Sciopero trasporti: venerdì a rischio per bus, metro e tram, ma si avvicina la pace sindacale

Cub Trasporti e sigle di base incrociano le braccia, mentre i confederali firmano il contratto e revocano lo stop di aprile.

Roma – Domani, venerdì 21 marzo, si preannuncia una giornata complicata per il trasporto pubblico locale in Italia. Uno sciopero nazionale di 24 ore, proclamato dai sindacati di base Cub Trasporti, Sgb, Cobas Lavoro Privato e Adl Cobas, metterà a rischio bus, metro e tram nelle principali città, con fasce di garanzia diverse da nord a sud. La protesta, che chiede aumenti salariali, condizioni di lavoro meno usuranti, più sicurezza e un freno alle privatizzazioni, si scontra con un contesto di distensione: nelle stesse ore, i sindacati maggioritari (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti) hanno firmato l’accordo sul contratto collettivo nazionale con le associazioni datoriali, revocando lo sciopero previsto per il 1° aprile. Una pax che, dopo mesi di agitazioni, segna un punto di svolta tra governo e confederali, ma non ferma le sigle di base.

A Roma, l’agitazione coinvolgerà la rete Atac e i servizi periferici gestiti da operatori privati. Il servizio sarà garantito solo da inizio corse alle 8.30 e dalle 17 alle 20, con possibili disagi al di fuori di queste fasce. A Milano, Atm assicura la regolarità di metro, bus e tram fino alle 8.45 e dalle 15 alle 18, ma tra questi orari il rischio di stop è alto. A Napoli, Busitalia Campania ha fissato le fasce protette dalle 6.30 alle 9 e dalle 13 alle 16.30, mentre a Torino Gtt garantirà il servizio urbano e la metro dalle 6 alle 9 e dalle 12 alle 15, e quello extraurbano fino alle 8 e dalle 14.30 alle 17.30.

Non solo lo stop nazionale. Domani si aggiungono agitazioni locali: a Latina, 24 ore di sciopero per Csc Mobilità (Filt-Cgil, Uilt-Uil, Ugl-Fna); a Genova, 4 ore per il personale Amt (Rsa Ugl Autoferro); a Firenze, 24 ore per Gest (Cobas Lavoro Privato); nelle province di Roma e Latina, 24 ore per Schiaffini Travel (Slm-Fast-Confsal); in Umbria, 24 ore per Busitalia-Sita Nord (Usb Lavoro Privato). Un mosaico di proteste che potrebbe amplificare i problemi, soprattutto per chi si sposta tra città e periferie.

Cub Trasporti e le altre sigle di base, escluse dal tavolo della pre-intesa sul contratto, portano avanti una battaglia su salari (chiedono 300 euro di aumento), riduzione dell’orario da 39 a 35 ore senza tagli, sicurezza sul lavoro e stop alle privatizzazioni. Una linea dura che non ha trovato sponda nei confederali, i quali, con Agens, Asstra e Anav, hanno siglato un’intesa al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. “Abbiamo sciolto i nodi principali”, dichiarano Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, revocando lo sciopero di aprile. Una mossa che evidenzia la frammentazione sindacale, ma anche un tentativo di pacificazione dopo un 2024 segnato da continue agitazioni.

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