Serpeggia il malcontento tra i medici: Anelli, pronti a un nuovo sciopero

Il presidente della Federazione ordini chiede al ministro di “aprire un tavolo permanente” e attacca: “Stipendi tra i più bassi d’Europa”.

Roma – Serpeggia il malcontento tra i medici che dopo le proteste di novembre, vanno verso un nuovo sciopero. Ad annunciarlo è il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli, sottolineando che nella categoria cresce insoddisfazione e malessere. “Le risorse economiche stanziate con l’ultima legge di bilancio non bastano e gli stipendi restano tra i più bassi in Europa, vicini a quelli dei Paesi dell’Est, con molti professionisti che scelgono di lasciare. Il 25 gennaio i sindacati medici e l’Ordine si incontreranno per decidere forme di mobilitazione. Si va verso lo sciopero della categoria”.

Anelli lancia quindi un appello al ministro della Salute Orazio Schillaci: “Apra subito un tavolo permanente con le organizzazioni mediche”. Il 25 gennaio, chiarisce Anelli, “i sindacati hanno convocato i loro vertici e, insieme all’Ordine dei medici, l’obiettivo è avviare un confronto con il governo sulla base di una piattaforma che stiamo predisponendo ma, al contempo, decidere forme di mobilitazione di tutti i medici italiani. Si va verso un nuovo sciopero della categoria o una manifestazione pubblica imponente se non si registreranno cambiamenti concreti”. Il punto, rileva, è che “il disagio della professione è troppo alto e non c’è una vera interlocuzione con il governo sui vari temi: bisogna ancora decidere la destinazione delle risorse per il 2026 e chiediamo una rivalutazione della figura medica”.

Tanti i nodi sul tavolo, per un 2025 che si apre “in salita” per la Sanità. Tra le questioni calde, sottolinea Anelli, anche l’ipotesi del passaggio a un regime di dipendenza dal Servizio sanitario nazionale per i medici di famiglia. “Questa idea mi pare assurda. Se l’obiettivo è garantire la loro presenza nelle Case di comunità, che saranno aperte h24, il contratto attuale già prevede che ciascun medico impieghi 6 ore settimanali per le
Asl, per un totale di 20 milioni di ore,
dunque la copertura è già assicurata”. Altro punto da chiarire riguarda gli stipendi.

“Va sgombrato il campo da inesattezze, dicendo chiaramente che aumenti non ce ne sono: i 17 euro al mese previsti, infatti, non sono davvero nulla. Né ha avuto effetto il fatto di aver defiscalizzato una parte del lavoro aggiuntivo per smaltire le liste di attesa, perché una norma del contratto blocca le ore aggiuntive al tetto del 2021. Il problema di fondo resta il livello medio degli stipendi in Italia rispetto all’Europa: noi siamo vicini alla Romania e ai Paesi dell’Est, non alla Francia o alla Germania”. Ecco spiegata, aggiunge Anelli, “la scelta di molti medici di lasciare o di diventare medici gettonisti, con danno enorme per l’Ssn”. 

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