Sea Eye 5 bloccata davanti a Pozzallo: braccio di ferro tra la ONG e il Viminale

Dopo il cambio di porto da Taranto a Pozzallo, le autorità vogliono far sbarcare solo i fragili. Il comandante e il sindaco chiedono lo sbarco immediato di tutti i 65 migranti.

Pozzallo – Il braccio di ferro con il Viminale è iniziato ieri e non si è ancora concluso. Alla Sea Eye 5, nave della ONG tedesca Sea Eye, era stato inizialmente assegnato il porto di Taranto come destinazione per lo sbarco. Ma il comandante, ritenendo insicuro affrontare un lungo viaggio con circa sessanta persone a bordo, ha insistito per una soluzione diversa. Nella notte è arrivata la comunicazione: nuova destinazione, Pozzallo.

Tuttavia, quando oggi la nave è giunta al largo del porto siciliano, si è trovata di fronte a un nuovo ostacolo. “Non ci è mai capitata una cosa del genere”, denuncia il portavoce della ONG, Gorden Isler, mostrando la mail ricevuta dalla sala operativa della Guardia Costiera di Roma che, alle due della scorsa notte, confermava l’assegnazione del porto di Pozzallo senza restrizioni. “Ora invece ci chiedono di effettuare un trasbordo e di far scendere solo i soggetti più fragili, per poi proseguire verso Taranto. Una follia”.

Il sindaco di Pozzallo

Anche il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, lancia un appello affinché vengano fatti sbarcare immediatamente tutti i migranti a bordo: “Ci sono da ore 65 persone in mezzo al mare e sotto il sole. Si parla di operazioni di trasbordo per far scendere solo i più vulnerabili. Ma chi dovrebbe certificare la loro fragilità? Una decisione del genere, in un momento tanto delicato nel Mediterraneo, è inaccettabile e incomprensibile. Pozzallo, città di Giorgio La Pira, deve accogliere tutti. È questa l’unica scelta degna di un governo civile e umano”.

A bordo ci sono 58 adulti e 7 minori, soccorsi ieri a 60 miglia a nord della Libia, in acque internazionali. “L’Italia continua a fare pressioni sulle navi di soccorso civili, impartendo istruzioni impossibili da eseguire”, conclude Isler.

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