L’ora della verità è ancora distante. L’unica cosa certa rimane la morte, orrenda, della mamma di Altavilla con i suoi due figli, selvaggiamente torturati e poi finiti per “purificare” la casa.
ALTAVILLA MILICIA (Palermo) – E’ iniziato lo scarica barile fra Giovanni Barreca, il fanatico religioso che avrebbe sterminato più di mezza famiglia, e i due compagni di merende, Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia di “sciamani religiosi” che avrebbe partecipato alla mattanza assieme alla figlia di Barreca. Quest’ultima, come pare, con un ruolo di primo piano. Il muratore di Altavilla accusa i due di averlo plagiato dunque di avere agito contro moglie e figli in stato di alterazione mentale. Carandente e Fina, di contro, dicono che Barreca vaneggia e che, addirittura, non sarebbero stati presenti all’omicidio di Antonella Salamone e dei due figli Kevin ed Emanuel.
Tutti e tre torturati selvaggiamente prima di essere finiti dopo una lunga e dolorosa agonia. I tre complici parlano per bocca dei rispettivi avvocati mentre la ragazza diciassettenne, che ha ricostruito l’evolversi degli eventi delittuosi con estrema precisione e ricchezza di particolari, non sarebbe affatto pentita delle sue riprovevoli azioni nelle convinzione di essere nel “giusto” ovvero di aver scacciato il demonio da casa:
”La ragazza verrà interrogata di nuovo – ha detto il procuratore per i Minorenni di Palermo, Claudia Caramanna – questo è sicuro ma solo dopo che tutti gli elementi saranno stati analizzati e sarà sentita sulla base di quanto emergerà dalle altre attività investigative. Non solo, parteciperò anche ai prossimi interrogatori degli altri tre indagati maggiorenni con i colleghi di Termini Imerese in modo da ricostruire con la massima scrupolosità ogni istante della vicenda”.
Il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, ed il Pm Manfredi Lanza, di concerto con i colleghi della Procura minorile, sentiranno ancora una volta gli altri tre protagonisti della tragedia dopo gli accertamenti tecnici su telefonini e computer in uso agli indagati cosi da avere in mano altri importanti indizi. Nel frattempo si sta delineando una situazione assai complicata fra i tre “Fratelli di Dio” che avrebbero partecipato al massacro:
”Barreca continua a ripetere di aver voluto liberare la famiglia dal demonio – riferisce il penalista dell’indagato Giancarlo Barracato – mi ha parlato di plagio da parte della coppia. Era come imbambolato. Cominciano a riaffiorare in lui tante scene che lo portano a scagliarsi contro Carandente e Fina”.
L’avvocato difensore ha ottenuto dal Gip termitano la perizia psichiatrica per il proprio assistito che verrà eseguita a breve dallo psichiatra Alberto Caputo e dalla criminologa Roberta Bruzzone. Di contro anche la coppia di “esorcisti” passa al contrattacco:
“Sabrina Fina ha chiesto di essere sentita dai magistrati per chiarire la loro posizione – ha raccontato il difensore, avvocato Marco Rocca – credo anche Massimo Carandente vorrà essere sentito dai magistrati di Termini Imerese. Non l’ho sentito ma credo che anche per lui preparerò una richiesta. Ci sono tanti aspetti da chiarire e spiegare per fare luce su quanto successo nella villetta di Altavilla. I due affermano che non si trovavano nella villetta di Altavilla quando si sarebbero consumati i delitti…”
Anche la ragazza sarebbe stata plagiata dai due indagati ma, ovviamente, bisognerà dimostrarlo e, al momento, queste dichiarazioni lasciano il tempo che trovano e, in futuro, dovranno essere supportate da prove e riscontri. Del resto proprio la diciassettenne, apparsa da subito molto lucida e controllata nelle emozioni, potrebbe avere avuto un ruolo centrale nella strage familiare. Infatti quando raccontava ai magistrati inquirenti delle disperate richieste d’aiuto da parte della madre mentre la torturavano, la giovane non tradiva affatto alcuna emozione e non ha spiegato il perché non avrebbe soccorso la genitrice predestinata alla morte perché considerata figlia di Satana.
La ragazza dunque avrebbe tentato di alleggerire la posizione del padre tentando di accollare ogni responsabilità ai due “esorcisti” palermitani, il resto non sarebbe altro che una lunga sequela di “non ricordo” e “mi ero addormentata”. A qualsiasi altra ragazza sarebbero ceduti i nervi attesa la giovane età e la pressione emozionale dell’interrogatorio ma la figlia di Barreca ha dimostrato sangue freddo e perfetta padronanza dei propri turbamenti. Fatti che si riscontrano solo in personaggi di notevole caratura criminale in vicende orrende come questa.
La difesa di Barreca ha chiesto anche di entrare nella villetta di Altavilla Milicia per un sopralluogo sulla scena del crimine alla ricerca di ulteriori indizi oltre che per l’analisi delle strane iscrizioni sui muri di casa vergate a mano durante i giorni della carneficina.