È quanto chiede l’imprenditore Marcello Di Finizio che, per protesta, vive da oltre 170 giorni ininterrotti sulla cima dell’Ursus, una gru alta più di 70 metri.
È quanto chiede l’imprenditore Marcello Di Finizio che, per protesta, vive da oltre 170 giorni ininterrotti sulla cima dell’Ursus, una gru alta più di 70 metri.
Per quale motivo? Reclama aiuto e giustizia.
Marcello aveva una sua impresa ben avviata che offriva un servizio nel settore turistico balneare, ubicato sul lungomare di Trieste, in un immobile comunale a cui era stato dato il nome suggestivo “La Voce della Luna”.
L’impresa di Di Finizio purtroppo subisce una grave crisi a causa di un notevole incendio e due grosse calamità naturali.
La gestione amministrativa del Sindaco provoca la chiusura definitiva della sua impresa, dove quindici persone traevano sostentamento. Viene applicata una direttiva europea, non lasciando spazio alla competenza residuale della legge italiana che prevede aiuti verso le imprese in stato di calamità (sospensione temporale del canone, prolungamento del contratto di locazione, tempi adeguati di ripresa). Come previsto dalla normativa europea viene bandita un’asta internazionale, aggiudicata alla società di Samuele Rossi della G.D.M. s.a.s. che ne detiene la concessione in concreto. Stranamente poco tempo dopo compaiono due nuove figure, estranee all’asta, che operano come se avessero ottenuto la concessione: Paolo Fontanot titolare di una catena di panetterie triestine e la Finanziaria Pacorini Group, multinazionale triestina.
Marcello Di Finizio inizia una dura protesta che lo porta a comportamenti significativi, per richiamare i media internazionali e l’attenzione del Governo di Roma.
Con l’aiuto e la mediazione della Prefettura e della Questura si trova un accordo e il Sindaco Di Piazza si rende disponibile per proporre, nell’ambito delle disponibilità comunali, una location idonea allo sviluppo della libera impresa di Marcello.
L’intesa sembra funzionare, viene trovato un luogo idoneo da ristrutturare e mettere a norma, ubicato difronte al Magazzino 26 nel Porto Franco Vecchio, con la spiaggetta a mare.
Siccome il Governo è interessato a chiudere definitivamente la vicenda, si impegna e per sovrintendere i lavori in modo equilibrato, invia un proprio funzionario, l’architetto Andrea Battistoni.
Dopo l’accettazione dell’accordo e ore febbrili di incessante lavoro, Di Finizio prepara un progetto imprenditoriale di sviluppo dell’area preposta che illustra nel dettaglio al Sindaco Roberto Di Piazza.
Inspiegabilmente arriva un’altra complicazione. Improvvisamente il Sindaco si nega al telefono, non risponde alle mail inviate da parte di Marcello e da parte del Governo. Di Fininzio, molto preoccupato, incomincia a chiedere spiegazioni e viene a scoprire che l’offerta del Sindaco era “tarocca” in quanto la location non rientra nelle disponibilità del patrimonio immobiliare comunale.
A questo punto, cari lettori di Pop, attendiamo una doverosa replica da parte del Sindaco Di Piazza per capirne di più.