Scarcerato l’agente che ha investito e ucciso un 25enne

Il gip: “Non sussiste pericolo di reiterazione”. Il poliziotto, positivo all’alcol test, era sottoposto a due anni di sorveglianza sanitaria per problemi di alcolismo.

Milano – Torna in libertà il poliziotto di 26 anni che sabato scorso, poco prima delle 6 del mattino, ha travolto e ucciso con la sua auto Matteo Barone, 25 anni, mentre attraversava sulle strisce pedonali in via Porpora, all’angolo con via Ingegnoli.

Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto del giovane agente, detenuto da sabato nel carcere di Bollate, con l’accusa di omicidio stradale ma ha escluso la necessità di misure cautelari, ritenendo non sussistenti i presupposti per la carcerazione preventiva.

Secondo il magistrato, non esisterebbe il rischio di reiterazione del reato, nonostante il pm di turno Maurizio Ascione avesse richiesto la custodia cautelare proprio per questo pericolo. Il giovane era risultato positivo all’alcoltest alcune ore dopo l’incidente, con un tasso di 0,63 grammi per litro (superiore al limite di 0,5 consentito), ed era già sottoposto da due anni a sorveglianza sanitaria per una precedente “intossicazione etilica” riscontrata fuori servizio.

“L’indagato – al netto della sua appartenenza alle forze dell’ordine – è soggetto incensurato, ha tenuto un contegno ampiamente collaborativo e la sospensione della patente elimina il pericolo di reiterazione”, ha scritto il gip nella sua ordinanza.

Le autorità hanno sequestrato il telefono cellulare dell’agente per verificare se al momento dell’impatto stesse utilizzando il dispositivo. Un testimone ha confermato che l’auto viaggiava ben oltre il limite di 50 km/h della zona e lo stesso indagato avrebbe ammesso una velocità di circa 70 km orari. Il giovane non aveva nemmeno frenato prima dell’impatto.

La procura aveva sottolineato anche il fatto che il 26enne si fosse inizialmente allontanato dall’ospedale quando aveva saputo dell’imminente alcoltest, per poi essere rintracciato dai colleghi e sottoposto al test intorno alle 9 del mattino.

L’avvocato difensore dell’agente, ha riferito la “estrema partecipazione per la morte di Matteo Barone” del suo assistito e della famiglia. “Non ci sono altre parole per una disgrazia di questa portata. L’indagato ha collaborato in tutti i modi, non si è allontanato con secondi fini dall’ospedale e nell’immediatezza ha prestato soccorso come è addestrato a fare”, ha dichiarato il legale, aggiungendo che il giovane “è sconvolto dalla situazione e il suo pensiero fisso è per la vittima”.

Al poliziotto resta sospesa la patente di guida mentre proseguono le indagini della Polizia locale.

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