L’imprenditore sarebbe contiguo ai clan e li avrebbe usati per intimidire creditori e debitori. In manette Lo Surdo, ex capo ultrà juventino.
Torino – Alba di arresti a Torino e provincia. Gli agenti delle Sisco (sezioni investigative del servizio centrale operativo) hanno arrestato, su ordine del giudice Giorgia De Palma, che ha accolto la richiesta del pm Manuela Pedrotta della procura antimafia cittadina, otto persone ritenute responsabili, a vario titolo, di estorsione, sequestro di persona, violenza privata, porto e detenzione di arma comune da sparo e lesioni personali, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Hanno collaborato alle operazioni anche gli agenti delle Sisco di Milano, Brescia, Bologna e Genova, oltre alle unità cinofile dell’ufficio prevenzione generale e agli agenti del reparto prevenzione crimine Piemonte.
Tra i nomi delle persone finite in manette spicca quello di Francesco Ferrara, 48enne di Rosta, il “re dei mercatini di Natale”, descritto nelle carte del provvedimento cautelare come “un noto imprenditore operante nell’ambito dell’organizzazione di grandi eventi enogastronomici, attivo soprattutto nella produzione di caffè in bassa valle di Susa, titolare di numerose attività commerciali. Dalle attività tecniche e dalle numerose informazioni info-investigative è emersa una sua salda contiguità con elementi di spicco della ‘ndrangheta torinese”.
Ferrara è una figura nota in regione, soprattutto per l’organizzazione di mercatini di Natale, anche a Torino. Secondo gli inquirenti “l’imprenditore, con la protezione di esponenti di vertice della criminalità organizzata di tipo mafioso, esercitava, nei confronti dei suoi collaboratori ovvero di creditori-debitori, una forte intimidazione che spesso culminava in atti violenti o in reiterate minacce, scegliendo in base al profilo della vittima, gli ‘amici’ più idonei”.
Uno degli episodi più eclatanti, secondo la ricostruzione della polizia, è stato commesso, infatti, verso un suo ex collaboratore, “che aveva avuto l’ardire di richiedere, con un’azione legale, il pagamento di circa 20mila euro di provvigioni per l’attività svolta. Ai suoi danni è stato, quindi, organizzato un vero e proprio agguato per costringerlo a rinunciare all’azione legale. L’azione criminale è risultata essere particolarmente violenta, la vittima è stata, infatti, percossa, minacciata anche apponendole una corda al collo e privata della libertà personale“. Analoghe modalità mafiose sarebbero state utilizzate per costringere altre vittime ad assecondare le richieste dell’imprenditore, “che si è avvalso della collaborazione di appartenenti alla ‘ndrangheta o alla criminalità comune”.
Tra gli arrestati c’è anche Giacomo Lo Surdo (difeso dall’avvocato Domenico Peila), già finito in manette nell’operazione “Minotauro” e accusato di estorsione con l’aggravante mafiosa. Un personaggio noto nel panorama della ‘ndrangheta torinese ed ex leader del gruppo del tifo organizzato juventino “Arditi“.
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