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Smascherato complesso meccanismo di frode fiscale nell’edilizia

L’inganno dietro le apparenze: un’indagine che svela la rete di evasione fiscale e l’uso di trust per nascondere le ricchezze accumulate illegalmente.

Oristano – Le Fiamme Gialle del Nucleo di polizia Economico Finanziaria hanno individuato un complesso meccanismo di frode operato da un imprenditore nel settore dell’edilizia residenziale, sistematicamente dedito all’evasione fiscale mediante costituzione, nel tempo, di svariate società predestinate al fallimento.

Le indagini, dirette dalla procura della Repubblica presso il tribunale, scaturiscono da una precedente attività di polizia economico-finanziaria eseguita nei confronti di una impresa di costruzioni con sede in Cabras (OR), risultata non in regola con il pagamento delle imposte nonostante il conseguimento di significativi ricavi connessi alla vendita di appartamenti tra i quali, in special modo, villette unifamiliari.

Dall’approfondimento di tale posizione è emerso che a causa dei rilevanti debiti derivanti dal sistematico mancato pagamento delle imposte dirette ed indirette nonché dei contributi previdenziali ed assistenziali, l’attività d’impresa edile, dapprima avviata mediante la costituzione di una ditta individuale, risulterebbe proseguita nel tempo grazie all’interposizione fittizia di alcune società di comodo, formalmente intestate a prestanome ma sostanzialmente gestite dallo stesso soggetto, anch’esse in evasione di imposta.

Inoltre, al fine di preservare le ricchezze così illecitamente accumulate rispetto ad eventuali accertamenti, il citato imprenditore avrebbe costituito un trust istituto giuridico di derivazione anglosassone traducibile quale “fondo fiduciario” verso il quale conferire la totalità dei beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie con finalità di occultamento degli stessi e schermatura rispetto ad una futura eventuale pretesa creditoria dell’Erario.

Tale strumento elusivo è stato così portato alla luce, permettendo non solo la puntuale ricostruzione delle somme sottratte a tassazione, ma anche la quantificazione dei beni ivi confluiti quale atto fraudolento idoneo a rendere in tutto od in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva.

Le attività espletate hanno così condotto alla denuncia del responsabile per reati tributari (sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte ex art. 11 D.L.vo 74/2000) e fallimentari (bancarotta fraudolenta ex art. 216 Legge fallimentare, in concorso con altri responsabili), nonché alla proposta, accolta dalla procura, e alla successiva emissione da parte del giudice delle indagini preliminari del tribunale di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente dei beni immobili e delle giacenze finanziarie in capo allo stesso fino alla concorrenza del valore di oltre 1 milione di euro.

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