Seno e reggiseno, un legame troppo intimo

Un tempo c’erano i corsetti, reggipetto, busti e altre diavolerie scomode e per nulla utili. Poi, dopo la seconda guerra mondiale, venne fuori quello per proteggere le donne dai lavori in fabbrica. Poi entrava in produzione quello odierno di cui esistono diverse varianti che fanno fare al seno ciò che vogliono.

Roma – In principio ci fu il corsetto che, appiattendo il busto, spingeva il seno verso l’alto, offrendolo allo sguardo dell’osservatore, specie di quello più malizioso. Il corsetto fu soppiantato dal reggiseno a partire dalla prima guerra mondiale perché molti di questi “arnesi di tortura” avevano stecche in metallo che servivano allo sforzo bellico. 

Una volta creato il reggiseno, ci si era sbizzarriti sulle forme su cui modellare il seno: a siluro, a proiettile o a cono appuntito. Il reggipetto era stato creato sopratutto per dare protezione alle donne che cominciavano a lavorare nelle fabbriche dopo la seconda guerra mondiale. Lo indossava la conturbante Marilyn Monroe nei suoi film e venne usato decenni dopo da Madonna che cantava “Like a Virgin”.

Il wonder bra o push-up con 54 elementi progettuali che sostengono, modellano, creano effetto scollatura, e così facendo danno l’illusione di aumentare il volume, è stato creato nel 1961 dalla stilista Louise Poirier. Il prodotto debuttò nel mercato americano nel 1994 e fu un successo immediato. Nel primo anno i reggiseni fatturarono 120 milioni di dollari grazie anche a una pubblicità, dichiarata nel 2001, più efficace di sempre. Il reggiseno, indossato da Eva Herzigova nel cartellone che provocò diversi incidenti stradali, recitava così:“…Guardami negli occhi, negli occhi ho detto...” 

Eva Herzigova

Le forme del reggiseno sono cambiate, ma i seni delle donne rappresentano comunque una forte attrazione sessuale, sopratutto fra una parte del pubblico maschile che non sembra scemare. Per una parte dell’universo femminile invece i seni e la rivendicazione del loro possesso e immagine, sono diventati anche testimonial politici.

Basti pensare alle Femen che protestano appunto a seno nudo. Incuranti del femminismo che, dalla pubblicazione nel 1970 di “The Female Eunuch” della Greer, si pone contro l’appropriazione di inesistenti ideali fisici femminili. Sulla  forma dei seni, infatti, si continua a discettare, interrogandosi su come dovrebbe essere il seno perfetto: piatto, tondo, appuntito, conico o naturale. 

La chirurgia estetica che ha visto il suo boom negli ultimi decenni, sembra aver dato una risposta generale: grande e basta. Forse non si sa ma dal 2000 in poi si è registrato un notevole aumento della massa corporea nella popolazione femminile. Dunque un aumento del volume del seno. Già a partire dal 2001, il 27% delle richieste di reggiseni in Gran Bretagna riguardava coppe di misura dalla D in su.

E la tendenza sembra andare verso un ulteriore aumento. Un’opinione in netto contrasto con quella dei nostri antenati greci per i quali invece il seno perfetto era quello della Venere di Milo e l’ideale del corpo maschile era altrettanto morigerato, ad indicare razionalità. Vero o falso?

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