Scontro politico nella giornata contro l’omofobia, quei diritti Lgbt della discordia

Zan attacca il governo Meloni: “Vergognosi, hanno affossato il mio ddl”. Pro Vita e Famiglia “Non sia occasione di propaganda gender”.

Roma – Il primo a dire basta discriminazioni, aggressioni e discorsi d’odio è il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Nel giorno in cui si celebra la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia, la politica torna a discutere di un tema di scontri all’ultimo sangue. In molti ricorderanno i giorni e le notti del dibattito sul ddl Zan – poi naufragato – che hanno portato alla ribalta un tema culturale, sociale e non solo politico. Da Mattarella, al premier Meloni, sono in molti a voler intervenire per dire basta all’omofobia. E non manca qualche polemica, come quella di  Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd, autore del noto ddl della discordia, che oggi accusa il governo di averlo “affossato”.

Ma il presidente della Repubblica tira le fila del discorso, con un messaggio chiaro: “I principi di eguaglianza e non discriminazione, sanciti dalla nostra Costituzione, sono un presupposto imprescindibile – dice – per il progresso di qualsiasi società democratica e per la piena realizzazione di ogni persona umana. Sono più di sessanta i Paesi nel mondo in cui l’omosessualità viene punita con la reclusione, in alcuni ancora si rischia persino la pena di morte”, ricorda Sergio Mattarella. Anche la premier Giorgia Meloni parla della battaglia “contro ogni discriminazione” come “priorità per tutte le Istituzioni, ad ogni livello”, investendo sulla prevenzione e sul supporto alle vittime”. Il governo, fa notare “sarà sempre in prima linea contro ogni violenza inaccettabile”. Dello stesso avviso il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Alessandro Zan

Ma Zan li attacca direttamente e senza peli sulla lingua: “L’Italia – denuncia – è l’ultimo Paese fondatore Ue e uno degli ultimi Paesi occidentali senza una legge contro i crimini d’odio basati sull’orientamento sessuale o l’identità di genere delle vittime, un ritardo di decenni che pesa sulla vita e sulla pelle della cittadinanza Igtb. Il governo Meloni – la stessa destra che nell’ottobre 2021 ha esultato in Senato come allo stadio per aver affossato il dl Zan – ha sdoganato un linguaggio d’odio dalle istituzioni che arma mani violente nella società e ha messo in campo una vera e propria crociata contro le famiglie arcobaleno, trascinando in tribunale genitori come fossero criminali per distruggere quelle stesse famiglie”.

“Per questo sono vergognosi, inopportuni e ipocriti post comparsi oggi – attacca ancora Zan – sui canali ufficiali di Ministeri, come quello dell’istruzione, per celebrare questa giornata. Ministero guidato da Valditara, che cerca in ogni modo di cancellare le carriere alias nelle scuole, ledendo la dignità di tante giovani persone trans, che blatera di propaganda gender per generare paura e stigma nei genitori, alimentando violenza e discriminazione. Questa destra, in questa giornata, si conferma vigliacca: cerca di nascondere dietro una pennellata di rainbow-washing tutta l’omotransfobia che sta dilagando anche nelle istituzioni. Vergogna”. Sulla scia di Zan, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

Laura Boldrini

Boldrini attacca sulla “guerra ingaggiata dal governo Meloni e dalla maggioranza soprattutto contro le famiglie arcobaleno trascinate in tribunale e le persone trans a cui si vuole negare il diritto alla salute, ma anche i discorsi d’odio pronunciati contro di loro e l’eterna opposizione all’educazione alle differenze nelle scuole, che sono – fa notare – l’ennesima dimostrazione che non serve cambiare le leggi già in vigore per minare i diritti delle persone. Lo abbiamo visto anche con l’aborto e i consultori, lo vediamo con le persone Lgbtqia+”. Il leader M5S Giuseppe Conte aggiunge: “Come ci ricorda Mattarella, noi dobbiamo seminare dialogo e non odio perché l’odio ci porta alla tempesta”. Diametralmente opposta la posizione di Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia.

La Giornata Internazionale contro l’omotransfobia, istituita nel 2004 dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea, “non si trasformi nell’ennesima occasione di propaganda gender e Lgbtqia+: sì al pieno rispetto della dignità personale di chiunque, – avverte Coghe – no all’agenda politica e ideologica gender e Lgbtqia+”. Per il portavoce di Pro Vita & Famiglia “ogni forma di violenza o ingiusta discriminazione contro le persone, per qualsiasi motivo, deve essere severamente punita dalla legge – prosegue -, ma troppo spesso il 17 maggio viene strumentalizzato per moltiplicare i progetti ‘arcobaleno’ nelle scuole di ogni ordine e grado o per diffondere l’illegale Carriera Alias, che confonde l’identità sessuale di bambini e adolescenti radicando la malsana idea che si possa nascere in un “corpo sbagliato”.

Coghe passa al contrattacco di Zan e Boldrini parlando di “istanze pericolose o antiscientifiche, che violano il diritto del bambino a una mamma e un papà, quali l’adozione per coppie omosessuali e l’utero in affitto (che è disumano sempre, anche per coppie etero), o il cambio di sesso per i minori promosso dall’approccio affermativo alla disforia di genere, la fluidità sessuale e l’eliminazione di ogni differenza tra uomini e donne, anche nel linguaggio con asterischi e schwa, che spesso porta ad ancora più discriminazioni, come nel mondo dello sport e nell’uso di bagni, spogliatoi e luoghi riservati alle donne da parte di uomini che si sentono donne”. Oggi, nel giorno contro l’omofobia, lo scontro ideologico tocca punte inevitabilmente alte.

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