Continuano gli attentati nel capoluogo aretuseo. Tutte le forze dell'ordine sono impegnate per identificare l'autore o il gruppo di bombaroli impegnato nel provocare paura e insicurezza.
Un ordigno lasciato su un marciapiede in zona residenziale. È accaduto nella mattinata del 2 giugno a Siracusa, una città che non sembra più avere pace. A notare la bomba carta, tra un mucchio di rifiuti in via Gorizia, nel quartiere della “Borgata”, è stato un passante che ha allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato e gli artificieri di Catania che hanno circoscritto l’area e recuperato la bomba artigianale.
Si tratta del terzo ordigno rinvenuto nella città aretusea nel giro di un mese, degli altri episodi ne abbiamo parlato qui. La città è in allarme, e non può essere altrimenti, perché quella che si sta registrando a Siracusa è una escalation incredibile di eventi delittuosi. Solo qualche ora prima, all’alba del 2 giugno, un attentato incendiario in via Vittorio Veneto aveva distrutto due auto, un motociclo e danneggiato l’ingresso di alcune abitazioni. Qualche ora dopo è stata rubata una Ford Fiesta utilizzata come “ariete” per sfondare la vetrina di un locale commerciale poi dato alle fiamme.
Le forze dell’ordine continuano ad indagare ma al momento non sembrano essere stati trovati elementi che possano collegare i tanti episodi criminosi registrati negli ultimi mesi. Sull’argomento abbiamo sentito il sindaco di Siracusa, Francesco Italia:
“…Il 20 maggio scorso – dice – abbiamo avuto un Comitato per la sicurezza presieduto dal Prefetto con la presenza dei comandanti di tutte le forze dell’ordine. A quella data i fenomeni che erano avvenuti, sulla base della relazione ricevuta all’interno di quel Comitato, non erano considerati collegati in alcun modo. È chiaro che questi nuovi episodi avvenuti nelle ultime ore vadano verificati sulla base delle indagini e, quindi, repressi. Sono fiducioso perché abbiamo ai vertici delle istituzioni dell’ordine pubblico persone di altissimo profilo, per cui confido nel loro operato, è chiaro che nessun fenomeno può essere sottovalutato, ma dobbiamo continuare a collaborare innanzitutto per comprendere e poi risalire alle fonti di questi atti criminali per contrastarle con grande determinazione. Siamo quindi vigili e attenti, in costante contatto con la Prefettura e tutte le forze dell’ordine perché bisogna mantenere alta l’attenzione per reprimere sul nascere eventuali segnali che vanno nella direzione di voler riportare la città a quei livelli di insicurezza che speravamo e crediamo di poter definire ampiamente superati”.
Insomma gli attentati avvenuti a Siracusa e i continui avvertimenti con gli ordigni lasciati in giro per la città non sarebbero opera di una mano sola e, in più, non si riesce a comprendere quale sia il fine di quella che sembra avere tutte le caratteristiche di una “strategia della tensione” senza firma.