Il nuovo convoglio accorcerà le distanze sulla tratta Catania – Palermo. Cerimonia inaugurale presso la stazione etnea alla presenza del governatore Nello Musumeci e del sindaco della città Salvo Pogliese.
Grandi pulizie nella stazione centrale di Catania, in attesa della conferenza stampa e dell’inaugurazione ufficiale da parte del presidente della regione Sicilia Nello Musumeci, dell’assessore regionale ai trasporti Marco Falcone e dell’amministratore delegato Orazio Iacono. Presente anche il sindaco Salvo Pogliese, che, tra baci e abbracci, si è compiaciuto dell’evento tenutosi a Catania. Tirati a lucido anche i due treni Pop, ciascuno con i suoi quattro vagoni: appaiono in “bella mostra”, pronti a trasportare fino a 530 persone e con oltre 300 posti a sedere. Sono dotati anche di 8 porta biciclette di serie.
Per giustificare l’aumento del costo dei biglietti dal 1 gennaio 2020, nella misura del 10 %, per strana coincidenza, si è aspettata, in Sicilia, l’inaugurazione dei nuovi treni tra Palermo e Catania, con i quali dovrebbero migliorare gli spostamenti su rotaia. La speranza è che all’aumento dei costi corrisponda finalmente la puntualità negli orari. L’assessore Marco Falcone sostiene che l’incremento di prezzo è purtroppo inevitabile a fronte di un miglioramento dei servizi sulla rete ferroviaria. “Non c’è da gioire”, sostiene però il comitato pendolari siciliani, in quanto le disfunzioni sarebbero così tante che si verificheranno probabilmente ancora ritardi: “Non è pessimismo, ma è l’esperienza derivante dalla conoscenza della situazione attuale e dalla cancellazione, non isolata, di svariate corse”.
I disagi dipenderebbero anche dai numerosi cantieri aperti, che, a causa di continue interruzioni, generano ritardi che sconvolgono la programmazione della giornata. Se non si miglioreranno le condizioni delle infrastrutture ferroviarie, quindi, il rischio è che i 43 nuovi treni previsti dal rinnovo della flotta servano a poco.
Tanta è la speranza di efficienza ma diverse sono le perplessità, dal momento che i nuovi treni non potranno ancora raggiungere molti luoghi della Sicilia a causa delle fatiscenti infrastrutture ferroviarie. Purtroppo è ancora significativo il “gap infrastrutturale” del Mezzogiorno. La rete ferroviaria nell’isola presenta, in molti casi, tracciati ormai obsoleti e linee inadeguate alle attuali esigenze sociali, soprattutto considerato il numero potenziale di utenti interessati. Basta ricordare, a tal riguardo, che, in Sicilia, su una rete di circa 1400 km, solo 200 km hanno il doppio binario.
In molte linee ferroviarie, peraltro, emergono considerevoli criticità e tra queste risaltano le tante tratte incompiute e quelle chiuse per crolli, smottamenti ed ammodernamenti. Il raddoppio della Catania – Palermo, aveva, per esempio, l’ambizione di rappresentare “l’alta velocità” in Sicilia, ma già nella tratta Raddusa – Catenanuova si può trovare un tracciato a binario unico. Le problematiche sono tante, alcune delle quali, considerato l’alto indice di franosità ed i fenomeni di dissesto idrogeologico, sono di natura ambientale. Molto tempo si è perso, così, nell’ottica di dotare la Sicilia di una rete ferroviaria sicura, efficiente e tecnologicamente avanzata, ma i risultati lasciano ancora a desiderare.
Come ogni inaugurazione è sinonimo di efficienza e speranza, così anche quella di Catania non fa eccezione. Dopo tanti ritardi, promesse non mantenute ed opportunità perse, c’è desiderio di credere che qualcosa possa cambiare, ma all’ottimismo di alcuni politici e dirigenti RFI fa da contraltare lo scetticismo non dichiarato che traspare emblematico sui volti dei presenti.
Tutti a guardare il treno dei sogni. Non sembra vero, ma è lì in bella mostra: fiero, lucido, che troneggia sulla strada ferrata. Fermo a Catania con le sue carrozze al seguito, sembra un cocchiere pronto a schioccare la frusta per il gran galoppo, anzi un “liotro” che vuole barrire e partire. Si può comprendere, d’altronde: sa di essere l’ospite principale tanto atteso ed ammirato…! Certo, per alcuni la nostalgia fa brutti scherzi e taluni sussurrano, a bassa voce e sorridendo, che quando c’era “lui” i treni arrivavano in orario e costavano due lire, mentre adesso con Musumeci…