata e condotte sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Serena Di Tonto (Soprintendenza ABAP FVG), non sono state affatto semplici. Dopo i primi scavi, realizzati per liberarlo dalle ghiaie, si è proceduto a determinare le esatte dimensioni del monumento e il suo stato di conservazione e chiarire se fossero presenti altri reperti o stratigrafie archeologiche ancora conservate. Poi i tecnici hanno agito nella zona antistante per creare un’area sufficiente a raddrizzarlo e a posizionare le imbragature di tela. Infine lo si è avvolto nel “tessuto non tessuto” per prepararlo allo spostamento, effettuato in collaborazione con la ditta “Natison Scavi” di San Giovanni al Natisone, la quale ha messo a disposizione un mezzo pesante per consentire il sollevamento e il successivo trasporto del voluminoso reperto.

Il recupero del monumento è stato reso possibile anche grazie al supporto della Protezione civile

Il tutto si è svolto con il supporto logistico della Protezione Civile regionale alla presenza dei Carabinieri del Nucleo TPC, di esponenti delle Forze dell’Ordine locali e del Commissario straordinario del Comune di San Vito al Torre.

Il volto maschile in calcare anch’essi rinvenuto anch’esso nell’area.

L’ara funeraria,  quasi integra a eccezione dell’angolo in alto a destra, rotto presumibilmente in antico, è ora in fase di studio scientifico. Dovrà essere pulita e restaurata, nell’ottica di una possibile esposizione futura. Probabilmente insieme a un’urna funeraria in pietra senza coperchio, due basi in calcare, alcuni mattoni e pezzi di tegole e un volto maschile in calcare anch’essi rinvenuti nell’area.

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