Sei mesi di bugie e depistaggi, poi il crollo: “Sono stato io, l’ho uccisa a martellate”

Voleva i soldi dell’assicurazione, la casa, e un’altra donna. Ha confessato Igor Sollai, il marito di Francesca Deidda, scomparsa da casa il 10 maggio e i cui resti furono ritrovati in un borsone.

SAN SPERATE (Sud Sardegna) – Dopo tante menzogne, ha confessato l’omicidio della moglie. Ci sono voluti sei mesi per ammettere le proprie responsabilità durante un interrogatorio durato più di quattro ore. Igor Sollai, 43 anni, camionista, ha ucciso a martellate la moglie Francesca Deidda, di 42 anni, centralinista in un call-center, facendone poi sparire il cadavere. La donna era sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i suoi resti sono stati ritrovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Francesca Deidda. Da Fb

L’indagato, inizialmente, aveva dichiarato la scomparsa del coniuge e per settimane si sarebbe sostituito alla vittima rispondendo ai messaggi preoccupati di amici e parenti, arrivando anche a inviare al suo datore di lavoro una mail in cui la donna comunicava il suo licenziamento. Inutili stratagemmi con i quali Sollai aveva inteso depistare le indagini ma gli investigatori dei carabinieri non avevano mai preso per buono il racconto del reo confesso. Secondo le indagini il femminicidio sarebbe stato premeditato e motivato da ragioni economiche. Francesca Deidda sarebbe stata brutalmente uccisa con un martello nella loro villetta di via Monastir probabilmente quando la donna riposava sul divano. Una volta ammazzata la donna il suo corpo senza vita sarebbe stato nascosto in un borsone che il camionista trasportava in campagna dove lo ha abbandonato. Gli animali e l’ambiente hanno poi decomposto la salma tanto da rendere difficile l’esame autoptico.

Sollai, che non ha ancora rivelato il movente, avrebbe ucciso la moglie per vedersi pagato il premio di un’assicurazione sulla vita di cui era beneficiario del valore di circa 100mila euro oltre che della piena proprietà della casa coniugale. Il 22 novembre scorso l’autotrasportatore sardo, difeso dagli avvocati di fiducia Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal Pm Marco Cocco, davanti al quale ha ammesso ogni responsabilità sul terribile fatto di sangue. Qualche dubbio si sarebbe appalesato sul momento in cui Sollai avrebbe colpito la moglie a martellate, di cui una cosi violenta da fratturarle il cranio:” Francesca non stava dormendo – ha detto il presunto assassino – era sveglia. Stavamo litigando e a un certo punto l’ho uccisa. Ho fatto tutto da solo. Non riesco a spiegarmelo, non so come sia potuto accadere…”.

Igor Sollai

Nei prossimi giorni il presunto killer potrebbe essere interrogato di nuovo perché gli inquirenti intendono chiarire anche il movente anche se ormai l’interesse economico sembra scontato:

Igor Sollai ci ha contattato e comunicato che dopo aver riflettuto su tutti gli elementi emersi finora e dopo i numerosi confronti avuti con noi, aveva deciso di confessare il delitto ha raccontato l’avvocato Carlo Demurtas – L’interrogatorio è durato circa quattro ore e si è parlato solo ed esclusivamente della dinamica dell’omicidio. Il nostro assistito ha ammesso che l’omicidio è avvenuto in casa, che ha fatto tutto da solo, che ha portato lui il cadavere di Francesca sul luogo dove poi è stato occultato e ritrovato dopo circa due mesi. Ci sarà un nuovo interrogatorio, la data è ancora da concordare, per definire tutti gli altri aspetti”.

La casa di via Monastir dove si è consumato il delitto

Ad incastrare l’assassino sarebbero stati, oltre agli altri gravi indizi, le cospicue macchie di sangue rilevate dagli esperti del Ris sia nella casa coniugale che nell’auto di Sollai, una Toyota Yaris in uso alla moglie; la tentata vendita della vettura con la raccomandazione rivolta ai probabili acquirenti di pulirla per bene e diversi sacchi neri, rinvenuti dai militari in un ripostiglio di casa, che contenevano prodotti chimici usati per le pulizie profonde:” Non c’entro niente, sono innocente, non sono stato io – gridava a gran voce Sollai – ho solo accompagnato mia moglie lungo la statale 125 ed è scesa viva dall’auto, poi  non l’ho vista più”. Una versione dei fatti che faceva acqua da tutte le parti. L’obiettivo del marito assassino sarebbe stato quello di rifarsi una vita con la donna con cui aveva una relazione extraconiugale da circa un anno.

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