Il marocchino finito in carcere ha usato il garage come centro per lo spaccio di droga. I carabinieri ancora alla ricerca del killer.
Terno d’Isola (Bergamo) – L’omicidio di Sharon Verzeni non è ancora risolto. È stato invece arrestato l’uomo che ha dormito nel box sequestrato di via Castegnate, la stessa via in cui è avvenuto il delitto. Il 33enne è stato rintracciato nella giornata di mercoledì 7 agosto a Stezzano: aveva 38 grammi di cocaina. Non sembrerebbero però esserci al momento legami con l’assassinio della donna originaria di Terno d’Isola, uccisa con tre coltellate alla schiena e una al petto il 30 luglio scorso. Si tratta di un marocchino che aveva usato il garage come un rifugio e come piccolo centro per lo spaccio di droga in paese e non solo. Ma ha un alibi che lo scagionerebbe dall’omicidio.
Sul coltello ritrovato nel box non ci sono tracce ematiche, nessun alone di sangue. Esce così della scena del crimine lo straniero che per primo era stato attenzionato e posto sotto lo stretto monitoraggio degli inquirenti. La ricerca del killer di quella notte di luglio riparte dall’inizio e questo giallo assume dei contorni frastagliari di ombre. Quando i militari hanno rintracciato il marocchino, aveva addosso 30 grammi di cocaina. Classe 1991, come ha evidenziato Il Giorno, ha dei precedenti. Ora si trova in carcere, dopo la convalida del gip: gli sono stati sequestrati due cellulari, anche se l’alibi sembra reggere e segna la sua uscita di scena.
Agli inquirenti l’uomo del garage ha detto che, quella notte, si trovava a Terno ma di non dormire più da tempo in quel box. All’interno di quel garage sono stati trovati e sequestrati due cellulari e un coltello dove non ci sarebbero tracce di sangue. Nel frattempo i carabinieri del Nucleo Investigativo e il Ros – coordinati dal pubblico ministero Emanuele Marchisio – continuano ad analizzare le immagini delle telecamere di sicurezza. Gli inquirenti impegnati a dare un nome e un volto al killer di Sharon Verzeni, la 33enne accoltellata in strada a Terno d’Isola, nella Bergamasca, continuano a non escludere nessuna pista. Avevano posto l’attenzione su quell’ormai famoso garage condominiale in via Castegnate, a poca distanza da dove – nella notte tra il 29 e il 30 luglio – la donna è stata accoltellata.
Dentro quel box posto sotto sequestro, c’era anche una branda e i carabinieri volevano vederci chiaro e capire se potesse essere stato il temporaneo rifugio dell’assassino. In quel condominio abitano diverse famiglie e la recinzione non è difficile da scavalcare, per questo l’ipotesi doveva essere verificata. Si cerca anche di capire come abbia fatto l’assassino a scappare. Potrebbe essere fuggito a piedi da vicolo Castello, dove sono presenti tre telecamere, per arrivare verso via don Giuseppe Rota dove invece non ci sono dispositivi. Tra il punto in cui la donna è stata colpita e il vicolo ci sono alcuni cespugli dove è plausibile che l’assassino si sia nascosto.
In alternativa potrebbe essersi diretto verso la piazza: sulla strada è presente un complesso di 42 unità immobiliari con un passaggio pedonale tra via Castegnate e via don Rota dove non ci sono telecamere private. Non sembrerebbe essere possibile invece l’ipotesi di una eventuale fuga con un’automobile. I carabinieri, nel frattempo, hanno deciso di convocare tutti gli abitanti di via Castegnate, nella speranza di poter trovare un elemento utile alle indagini.