Zero misure di sicurezza o uscite anti-incendio e finestre avvolte in teli scuri per lavorare anche di notte. Le aziende tessili trevigiane erano del tipo “Apri-e-chiudi” per nascondere debiti e fallimenti.
Treviso – Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, con il supporto di Vigili del Fuoco, S.P.I.S.A.L., Ispettorato del Lavoro e A.R.P.A.V. di Treviso, nonché con il contributo dei comuni interessati, hanno eseguito quattro controlli in altrettante aziende tessili con sede, rispettivamente, a Caerano di San Marco, Cavaso del Tomba, Nervesa della Battaglia e Trevignano.
Gli interventi, che hanno visto ogni Ente procedere per le materie di propria competenza, secondo un modello ispettivo integrato altamente efficace, si sono conclusi con la constatazione di diverse violazioni delle norme volte a prevenire gli incendi e gli infortuni sui luoghi di lavoro, nonché di irregolarità in materia di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.
In particolare, per quanto concerne la prevenzione degli incendi, tra le numerosissime violazioni riscontrate, le più gravi hanno riguardato la mancanza di indicazioni sulle vie di fuga, di luci di sicurezza in prossimità delle porte di emergenza, di estintori portatili e della cartellonistica che indica la loro posizione, oltre all’impraticabilità delle vie di fuga e alla mancata formazione del personale addetto all’antincendio.
A queste si sono aggiunte svariate violazioni alla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, tra cui l’omessa adozione dei provvedimenti necessari per il primo soccorso e l’assistenza medica di emergenza, le scarse condizioni igieniche, l’assenza di aperture naturali verso l’esterno e di illuminazione naturale, atteso che, in due delle quattro aziende ispezionate, le finestre erano oscurate da teli in tessuto, per nascondere come i laboratori operassero anche in ore notturne.
Alla luce della gravità delle violazioni, l’Ispettorato del Lavoro e lo S.P.I.S.A.L. hanno disposto la sospensione dell’attività dei quattro laboratori, due dei quali sono stati anche sottoposti a sequestro preventivo d’urgenza da parte dei finanzieri del Gruppo di Treviso e della Tenenza di Montebelluna.
Gli amministratori delle quattro ditte, che operavano sulla base di commesse ricevute da imprese locali, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Treviso, a vario titolo, per violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, oltre che per illecito smaltimento di rifiuti e irregolarità in materia urbanistica.
L’approfondimento della posizione dei laboratori ha poi permesso di accertare pendenze tributarie per un milione di euro da parte delle 14 ditte, tutte amministrate da stranieri, che, a decorrere dal 2011, hanno gestito i quattro laboratori: si tratte di vere e proprie imprese “Apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’Amministrazione Finanziaria, hanno trasferito personale e macchinari nella successiva impresa costituita “ad hoc”, che ha continuato a operare sempre nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, cambiando solo il nome e la partita IVA.
L’operazione della Guardia di Finanza di Treviso ha avuto il fine di tutelare la sicurezza dei lavoratori e di colpire il comportamento di chi agisce nel mercato in modo sleale, a beneficio degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole: il mancato rispetto delle più elementari norme in materia di sicurezza e il sistematico ricorso a imprese “di comodo”, costituite una dopo l’altra per favorire l’evasione fiscale, consentono infatti di applicare prezzi altamente competitivi, in danno delle imprese che operano rispettando la legge, costrette a sostenere costi maggiori.