Sanchez attacca governo su sim a migranti, nuovo scontro sull’asse Madrid-Roma

Il premier spagnolo contro Meloni: “vuole togliere anche la possibilità di parlare con la famiglia”. Tajani: “Vostra politica inefficace”.

Roma –  Ancora uno scontro aperto tra Madrid e Roma, stavolta sul tema dei migranti. Il premier Pedro
Sanchez, parlando al Congresso ha attaccato “il governo italiano”, perchè con le misure contenute nell’ultimo ddl sicurezza “vuole togliere a un immigrato il diritto di comprare una sim per un cellulare” impedendo così “a un migrante vulnerabile anche la possibilità di parlare con la famiglia e farle sapere della propria situazione!”. “Volete togliere a un’immigrata colombiana o ecuadoregna, a cui è stata negata la richiesta d’asilo, il diritto a comprare una sim per un cellulare? Perché questo è ciò che sta proponendo il governo italiano con quella politica migratoria che voi tanto ammirate”, attacca Sanchez.

Al leader dei conservatori, Alberto Nunez Feijoo, che di recente ha incontrato a Roma la premier italiana Giorgia Meloni, lodandone le politiche migratorie, Sanchez ha rinfacciato di non essere “informato sui dati”. Poiché, ha sottolineato il leader socialista, “nell’ultimo anno e mezzo sono entrate in Italia 156.000 persone in situazione irregolare, ovvero quasi il triplo di quelle arrivate in Spagna nello stesso periodo di tempo”.

Secca la replica del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani che non solo ha respinto ogni critica, ma ha accusato la politica di Madrid di essere sostanzialmente inefficace contro il traffico di essere umani: “In Italia l’immigrazione illegale è diminuita del 64% mentre in Spagna è aumentata del 64%”, ha detto il vicepremier da San Paolo, nel corso della sua visita in Brasile. Quindi ha anche difeso nel merito la misura al centro della polemica: “L’Italia è libera di presentare le sue proposte e i dati indicano che le politiche italiane di contrasto all’immigrazione illegale sono vincenti, mentre quelle spagnole mi pare che non lo siano”, ha concluso. In particolare, Sanchez ha bocciato una delle misure, quella del divieto dei cellulari agli irregolari, tra le più controverse contenute del ddl sicurezza già approvato alla Camera e ora all’esame della Commissione Affari costituzionali del Senato.

L’emendamento approvato, inserito nel testo da Giovanni Donzelli (FdI), prevede che non si possa avere una sim senza regolare permesso di soggiorno e un documento di identità. E’ una scelta, ha spiegato Donzelli, “nata dal confronto con alcuni investigatori delle squadre mobili”, concepita come misura anti criminalità e aiuto nelle intercettazioni, costrette a fermarsi di fronte a sim intestate a persone irrintracciabili o a nomi
falsi.
Una mossa, sottolinea Donzelli, contro chi delinque e usa “il mercato delle sim fantasma”. Secondo le opposizioni che sono già sul piede di guerra si tratta invece di una norma “liberticida”, “aberrante” e in ultima analisi “incostituzionale”.

Permesso di soggiorno

La stretta sull’acquisto di schede telefoniche (Sim) prevista dal ddl Sicurezza rende dunque necessario per i cittadini extra Ue il permesso di soggiorno. “Se il cliente è cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea, deve essere acquisita copia del titolo di soggiorno di cui è in possesso”. Recita così la norma inserita nel ddl. All’articolo 32 del provvedimento, si modificano le norme in materia di obblighi di identificazione degli utenti dei servizi di telefonia mobile e relative sanzioni. E l’articolo in questione nega la possibilità, ai cittadini extra Ue, di acquistare una scheda sim per la telefonia mobile in assenza di regolare permesso di soggiorno. La pena, per il commerciante, è di vedersi chiudere il negozio. Mentre per il cittadino straniero si prevede lo stop a poter stipulare un contratto telefonico fino a due anni. 

Una disposizione che mira a evitare che si firmi un contratto di telefonia mobile per contro di altri (un possessore di regolare permesso al posto di chi il permesso non lo possiede). Dispone l’articolo: “Ferme restando le sanzioni previste dal comma 19, alle imprese autorizzate alla vendita delle schede elettroniche (S.I.M.) da parte degli operatori, in caso di inosservanza degli obblighi di identificazione imposti, si applica la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività per un periodo da cinque a trenta giorni”.

Del resto non è la prima volta che, lungo l’asse italo-spagnolo, si registrano dissidi: era il 30 novembre del
2023 quando il leader socialista, nel rivendicare la sua recente vittoria elettorale, disse: “In Italia governa l’estrema destra: noi qui l’abbiamo fermata”. Immediata arrivò la replica del ministro degli Esteri: “In Spagna governa l’estrema sinistra. In Italia l’abbiamo sconfitta”. 

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