Il netturbino con la fissa di sfondare nel mondo dello spettacolo avrebbe utilizzato sempre la stessa tecnica per adescare e sedurre le sue presunte vittime: social network, chat, appuntamento al bar, droga o narcotico nelle bevande e violenza sessuale. La figlia lo difende: “E’ tutta una montatura, a papà non mancavano le donne”.
ROMA – Si trova agli arresti domiciliari, in casa di parenti a Cerveteri, perché avrebbe stuprato almeno sei donne conosciute sui social, la figlia invece difende il padre che non avrebbe mai commesso reati cosi infamanti. L’indagato per violenza sessuale e somministrazione di sostanze stupefacenti si chiama Ubaldo Manuali, 59 anni, netturbino originario di Riano, con la fissa di sfondare nel mondo dello spettacolo. Pare che adescasse le sue vittime tramite i suoi diversi profili social aperti su Facebook e Instagram attraverso i quali, dopo un breve periodo di conoscenza virtuale e una fitta messaggeria, chiedeva il primo appuntamento alla donna di turno per poi incontrarla in un bar o a casa della presunta vittima.
Manuali non si sarebbe limitato alle violenze sulle donne consumate facendo bere aperitivi a base di Lormetazepam, una benzodiazepina con forti effetti ipnotici e sedativi, ma avrebbe postato sui medesimi social e forse anche altri video e foto hard dei suoi incontri intimi. L’operatore ecologico si presentava sui suoi diversi profili con frasi ad effetto e citazioni del Corvo ed in particolare di Keanu Reeves, personaggio a cui si era ispirato imitandolo nel suo look trasandato, capelli e barba lunghi, ed un modo di camminare dinoccolato che pare lo rendesse più attraente. Manuali aveva pubblicato anche una foto con Papa Francesco come testimonianza della sua fede cristiana rafforzata da una grossa croce che teneva al collo. Sono almeno sei le donne che hanno sporto denuncia ed una di loro ha deciso di raccontare la propria terribile esperienza.
Va da sé che l’iter giudiziario è ancora nelle fase investigativa dunque l’indagato è da considerarsi innocente sino ad eventuale condanna definitiva. Il racconto della presunta vittima, però, sembra coerente con la realtà nonostante siano in corso i riscontri:
” Quell’uomo mi ha chiesto l’amicizia su Facebook a fine 2020 – racconta Stefania Loizzi, presunta vittima del netturbino – Ho visto che in comune avevamo un’amica. Lei mi ha detto che era una persona tranquilla e simpatica e allora ho accettato l’amicizia. Lui mi parlava della figlia, della sua frequentazione in chiesa, del suo padre spirituale. Poi ci siamo scambiati il numero di cellulare…”.
Poi i due si incontrano per un caffè o un aperitivo e parlano per ore con tono confidenziale:
”La prima volta che ci siamo visti mi ha portato rosari e santini – aggiunge la donna – Ci vedevamo sempre fuori casa. Lui mi faceva foto anche se io non volevo. Poi mi ha detto che gli interessavo come persona. Gli ho risposto che potevamo essere solo amici. Sono passati mesi senza vederci”.
Poi sarebbe stato Manuali a rifarsi vivo:
“La sera del 14 febbraio scorso mi ha chiamato – prosegue Loizzi – avevo un braccio ingessato per una frattura, avevo perso da poco mia mamma. Era un brutto periodo. Prima mi ha detto che passava a prendermi e che cenavo a casa sua. Non volevo, non mi andava, poi ho accettato… Subito dopo mi ha richiamata dicendo che portava la cena a casa mia: dall’antipasto al dolce, fino al vino. Ero giù, ho accettato. Una volta a casa mia ha aperto il prosecco per fare un brindisi. Ho bevuto e mi ricordo solo che ero andata in cucina a prendere le patate. Poi, il buio”.
A prestare fede al racconto della donna è facile ipotizzare che il sedativo versato nel prosecco avesse fatto effetto, tanto da intontire la donna per diverse ore sino al risveglio nel proprio letto:
” Non riuscivo a vedere bene – conclude Loizzi – Ho trovato una sua mano sulla faccia, ho reagito male e gli ho detto: schifoso, che fai nel mio letto?”. Lui mi ha risposto che mi ero sentita male e non voleva lasciarmi sola. Ho avuto la forza di voltarmi e ho visto che era senza pantaloni, ma sono crollata”.
Poi la conferma dei medici: violenza e farmaco nel sangue. Pare che anche madre e figlia abbiano subito la stessa sorte ed anche un’altra donna a cui il supposto stupratore seriale avrebbe messo il narcotico nel caffè prima di salire nell’abitazione della vittima per abusarne sessualmente. Le denunce indagini sono condotte dal commissariato di PS Flaminio Nuovo di Roma e dalla Squadra Mobile di Viterbo. Anche anche altre donne, sulla scorta di quanto apparso sulla stampa, si sarebbero decise a rivelare i particolari delle terribili esperienze subìte.
Nell’ordinanza di custodia cautelare contenuta in 22 pagine di atti giudiziari il Giudice per le indagini preliminari di Viterbo, Simona Poli, è lapidario:
“Ubaldo Manuali ha una spiccata capacità criminale mossa da una maniacale perversione che l’ha portato a conservare i video delle violenze sulle donne che strumentalizza per soddisfare i suoi impulsi sessuali”. Il netturbino, sempre secondo il Gip, ha una “totale incapacità di autocontrollo rispetto alle proprie perversioni», manifestata dal fatto che «stordisce anche la donna con cui aveva avuto rapporti consenzienti e questo al fine di superare il suo rifiuto ad essere filmata e ad avere rapporti di altra natura…E’ abile a far credere alle sue vittime, pur di fronte ad espliciti sospetti, non solo che non le abbia abusate ma che addirittura le abbia aiutate mentre non si sentivano bene…Manuali è incurante delle conseguenze che la somministrazione di narcotici può avere sulla salute delle vittime”.
Pare che nel 2018 e nel 2019 già altre donne avessero subito gli stessi trattamenti di quelle che oggi hanno avuto il coraggio di rivolgersi agli organi di polizia. Secondo la figlia di Manuali, di contro, si tratterebbe di una vera e propria montatura:” Mio padre non aveva bisogno di fare queste cose, a lui le donne non sono mai mancate…”.