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Sicilia: è caos sui fondi per gli spettacoli, l’esposto di 103 compagnie teatrali

Chiesta audizione urgente in commissione cultura all’Ars. Associazioni denunciano assegnazioni senza trasparenza: “è incostituzionale”.

Palermo – Una bufera si abbatte sui fondi per gli spettacoli. Le compagnie teatrali, 103 per l’esattezza, denunciano anomalie nella gestione da parte della Regione Sicilia dei contributi. Il j’accuse, concretizzato in un esposto nero su bianco, quello inoltrato alle varie autorità competenti, compreso presidente e vice presidente della Regione e al Commissario dello Stato oltre che ai presidenti delle Commissioni Ars Bilancio e Cultura e all’assessore regionale al Turismo, sport e spettacolo Elvira Amata. Nell’oggetto è racchiuso il duro atto d’accusa: “Disuguaglianze e disparità di trattamento nelle misure di sostegno allo Spettacolo dal vivo in Sicilia”.

Sotto la lente, fondi per milioni di euro che la Regione concede al settore e che secondo la denuncia sono stati invece assegnati ad associazioni di diritto privato, senza una previa emissione e pubblicazione di avviso pubblico. Le compagnie teatrali, che chiedono a questo punto l’audizione urgente in commissione cultura all’Ars, ricostruiscono la vicenda. “Con legge n. 3 del 31 gennaio 2024, intitolata ‘disposizioni varie e finanziarie‘, l’Assemblea Regionale della Regione siciliana ha approvato una serie di contributi straordinari per il corrente esercizio – si legge nel documento – Tra questi, l’attribuzione di contributi a favore di soggetti privati. E difatti: L’art. 25, autorizza il dipartimento regionale del turismo, sport e spettacolo, a erogare un certo numero di contributi diretti, per un totale di 7.483.550 euro indicati nella tabella III a conclusione del testo normativo.

Elvira Amata

Nelle ultime pagine della norma, infatti, vengono indicate 16 associazioni private quali beneficiarie di importanti contributi, che vanno dai 97mila ai 145mila euro cadauno, in un caso a 194mila e in un altro caso 242.500. Un paio di mesi prima, un decreto dello scorso 12 dicembre 2023 aveva già generosamente stanziato 5.630.000 euro per eventi natalizi a vario titolo, sempre a vantaggio di un ristretto numero di soggetti pubblici e privati. I contributi per cui si solleva formale contestazione sono stati assegnati ad associazioni di diritto privato, senza una previa emissione e pubblicazione di avviso pubblico”.

E qui casca l’asino. Oltre tredici milioni, per le compagnie firmatarie dell’esposto, sono stati distribuiti con criteri quantomeno sospetti mentre al Furs, e cioè il fondo unico regionale dello Spettacolo, finalizzato specificamente a unificare tutte le fonti di finanziamento regionale a sostegno delle attività degli organismi pubblici e privati dello spettacolo dal vivo (musica, teatro e danza) e che mantiene criteri più rigidi e trasparenti, sono stati assegnati solo 6,8 milioni. Le compagnie denunciano una gestione dei fondi che per anni ha rappresentato un modo di finanziare gli amici degli amici.

Una situazione, incalzano, che presenta “profili di illegittimità e incostituzionalità”. Anche perché, fanno presente, “da una immediata analisi emerge che alcune delle associazioni beneficiate sono state costituite nel 2023 e hanno iniziato la loro prima attività nella medesima data del 21 giugno 2023. Mentre la gran parte non risponde – spiegano – ai criteri di storicità che di norma sono d’obbligo per essere ammessi al sistema di finanziamento Furs; per molte delle associazioni beneficate non sono reperibili notizie circa le loro pregresse attività curriculari, né sul web né sui social più diffusi o sulla stampa, mentre alcuni soggetti non hanno alcun profilo social”. Insomma, dov’è l’inghippo? Le compagnie vogliono vederci chiaro.

Ecco perché le compagnie firmatarie “si riservano di fare istanza al governo affinché venga promossa innanzi alla Corte Costituzionale questione di legittimità sulla legge regionale del 31 gennaio 2024, n. 3, per violazione del principio di parità di cui all’art. 3 Cost. e per la mancata adozione di criteri di trasparenza e di efficienza previsti dall’art. 97, nella parte in cui prevede erogazioni in materia di turismo e spettacolo ad associazioni di diritto privato ma anche di impugnare innanzi al Giudice competente i provvedimenti attuativi della citata legge affinché venga sollevata questione di legittimità costituzionale della stessa”.

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