SANGUE PER LE STRADE AMERICANE

Il sacrificio di Floyd potrebbe diventare la reale occasione per mettere in discussione alcuni procedimenti interni, per garantire maggiore uguaglianza sociale all’interno di un sistema politico e sociale che vanta la migliore democrazia del mondo.

Sale la violenza nelle strade degli States e cresce il numero dei morti. Nelle ultime ore la situazione è diventata sempre più incandescente tanto da costringere Trump a rimandare a data da destinarsi alcuni impegni istituzionali già precedentemente programmati e a dichiarare il lockdown totale per la Casa Bianca.

Nel frattempo l’escalation del conflitto ha coinvolto anche altri centri urbani portando Washington a dispiegare per le strade l’esercito e la Guardia Nazionale. Al momento gli arresti eseguiti dai police department americani sarebbero più di 200. Quello che ormai appare chiaro è che lo scontro non è più circoscritto all’omicidio di George Floyd ma avrebbe assunto forti connotati sociali aggravati dagli squilibri economici interni emersi dalla crisi sanitaria.

George Floyd

Tra le città più colpite, oltre a Minneapolis, anche Detroit dove un 19enne è rimasto ferito mortalmente a causa di alcuni proiettili esplosi da un Suv in movimento. L’assassino ha sparato alla cieca sulla folla che protestava per manifestare il proprio disappunto per la gravissima situazione venutasi a creare. Inutili sono stati gli interventi dei sanitari, il ragazzo è deceduto poco dopo il ricovero in ospedale. Il sangue, però, continua a scorrere da ambedue gli schieramenti. Nelle stesse ore anche un agente di polizia è stato ucciso mentre un secondo sarebbe rimasto ferito in maniera grave durante le proteste a Oakland, California.  La causa della morte potrebbe essere la stessa che ha colpito il 19enne: spari all’impazzata verso il mucchio.

In diverse località americane si registrano saccheggi nei supermercati e nei negozi di elettrodomestici. Mentre innumerevoli sono gli edifici dati alle fiamme come gesto di protesta da parte dei manifestanti. Attualmente anche la stessa Casa Bianca risulta essere assediata dai dimostranti radunati per protestare contro l’efferatezza dimostrata degli agenti. Si sono verificati anche degli sparuti tafferugli con la polizia che ha risposto lanciando lacrimogeni sulla folla. In varie località, come ad esempio ad Atlanta, Georgia ed altre la durezza degli scontri ha costretto i governatori a proclamare lo stato d’allerta ed evacuare le sedi istituzionali.

Nelle ultime ore sono stati almeno due gli avvenimenti degni di nota che hanno contribuito a peggiorare la situazione di grave emergenza. Il primo è stato l’arresto del poliziotto Derek Chauvin, reo di aver ucciso George Floyd. Da quanto emerge da fonti accreditate locali nel passato dell’agente ci sarebbero diverse ombre. Sarebbero almeno 17 le denunce interne per comportamento violento ricevute da Derek Chauvin durante i suoi 20 anni di servizio. Inoltre Chauvin aveva già ucciso un sospetto e partecipato ad una sparatoria poi risultata fatale per un altro indiziato. Una delle due vittime, Wayane Reyes, latino-americano, era stato raggiunto da ben 16 proiettili. L’arresto per l’agente di Minneapolis, accusato di omicidio di III grado, è stato disposto dal procuratore Mike Freeman che ha definito Derek Chauvin una persona con una perversa indifferenza alla vita.  Il policeman al momento rischia 25 anni di carcere. Il clamore mediatico raggiunto dalla vicenda ha portato anche la moglie dell’agente a prendere pubblicamente le distanze dall’uomo chiedendo ufficialmente il divorzio.

L’altro avvenimento da segnalare e il referto dell’autopsia effettuata sul cadavere di George Floyd. Le cause della morte non sarebbero ascrivibili unicamente alle angherie del poliziotto. “…Gli effetti combinati – riporta il referto autoptico – dell’essere bloccato dalla polizia, delle sue patologie pregresse e di qualche potenziale sostanza intossicante nel suo corpo hanno probabilmente contribuito alla sua morte…”.

Derek Chauvin

La famiglia del defunto non sembrerebbe d’accordo con quanto redatto dal medico legale e ha prontamente chiesto di effettuare una seconda autopsia condotta da uno specialista di loro fiducia. Dall’esito dei successivi esami capiremo meglio le cause del decesso. Nel frattempo le strade americane rimangono estremamente pericolose.

La morte di George Floyd sembrerebbe essere la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, portando alla ribalta il tema della discriminazione che in America non appare ancora risolto. Sono molte, infatti, le organizzazioni a difesa dei diritti degli afroamericani che lamentano continue disparità nel trattamento delle persone di colore. Il sacrificio di Flody potrebbe diventare la reale occasione per mettere in discussione alcuni procedimenti interni, per garantire maggiore uguaglianza sociale all’interno di un sistema politico e sociale che vanta la migliore democrazia del mondo. 

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