Scontro devastante all’alba: due feriti gravi e molti interrogativi

Soccorsi disperati per salvare due dei quattro feriti estratti dalle lamiere. Un conducente positivo alla droga, l’altro era senza patente.

Milano – Un incidente violento ha sconvolto alle prime luci dell’alba viale Fulvio Testi, trasformando per alcuni minuti la trafficata arteria tra il capoluogo lombardo e Monza in uno scenario di caos e soccorsi frenetici.

Poco prima delle 6:30 una Opel Corsa, su cui viaggiavano tre giovani, e una Mercedes Classe G Brabus si sono scontrate, provocando quattro feriti. Due di loro versano in condizioni molto gravi: un 21enne della Opel, arrivato al Niguarda in arresto cardiaco e sottoposto a un delicato intervento, e una 30enne trasportata inizialmente al Policlinico in codice giallo ma poi dichiarata in prognosi riservata. Gli altri due coinvolti, un 23enne e un 32enne, sono stati portati al San Raffaele e al Fatebenefratelli per ulteriori accertamenti.

Dalle prime indagini della polizia locale emergono dettagli significativi: uno dei conducenti è risultato positivo al pre test antidroga, mentre l’altro era alla guida senza patente. Gli agenti stanno ricostruendo ogni fase dello scontro per definire con precisione ruoli e responsabilità. L’urto, avvenuto in un tratto già molto frequentato a quell’ora, è stato talmente forte da distruggere ampie parti dei veicoli. I vigili del fuoco sono intervenuti per liberare la giovane rimasta bloccata all’interno del Suv, mentre il traffico è stato parzialmente deviato per consentire i soccorsi e i rilievi.

Il quadro sanitario appare diverso per ciascuno dei quattro feriti, ma due restano in condizioni critiche: il 21enne in pericolo di vita e la 30enne la cui situazione è peggiorata durante le prime ore di ricovero. Gli altri due non sarebbero invece in condizioni tali da far temere il peggio.

Un ulteriore elemento emerso nel corso degli accertamenti riguarda un 20enne che inizialmente aveva raccontato di essere sceso da un tram per aiutare i feriti. Le telecamere e alcune testimonianze hanno invece confermato che si trovava nel Suv al momento dello scontro. Una scarpa ritrovata nell’abitacolo e la conferma di un soccorritore hanno definitivamente chiarito la sua reale presenza nel veicolo.