Dovrà rispondere di estorsione il noto inviato di Striscia La Notizia, Cristian Cocco, 51 anni, denunciato dal suo operatore di ripresa video. Intanto Mediaset da tempo ha preso le distanze.
Oristano – L’attore sardo, innocente sino ad eventuale condanna definitiva, dovrà presentarsi il prossimo 2 febbraio davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Oristano, Federica Fulgheri, per rispondere del grave reato ascrittogli in danno di Massimo Antonio Aversano, il cameraman da cui Cocco avrebbe preteso circa 60mila euro, ovvero parte dei compensi guadagnati dal tecnico con Mediaset a fronte dei video realizzati per la nota trasmissione satirica.
Qualora il tecnico glieli avesse negati, Cocco avrebbe interrotto la collaborazione rivolgendosi ad altri. Aversano, a suo dire, avrebbe versato nel tempo l’ingente somma all’ormai ex inviato di Striscia con il quale poi avrebbe chiuso ogni rapporto. Di contro Cocco, tramite il suo avvocato Cristina Puddu, riferisce una versione nettamente differente, dichiarandosi completamente estraneo ai fatti e in grado di dimostrarlo davanti al giudice.
Per la difesa infatti le accuse sarebbero false e le prove a favore di Cocco sarebbero numerose e valide, e verranno prodotte in udienza. Puntuale la nota di Mediaset che ha preso le distanze da Cocco già anni addietro:
”Riguardo le notizie diffuse recentemente da alcuni organi di stampa – si legge nel comunicato – Striscia la notizia precisa che Cristian Cocco non fa più parte della squadra di inviati del tg satirico di Antonio Ricci fin dalla stagione 2018/2019 e che il contenzioso di cui si parla non la vede coinvolta”.
Nel frattempo però il Pm Andrea Chelo chiedeva il rinvio a giudizio per l’attore sardo, già assente dalla trasmissione di Ricci da diversi anni. La fortunata carriera televisiva di Cristian Cocco era iniziata nel 2000 come barzellettiere concorrente del notissimo spettacolo La sai l’ultima?, trampolino di lancio di numerosi artisti. Poi l’incontro con Antonio Ricci, nel 2004, che aveva previsto per Cocco l’interpretazione dell’inviato sopra le righe vestito con il tradizionale abito sardo e in compagnia di un gruppo di coristi conosciuti come “I Tenorenis” e dalle “Quote Rosas” 4 anni più tardi, nel 2008. Nel 2009 e nel 2011 il comico partecipava a due edizioni di Paperissima Sprint.
Nell’estate del 2013 parteciperà ancora a una nuova edizione di Paperissima Sprint insieme a Giorgia Palmas, Vittorio Brumotti e il Gabibbo. Ad accompagnare Cristian Cocco negli sketch la sua “Ajò Band” oltre a un gruppo di bravi artisti circensi denominati per l’occasione “I Circocco”. Da giugno a settembre 2014 Cocco entra a far parte del cast di Paperissima Sprint, per la quarta volta, interpretando un improbabile bagnino, “Su bagninu“, oltre a intervenire con intermezzi musicali insieme ai “Sonausu“. Ironia della sorte, Cocco si è sempre occupato di smascherare le ingiustizie che accadevano nella sua amatissima terra, ma anche altrove, oltre allo spreco di denaro pubblico, sino al 2018.
Ma un anno prima e fino al 2019 Cocco aveva preso parte a L’Isola di Pietro, fiction ambientata a Carloforte e trasmessa dalla Rai, che vedeva Gianni Morandi nel ruolo di protagonista. Anche qui l’attore oristanese aveva interpretato il ruolo del “buono” e di colui il quale faceva rispettare la legge, nei panni dell’ispettore Pinna. Un poliziotto sempre schierato dalla parte dei più deboli e dei cittadini onesti contro delinquenti senza scrupoli, che riusciva ad assicurare alla giustizia con una certa facilità. Stavolta Cocco si trova dall’altra parte della barricata e dovrà dimostrare che non c’entra nulla con quanto gli sarebbe stato contestato di penalmente rilevante.
In buona sostanza Cristian Cocco avrebbe detto al suo ex operatore che il personaggio famoso era lui e che pertanto, se avesse voluto continuare a lavorare, avrebbe dovuto cedergli una parte degli utili sennò l’attore si sarebbe rivolto ad altri. Ovviamente questa rimane la versione di chi denuncia e non quella di chi ne subisce le conseguenze, che nega di essersi approfittato del tecnico che avrebbe sborsato fior di milioni, come si diceva ai tempi della lira, pur di lavorare. Ajò!…