Sette milioni di finanziamento ad HAMAS: 9 arresti

Al centro delle indagini della DDA un network di associazioni benefiche accusate di convogliare fondi all’organizzazione terroristica.

Genova – In data odierna personale della DIGOS di Genova (in raccordo con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione), del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Genova e del Nucleo Speciale della Polizia Valutaria della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari (personali e reali, queste ultime per un ammontare di oltre otto milioni di euro) nei confronti rispettivamente di nove indagati destinatari tutti della custodia in carcere e tre associazioni, emessa dal Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova.

I citati provvedimenti cautelari sono stati emessi nell’ambito una indagine, che si è avvalsa del significativo supporto e delle competenze delle citate Forze di Polizia, avviata e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova a seguito di impulso della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo originato dall’analisi di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette e si è sviluppata grazie a scambi informativi

  • con altri uffici inquirenti italiani, nell’ambito della costante azione di coordinamento del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, nonché
  • con le Autorità dei Paesi Bassi e di altri Paesi della U.E. (svoltisi anche nell’ambito di riunioni organizzate da Eurojust).

Gli indagati sono accusati, nella attuale fase delle indagini preliminari, di fare parte e di avere finanziato l’associazione HAMAS (“HARAKAT AL-MUQAWMA AL-ISLAMIYA” ovvero “Movimento della resistenza islamica”), che si propone il compimento di atti con finalità di terrorismo, in particolare contro lo Stato di Israele, ed è stata designata come organizzazione terroristica da parte dell’Unione Europea (per quanto riguarda sia la c.d. ‘ala politica’ che quella c.d. militare).

Alla predetta associazione, oltre al più recente attacco del 7 ottobre 2023, notoriamente realizzato e rivendicato da HAMAS (oltre che dalla JIHAD ISLAMICA) che ha causato la morte di 1200 persone e la cattura di quasi 200 ostaggi, viene ricondotta una serie di attentati che hanno causato negli anni la morte di 484 persone e il ferimento di altre 3305, in gran parte civili.

Il finanziamento delle attività terroristiche risulta avvenuto per mezzo di varie associazioni, tra cui:

ASSOCIAZIONE BENEFICA DI SOLIDARIETÀ COL POPOLO PALESTINESE – A.B.S.P.P., con sede a Genova, costituita in data 11.05.1994;

A.B.S.P.P. O.D.V. (ASSOCIAZIONE BENEFICA DI SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO PALESTINESE – ORGANIZZAZIONE DI VOLONTARIATO) –, con sede a Genova, costituita il 3.7.2003, di cui è legale rappresentante HANNOUN Mohammad Mahmoud Ahmad;

ASSOCIAZIONE BENEFICA LA CUPOLA D’ORO, con sede a Milano, costituita l’1.12.2023, di cui è legale rappresentante ABU DEIAH Khalil.

Gli indagati sono accusati del delitto di cui all’art. 270-bis c.p.

In particolare, vengono loro addebitate operazioni di finanziamento, che si ritiene abbiano rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell’organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa sette milioni di euro:

  • effettuate anche mediante operazioni di triangolazione attraverso bonifici bancari o con altre modalità per il tramite di associazioni con sede all’Estero,
  • in favore di associazioni con sede a Gaza, nei Territori Palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele, perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad HAMAS,
  • direttamente a favore di esponenti di HAMAS (in particolare, ad OSAMA ALISAWI, già Ministro del Governo di fatto di HAMAS a Gaza, che, specificamente, in varie circostanze, sollecitava tale supporto finanziario).

Tale supporto ha riguardato anche il sostentamento

  • dei familiari di persone coinvolte in attentati terroristici ai danni di civili o
  • dei parenti di detenuti per reati con finalità di terrorismo,

sostentamento che ha rafforzato l’intento di un numero indeterminato di componenti di HAMAS di aderire alla strategia terroristica e al programma criminoso dell’organizzazione, anche compiendo attentati terroristici suicidi.

In particolare, tra gli indagati:

Hannoun Mohammad Mahmoud Ahmad, membro del cd. comparto estero dell’organizzazione terroristica HAMAS, componente del board of directors della European Palestinians Conference, vertice della cellula italiana dell’organizzazione HAMAS, nella sua veste di legale rappresentante di A.B.S.P.P. dal 21.9.2001 fino al 20.3.2018 e, negli anni successivi, di amministratore di fatto dell’associazione; di rappresentante legale di A.B.S.P.P. O.D.V. fin dalla costituzione, nel 2003; di amministratore di fatto dell’Associazione Benefica La Cupola d’Oro, nonché dell’Associazione Benefica La Palma, costituite al fine di proseguire l’attività di finanziamento nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario per impedire agli indagati il finanziamento di attività terroristiche è gravemente indiziato,

  • di essere un componente di vertice della organizzazione terroristica HAMAS,
  • di avere destinato, nella raccolta di fondi indicata come avente fini umanitari per la popolazione palestinese, una parte rilevante (più del 71%) di tali fondi al finanziamento diretto di HAMAS o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di altre articolazioni dell’organizzazione terroristica suddetta;
  • di avere quindi concorso a versare, direttamente o indirettamente, all’organizzazione terroristica, a partire dall’18 ottobre 2001 e fino alla data odierna, ma soprattutto a seguito degli eventi del 7 ottobre 2023, ingenti somme di denaro, pari a € 7.288.248,15, sottraendo tali fondi alle finalità dichiarate e alle reali necessità della popolazione civile di Gaza.

DAWOUD Ra’Ed Hussny Mousa, membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica HAMAS, referente con HANNOUN della cellula italiana, dipendente dall’1.8.2016 di A.B.S.P.P. O.D.V., responsabile con ELASALY YASER della filiale milanese di A.B.S.P.P., nonché

AL SALAHAT RAED, membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica e, dal maggio 2023, componente del board of directors della European Palestinians Conference, al cui interno opera in stretto contatto con MAJED AL ZEER; AL SALAHAT RAED è componente della cellula italiana di HAMAS, dipendente della A.B.S.P.P. dal luglio 2011 al settembre 2019 e, nuovamente, a partire dal luglio 2024, referente per Firenze e la Toscana;

ELASALY YASER, membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica HAMAS, componente della cellula italiana, dipendente dal 5.2.2016 di A.B.S.P.P. O.D.V., responsabile con DAWOUD Ra’Ed Hussny Mousa della filiale milanese di A.B.S.P.P.;

ALBUSTANJI RIYAD ABDELRAHIM JABER, quale membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica HAMAS, componente della cellula italiana, dipendente dall’1.2.2015 della A.B.S.P.P. O.D.V., con cui collabora attivamente promuovendo la raccolta di denaro durante incontri propagandistici;

OSAMA ALISAWI, membro di HAMAS di cui è stato Ministro dei Trasporti del Governo di fatto a Gaza, Presidente del Blocco Islamico dell’Unione degli Ingegneri, membro del Consiglio dell’Unione degli Ingegneri, cofondatore nel 1994 della A.B.S.P.P., delegato ad operare, dal 2001 al 2009, sui conti correnti dell’associazione n. 8542 e 9300,

sono accusati:

  • di aver condiviso con Mohamed Hannoun le decisioni riguardanti le iniziative da adottare, anche volte a costituire l’Associazione Benefica La Cupola d’Oro, nonché l’Associazione Benefica La Palma, al fine di proseguire l’attività di supporto finanziario all’associazione terroristica HAMAS nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario internazionale per impedire agli indagati il finanziamento di attività con finalità di terrorismo;
  • di aver operato nella raccolta di fondi (dichiaratamente a fini umanitari per la popolazione palestinese) destinati in realtà in parte rilevante (più del 71%) al finanziamento diretto di HAMAS o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di tutte le articolazioni dell’organizzazione terroristica;
  • di essersi occupati della raccolta e del versamento all’organizzazione terroristica nel corso degli anni di una somma complessiva di circa € 7.280.000 euro.

Tali attività, si è accertato, sono state svolte a Genova e altre località in territorio italiano e estero, con permanenza ancora attuale.

Altri tre indagati: ABU RAWWA Adel Ibrahim Salameh, dipendente della A.B.S.P.P. O.D.V. dal 13.10.2008, referente per il nord est d’Italia, ABU DEIAH Khalil, ABDU Saleh Mohammed Ismail sono accusati di concorso esterno dell’associazione con finalità di terrorismo HAMAS.

Pur non facendone parte, questi sono infatti accusati di aver finanziato l’associazione terroristica HAMAS, assicurando con continuità un concreto supporto finanziario, operando anche per mezzo delle citate associazioni:

Associazione benefica LA CUPOLA D’ORO, di cui è legale rappresentante lo stesso ABU DEIAH Khalil,

Associazione benefica SOLIDARIETÀ COL POPOLO PALESTINESE – A.B.S.P.P.,

A.B.S.P.P. O.D.V. (ASSOCIAZIONE BENEFICA DI SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO PALESTINESE – ORGANIZZAZIONE DI VOLONTARIATO).

Ai citati tre indagati si attribuisce, in base agli elementi raccolti nel corso delle indagini:

  • di avere raccolto e inviato finanziamenti ad esponenti di HAMAS (in particolare ad OSAMA ALISAWI, già Ministro del Governo di fatto di HAMAS a Gaza);
  • di avere inviato, anche mediante operazioni di triangolazione con associazioni con sede all’Estero, a varie associazioni, con sede a Gaza, nei Territori Palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad HAMAS, anche tramite bonifici bancari, somme di denaro, tra l’altro provvedendo al sostentamento dei famigliari di persone coinvolte in attentati terroristici o di detenuti per reati con finalità di terrorismo.

ABU DEIAH Khalil, custode della filiale di Milano della A.B.S.P.P., socio fondatore e legale rappresentante dell’ASSOCIAZIONE BENEFICA LA CUPOLA D’ORO è altresì accusato:

  • di aver costituito, l’1.12.2023, con AL JARADAT Sami Monther Sami ed ARIED Raslan, la Cupola d’Oro;
  • di aver aperto, il 13.2.2024 a proprio nome, presso Poste Italiane, il conto corrente n. 1069622858 sul quale la nuova associazione potesse operare, al fine di proseguire l’attività di raccolta fondi, nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario per impedire agli indagati il finanziamento di attività terroristiche;
  • di aver contribuito pertanto, nel corso dell’anno 2023 e fino alla data odierna, all’attività associativa nella raccolta a fini umanitari di fondi per la popolazione palestinese destinati in realtà in parte rilevante (più del 71%) al finanziamento diretto di HAMAS o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate, ai danni pertanto, secondo l’ipotesi accusatoria, della popolazione civile di Gaza.

ABDU Saleh Mohammed Ismail, domiciliato in Turchia, mantenendosi in contatto con HANNOUN MOHAMMAD, a partire dal novembre 2023, e con ABU FALASTINE, è accusato:

  • di aver ricevuto somme di denaro pari ad almeno 462.700 euro, in contanti o con altre modalità non specificate;
  • di averle trasferite tramite il circuito bancario a Gaza ad OSAMA ALISAWI, in tal modo contribuendo consapevolmente al finanziamento dell’organizzazione terroristica HAMAS o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di tutte le articolazioni dell’organizzazione terroristica.

Secondo l’ipotesi accusatoria,

  • Hannoun Mohammad e alcuni suoi stretti collaboratori hanno costituito in Italia una cellula di HAMAS e da molti anni operano, per mezzo della A.B.S.P.P., nella raccolta di fondi destinati in tutto o in parte a detta organizzazione terroristica;
  • la costituzione di una cellula estera del movimento, sulla base degli elementi indiziari emersi nel corso delle indagini, non può ritenersi il risultato di una iniziativa personale di coloro che hanno dato vita all’associazione solidaristica italiana nei primi anni ‘90, ma, piuttosto, la realizzazione di un progetto strategico dell’organizzazione madre HAMAS, che si è dotata di una struttura complessa, e dunque anche di cellule operanti all’estero, in grado di contribuire agli scopi propri del movimento.

L’indagine è iniziata successivamente all’attacco terroristico attribuito ad HAMAS compiuto il 7 ottobre 2023, grazie ad impulso della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, originato dall’analisi di una serie di segnalazioni per operazioni finanziarie sospette individuate in data antecedente al 7 ottobre 2023, riguardanti alcuni degli indagati e la citata A.B.S.P.P.; ha ad oggetto condotte attive di appartenenza e finanziamento alla predetta associazione terroristica risalenti anche a data anteriore al 7 ottobre 2023 e si è sviluppata attraverso:

  • approfondimenti investigativi dei dati informativi tratti dalle citate segnalazioni per operazioni finanziarie sospette;
  • attività di intercettazione di comunicazioni telefoniche e tra presenti;
  • monitoraggi di flussi di denaro destinati al finanziamento;
  • monitoraggio e acquisizione, tramite operazioni sotto copertura autorizzate, di documenti e messaggi presenti nel server in dotazione presso la sede di Genova dell’A.B.S.P.P.;
  • documentazione trasmessa ufficialmente dallo Stato di Israele nel contesto della cooperazione giudiziaria: in relazione ad un originario procedimento n. 15003/2003 R.G.N.R. (per il quale è stata ottenuta la riapertura delle indagini), in risposta ad alcune richieste di assistenza giudiziaria formulate dalla DDA di Genova;
  • atti trasmessi spontaneamente da parte delle Autorità Israeliane, ai sensi dell’art. 11 del Secondo Protocollo alla Convenzione Europea di Assistenza giudiziaria fatto a Strasburgo l’8.11.2001 e ratificato con legge n. 88 del 24 luglio 2019.

Parte di tali documenti sono stati rinvenuti anche nel server della sede genovese di A.B.S.P.P. e tanto consente di ribadirne la autenticità.

L’indagine ha permesso di accertare che HAMAS si è dotata di un comparto estero e di articolazioni periferiche che operano con lo specifico scopo di promuovere l’immagine dell’organizzazione e, soprattutto, di contribuire al suo finanziamento, che è condizione essenziale perché essa possa esistere, svilupparsi e cercare di raggiungere i propri scopi.

A.B.S.P.P. può ritenersi una di tali articolazioni operante in Italia e partecipe, con altre simili associazioni, di un network europeo che opera coordinandosi con la struttura decisionale dell’organizzazione “madre”.

L’indagine ha rivelato che le donazioni provenienti da A.B.S.P.P. sono state destinate ad associazioni sotto il controllo diretto di HAMAS, quali MERCIFUL HANDS SOCIETY, WA’ED DEI PRIGIONIERI E DEI PRIGIONIERI LIBERATI, AL NOUR, AL WEAAM, ASSALAMA CHARITABLE SOCIETY, ROWAD, PIONIERI DELLO SVILUPPO COMUNITARIO, DAR AL YATIM, PALESTINIAN ORPHANS HOME, ISLAMIC SOCIETY, AL RAHMA/MERCY ASSOCIATION FOR CHILDREN, JENIN CHARITABLE (ZAKAT) COMMITTEE, TULKAREM CHARITABLE (ZAKAT) COMMITTEE, QALQILYA CHARITABLE (ZAKAT) COMMITTEE, NABLUS CHARITABLE (ZAKAT) COMMITTEE, RAMALLAH ZAKAT COMMITTEE, ISLAMIC CHARITABLE SOCIETY IN HEBRON, ORPHAN CARE SOCIETY IN BETHLEHEM, AL ISLAH, HUMANITARIAN RELIEF ASSOCIATION, con sede a Gaza, nei Territori Palestinesi o in Israele.

Alcune di esse, MERCIFUL HANDS SOCIETY, WA’ED DEI PRIGIONIERI E DEI PRIGIONIERI LIBERATI, AL NOUR, AL WEAAM, ASSALAMA CHARITABLE SOCIETY, sono accusate di operare sotto il controllo diretto dell’Ala militare di HAMAS.

Non si è trattato di elargizioni aventi unicamente scopo caritatevole e umanitario.

Secondo la tesi accusatoria, in base agli indizi raccolti in anni di indagine, gli indagati si sono resi consapevolmente responsabili di aver sottratto capitali alle finalità assistenzialistiche della da’wa (trattasi delle attività svolte dall’organizzazione nei settori della religione, dell’istruzione, del benessere e della salute allo scopo di creare saldi legami con la popolazione palestinese) in favore di un finanziamento diretto dell’organizzazione terroristica e delle sue attività criminose.

Il collegamento diretto tra le istituzioni civili e la strategia terroristica di HAMAS risulta, del resto, consolidato, come dimostrato anche dalle dichiarazioni pubblicamente rese da Khaled Meshal, già capo dell’Ufficio Politico di HAMAS, il quale, in data 10.10.2023, tre giorni dopo il grave attacco terroristico in danno di civili israeliani, ha affermato: “Gaza chiede il vostro aiuto: aiuti, denaro, qualunque cosa abbiate; chiunque possa fare una donazione, sappia che questo è il momento della verità. Questa è la Jihad con il denaro, ed è come la jihad di chi sacrifica la propria vita. Fai una donazione per Gaza, la sua resistenza e i suoi eroi. Questo è il momento in cui la nazione islamica deve unirsi alla battaglia”.

Alla Jihad e ai relativi ruoli e compiti degli indagati fanno apertamente riferimento anche alcune conversazioni intercettate. Analoghe considerazioni possono trarsi dall’esame di un documento, interno ad HAMAS, che illustra nel dettaglio le attività da’wa svolte dall’organizzazione che hanno la finalità di conquistare il cuore e convertire le persone, ottenere sostegno e reclutare nuovi attivisti del movimento.

Le attività descritte sono molteplici e vanno da quelle educative a quelle strettamente legate al settore militare: infatti fanno parte del settore da’wa le attività di formazione di giovani per i futuri ruoli di leadership dentro HAMAS, quelle svolte nel settore studentesco nel Campo militare degli studenti (Command Training Institute), l’educazione sullo status di martiri e prigionieri, il simposio sulla Jihad e i santi guerrieri dell’organizzazione.

Tali attività sono svolte grazie al contributo delle associazioni di beneficenza di HAMAS.
Numerose e significative appaiono le conversazioni telefoniche e i contatti tra HANNOUN e quanti rivestono
analoghi ruoli in Olanda, Austria, Francia e Inghilterra. Tali comunicazioni dimostrano l’esistenza di una estesa rete organizzata a livello internazionale di soggetti/istituzioni impegnati nella raccolta fondi, apparentemente da destinare a scopi benefici e a sostegno della popolazione e della causa palestinesi. A.B.S.P.P. e A.B.S.P.P. O.D.V. e i rispettivi dipendenti/collaboratori costituiscono l’articolazione italiana di tale network.

In un altro documento che ha ad oggetto le informazioni ottenute dalla Military Wing of HAMAS riguardo a
un’indagine della Autorità Palestinese di Sicurezza Preventiva sul conto della Charity italiana A.B.S.P.P.,
vengono citati come contatto a Gerusalemme dell’associazione lo sceicco NAJEH BAKIRAT (un alto
funzionario di HAMAS operante a Gerusalemme) e OSAMA EL-ISSAWI a Gaza
. Secondo il documento l’associazione italiana opera grazie a funzionari di HAMAS.

Documentati sono risultati anche i rapporti di Mohamed Hannoun con alti esponenti di HAMAS (è infatti
emerso che, nel mese di dicembre del 2025, questi fosse presente ad una riunione in Turchia alla quale ha preso parte, tra l’altro, ALI BARAKA, esponente di spicco del comparto estero dell’organizzazione terroristica).
Nel corso delle intercettazioni sono emerse espressioni di apprezzamento su attentati terroristici da parte di Mohamed HANNOUN, Abou FALASTINE, AL SALAHAT RAED, ALBUSTANJI RIYAD ABDELRAHIM JABER (quest’ultimo ritratto, in una fotografia acquisita nel server di A.B.S.P.P. in divisa mimetica, armato di lanciarazzi, con i simboli delle Brigate Al Qassam, circondato da uomini armati palesemente appartenenti all’Ala militare dell’associazione terroristica degli attentati da parte dell’organizzazione), sintomatiche della loro adesione soggettiva all’organizzazione terroristica e, in particolare, alle modalità terroristiche di azione di HAMAS.

Come ovvio, le indagini e i fatti attraverso esse emersi non possono in alcun modo togliere rilievo ai crimini commessi ai danni della popolazione palestinese successivamente al 7 ottobre 2023 nel corso delle operazioni militari intraprese dal Governo di Israele, per i quali si attende il giudizio da parte della Corte Penale Internazionale, da rendersi in conformità allo Statuto di Roma, ratificato da 125 Stati Membri, fra i quali, in un ruolo di impulso e sostegno, l’Italia.

Allo stesso tempo, tali crimini non possono giustificare gli atti di terrorismo (compresi quelli del 7 ottobre
2023) compiuti da Hamas e dalle organizzazioni terroristiche a questa collegate ai danni della popolazione
civile, né costituirne una circostanza attenuante.
Per la giurisprudenza di legittimità costituiscono, infatti, atto terroristico le condotte che, pur se commesse nel contesto di conflitti armati, consistano in condotte violente rivolte contro la popolazione civile, anche se presente in territori che, in base al diritto internazionale, devono ritenersi illegittimamente occupati.