Il ministro torna sulle misure a difesa degli insegnati, sull’uso del cellulare in classe e sui punti fondamentali del suo programma.
Roma – “Ne ho parlato poco fa col ministro Nordio. L’adulto che metta le mani addosso, picchi un docente, un dirigente scolastico, compie un atto di aggressione intollerabile e credo che l’arresto in flagranza sia un deterrente notevole”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, a Didacta Italia. Oltre al tema aggressioni agli insegnanti, il ministro è tornato sulla questione telefonini in classe. “Il cellulare rischia di essere un elemento di forte distrazione, di conflittualità nei confronti dello stesso docente. Parliamo delle Medie, delle Superiori. Un docente che si è addirittura dimesso perché era stato preso a pugni da un ragazzo che voleva continuare a guardare il cellulare mentre lui spiegava. Disintossichiamo i nostri bambini”.
“Facciamo vedere che si può vivere senza il cellulare in mano. Facciamoli riscoprire la bellezza e l’immediatezza della carta e della penna, che generano la vera creatività. Non è un caso che tanti Paesi si stanno orientando in questa direzione, da ultimo Israele e Brasile. Difendo questa scelta, è utile per i nostri
ragazzi”, ha concluso il ministro. Valditara in un’intervista al Corriere della Sera fa il punto su una delle riforme più importanti del suo mandato: latino alle medie, alle elementari la Bibbia come l’Odissea e la storia basata sull’Occidente. “Le nuove indicazioni nazionali pubblicate ieri entreranno in vigore dal settembre 2026, perché dobbiamo dare il tempo alle case editrici, ultimata la consultazione pubblica, di scrivere i nuovi libri di testo. I programmi delle scuole superiori cambieranno dall’anno successivo”, spiega.
Alla domanda sul perché il latino, Valditara risponde: “Per quattro motivi: è una palestra di logica e abitua al ragionamento; come diceva Gramsci, abitua a studiare; aiuta a capire la grammatica e sintassi italiana e ad esprimersi meglio; è la testimonianza di una civiltà che ha condizionato la civiltà occidentale, la nostra”. Poi, a proposito del fatto che il programma di Storia è tutto basato sull’Occidente, il ministro afferma: “Perché è fondamentale capire chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare. Dedicheremo due interi anni delle elementari a studiare i greci e i romani e l’impatto del Cristianesimo sul mondo classico”. Quanto a egizi, fenici e sumeri, “si studieranno come civiltà del Mediterraneo in terza elementare, dove si contrae la parte dedicata ai dinosauri e alla preistoria. E poi sarà raccomandata un’attenzione alla parte più recente della storia: dalla Seconda guerra mondiale alla fine del secolo scorso”.
Sul fatto che la Bibbia sia messa insieme a Iliade e Odissea come fonte storico/letteraria, Valditara afferma: “La Bibbia come l’Iliade e l’Odissea è una grande testimonianza culturale. Penso all’Ulisse di James Joyces come ad un esempio di quanto vitale sia questa tradizione nella cultura europea. La Bibbia è a fondamento di molta parte della nostra arte, della nostra letteratura e della nostra musica. L’insegnante leggerà e commenterà con i bambini alcuni passi”.