Proteste in tutta Italia per l’uccisione di Amarena. Le associazioni animaliste dedicano al plantigrado, madre di due cuccioli, un corteo per dire basta all’uso delle armi contro gli animali.
Parma – Un corteo dedicato a mamma orsa Amarena: sabato 9 settembre, ore 15.30 in Piazza della Pace a Parma. Il corteo è stato organizzato per protestare contro la sperimentazione sui macachi, ma le associazioni animaliste hanno deciso di dedicarlo all’orsa simbolo dell’Abruzzo, con lo slogan “siamo tutti Amarena”.
L’associazione Meta Parma, tra gli organizzatori del corteo, spiega:
“Non c’è differenza tra quello che è successo ad Amarena e quello che succede agli animali uccisi nei mattatoi, nei laboratori, o nei boschi. Che sia bracconaggio, o che sia caccia, o che sia sperimentazione, la sostanza non cambia: trattasi di uccisione di creature. La crudeltà, che sia legalizzata o no, è sempre crudeltà, ed è importante capirlo per poter davvero cambiare le cose per il bene di tutti.
Perciò abbiamo deciso di dedicare il corteo del nove settembre ad Amarena, e scenderemo ancora una volta in piazza in difesa di tutti gli animali. Quello che è successo all’orsa Amarena non è diverso da ciò che hanno intenzione di fare in Trentino a Gaia e a tantissimi altri animali selvatici, lupi compresi. La chiamano caccia di selezione, la differenza con il bracconaggio è che trattasi di sparatorie legalizzate ma la sostanza non cambia: spareranno agli orsi, li colpiranno alle spalle uccidendoli, come accaduto all’orsa Amarena
Allo stesso modo, quello che succede nei mattatoi e nei laboratori di sperimentazione animale non è diverso nè meno cruento, trattasi di uccisioni legalizzate ma pur sempre di uccisioni. La sensibilità della maggioranza dei cittadini nei confronti degli animali sta cambiando e aumenta sempre più, più numerosi saremo in piazza più avremo possibilità di ottenere risultati. Basta uccidere gli animali: siamo tutti macachi, siamo tutti Amarena!”
A Parma proseguono da anni le proteste contro la sperimentazione sui macachi Alan e Larry, rinchiusi nei laboratori dall’Ateneo parmense e destinati a essere uccisi dopo cinque anni di addestramenti, esperimenti e operazioni chirurgiche invasive.
“Uccidere gli animali, che siano orsi o macachi, non è la soluzione a nulla ma è piuttosto un danno. La sperimentazione animale, ad esempio, a oggi non porta nessun beneficio agli esseri umani ma bensì rallenta la ricerca. Oltre a essere sbagliato dal punto di vista etico, perchè non si può pensare di ottenere dei benefici facendo del male ad altre creature, è sbagliato anche dal punto di vista logico e scientifico, e questo non lo diciamo noi animalisti, lo dicono gli scienziati contrari alla sperimentazione animale. Modelli basati sulle cellule umane, sulla tecnologia in vitro, sulla modellazione al computer, questi e altri sono gli strumenti che permettono di fare vera ricerca senza usare gli animali nè ucciderli. Uccidere è sempre un danno, esattamente come lo è uccidere gli animali selvatici fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema e per la nostra stessa sopravvivenza.”