Sanità, medici e infermieri italiani guadagnano il 22% in meno rispetto a Paesi Ocse

Fotografia impietosa del settore emersa nel Rapporto Eurispes-Enpam. Ugl: “Adeguare subito retribuzioni per rimanere competitivi”.

Operatori sanitari sempre più stanchi, frustrati e in cerca di vie di fuga e un SSN che sembra completamente allo sbando. E’ questa la fotografia impietosa emersa nel 3° Rapporto sulla Salute e il Sistema Sanitario Eurispes-Enpam, presentato questa mattina a Roma.

In un confronto con i paesi dell’area Ocs emerge che il reddito annuale dei medici specialisti in Italia risulta di quasi il 22% più basso della media, con penalizzazioni molto forti rispetto a Svizzera, Olanda, Germania, Irlanda e rilevanti anche con Danimarca e Regno Unito. Anche per il reddito medio annuale degli infermieri ospedalieri l’Italia si colloca oltre il 22% al di sotto della media Ocse.

Secondo il report, bassi stupendi, turni massacranti e aggressioni hanno concorso a ridurre l’attrattività del Ssn: è difficile reclutare nuovi operatori e trattenere quelli già in servizio. Chi lascia il Ssn va all’estero o nel privato alla ricerca anche di orari più flessibili, maggiore autonomia professionale, minore burocrazia. Nel nostro Paese si contano 1,8 medici ogni mille abitanti, con un’età media di 50,5 anni, dove la classe di età compresa tra 60 e 64 anni è ancora la più numerosa. Per il personale infermieristico, invece, l’età media è pari a 46,9 anni, con rapporto rispetto alla popolazione residente di 4,71 per mille, che sale al 5,04 se si considerano anche gli ospedali equiparati al pubblico.

Duro il commento di Gianluca Giuliano segretario nazionale UGL Salute:  “È inaccettabile che non si riesca ad intervenire in maniera concreta, basti pensare che il reddito annuale dei medici specialisti è del 22% più basso della media con penalizzazioni molto forti rispetto a Svizzera, Olanda, Germania, Irlanda e rilevanti rispetto a Danimarca e Regno Unito, paesi dove il costo della vita risulta simile al nostro. Anche per il reddito medio annuale degli infermieri ospedalieri l’Italia si colloca oltre il 22% al di sotto della media Ocse. Colmare la grande differenza di trattamento non solo economico riservata agli operatori sanitari, rispetto agli altri paesi Ocse diventa valore imprescindibile per la tenuta della nostra sanita” conclude Giuliano. 

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