La riforma dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri al massimo il 29 maggio. Continuano le polemiche delle opposizioni e delle toghe.
Roma – Piede sull’acceleratore per la riforma delle riforme della giustizia. Sulla separazione delle carriere in magistratura “arriverà il Ddl costituzionale, molto probabilmente prima delle europee. Il tema è in agenda, fa parte del nostro programma elettorale e se non sarà il consiglio dei ministri del 29 maggio sarà quello successivo”. Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, risponde sul timing per la riforma della Giustizia. Una circostanza confermata ieri dal ministro della Giustizia Carlo Nordio.
“Nei prossimi giorni vedrete la presentazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge sulla separazione delle carriere“, aveva detto il Guardasigilli nel corso del question time alla Camera, rispondendo a una interrogazione di Italia Viva. Il provvedimento, tra le priorità di largo Arenula, conterrà – aveva anticipato – “anche importanti riforme sulla composizione e sul criterio di elezione del Consiglio superiore della magistratura. Oltre ad altri principi che sono consustanziali al giusto processo e al sistema accusatorio”.
Sulla separazione delle carriere che ha fatto scendere sul piede di guerra la magistratura guidata dall’Anm, è sceso in campo anche Alfredo Mantovano respingendo al mittente anche gli Sos delle opposizioni. “Quando, di fronte alla gravità delle crisi in atto, leggo o ascolto allarmi sulla tenuta dello stato di diritto in Europa, e in particolare in Italia, solo perché stiamo proponendo la separazione delle carriere, allargo le braccia. E mi chiedo – ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio – se la replica a chi lancia questi allarmi non sia l’indicazione di qualche psicologo, paziente e ben attrezzato”.
I tempi per la presentazione della nuova riforma della Giustizia sono comunque maturi. Il provvedimento
potrebbe essere presentato in Consiglio dei ministri il 29 maggio o, se ci sarà un’accelerata, anche il 20 di questo mese: in entrambi i casi prima delle elezioni europee di giugno, così come era stato già annunciato. La questione della data potrebbe anche essere legata ad altri provvedimenti in arrivo: nei prossimi giorni è inoltre prevista la presentazione di un ‘decreto Giustizia’ che riguarderà nuove assunzioni dei magistrati, oltre a norme sulla previdenza dei giudici onorari. Se questo decreto sarà portato in Cdm il 20 maggio, a quel punto è quasi certo che la separazione delle carriere venga affrontata nella riunione del 29.
E a breve la Camera calendarizzerà il resto del pacchetto di leggi, come le nuove regole sull’emanazione della custodia cautelare, che sarà devoluta a un giudice collegiale e all’interrogatorio di garanzia. Intanto la riforma ha già le sue certezze e solo pochi nodi ci sono ancora da sciogliere. Di certo il documento che finirà
in Consiglio dei ministri a fine maggio non prevederà modifiche all’articolo 112 della Costituzione, ovvero quello che riguarda l’obbligatorietà dell’azione penale, ma restano invece le ipotesi collegate all’istituzione di un’Alta Corte per le valutazioni disciplinari dei magistrati e quella che a presiedere i due Csm – uno per i magistrati requirenti, l’altro per i giudicanti – sarebbe in entrambi i casi il presidente della Repubblica (è quasi del tutto esclusa l’eventualità che la scelta ricada sul primo presidente della Corte di Cassazione e sul procuratore generale presso la Corte).