UGL Salute: “Servono fatti concreti che rendano nuovamente attrattiva la professione”.
Bologna – La grande fuga dei medici dalla sanità pubblica non fa distinzioni geografiche. Lo dimostrano gli allarmanti numeri dell’Emilia Romagna dove dal 2021 ad oggi sono stati oltre 1.250 i camici bianchi ad aver voltato le spalle, loro malgrado, alla professione di cui 229 nell’anno in corso e ben 72 a Bologna. Una falla non tappata dal numero di assunzioni, che fanno precipitare sempre più in basso il saldo degli organici che devono prendersi cura della salute dei cittadini.
“Nella corsa alla presidenza della Regione Emilia Romagna – commenta Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute – la sanità è posta al vertice degli impegni dei vari candidati. Vorremmo però che tutte le parole che si stanno spendendo non andassero poi ad ingrandire il novero delle promesse non mantenute. Gli abitanti del territorio emiliano romagnolo, già messi duramente alla prova dai recenti terribili eventi climatici, hanno diritto, a vedere restituite in servizi le tasse pagate. E come sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione la Repubblica dovrebbe tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività garantendo cure gratuite agli indigenti. Un Diritto che oggi, con l’impoverimento inarrestabile degli organici, sembra diventato un’autentica illusione anche in Emilia Romagna. Per frenare quindi la grande fuga servono fatti concreti che rendano nuovamente attrattiva la professione: emolumenti adeguati, progressione di carriera, sicurezza sul luogo di lavoro. È ora di agire, per salvare la sanità e restituire ai cittadini il diritto alla salute”.