Salario minimo, da oggi si può votare online sulla piattaforma del ministero

La proposta di legge di iniziativa popolare è sostenuta da un’ampia coalizione di partiti di opposizione: Avs, M5S e Partito Democratico.

Roma – Sulla piattaforma pubblica e gratuita sul sito del ministero della Giustizia sono già 1323 le firme raccolte in poche ore per la proposta di legge di iniziativa popolare per il salario minimo. Sulla stessa piattaforma è possibile aderire anche alla raccolta firme contro la legge Calderoli sull’autonomia differenziata o votare per i referendum contro il Rosatellum. Da oggi infatti è possibile sottoscrivere la proposta, lanciata dalle opposizioni, e in particolare da Alleanza Verdi e Sinistra, MoviMento 5 Stelle, Partito Democratico.

Proposta che chiede “un modello di salario minimo che non vada a danneggiare l’importanza della contrattazione collettiva sana: un sistema misto, cioè, che impone che ai lavoratori e alle lavoratrici di ciascun settore sia riconosciuto il trattamento economico complessivo previsto dal contratto collettivo firmato dalle associazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative, ma che richiede anche che in ogni caso il trattamento economico minimo non possa essere inferiore ai 9 euro all’ora”, si legge nella sintesi sul sito del ministero, dove è possibile votare la proposta accedendo con SPID, CIE (carta di Identità elettronica), CNS (Carta Nazionale dei Servizi).

La proposta parte dal presupposto che in Italia ci sono 3 milioni e mezzo di persone che lavorano con un minimo contrattuale inferiore a 9 euro lordi all’ora. Secondo i proponenti, “l’assenza di un salario minimo non solo espone i lavoratori a salari ingiustamente bassi ma contribuisce anche a un fenomeno di ‘contrattazione malata’, dove le condizioni di lavoro e i salari vengono negoziati in modo inefficace e spesso a svantaggio dei lavoratori stessi. Di conseguenza, la disparità salariale persiste e si aggrava, rendendo urgente un intervento legislativo”.

“Il salario minimo è una misura di equità e dignità che già esiste in 22 Paesi europei su 27. Da oltre dieci anni il Movimento 5 Stelle si batte per introdurlo anche in Italia, che, malgrado i proclami di maggioranza e Governo, resta maglia nera per i salari nell’area Ocse. Lo scorso anno, insieme alle altre opposizioni, abbiamo presentato una proposta di legge unitaria – a prima firma del Presidente Giuseppe Conte – che Meloni&Co. hanno affossato, trasformandola, con un emendamento a prima firma di Walter Rizzetto (FdI), in una delega in bianco al Governo arenata nelle secche del Senato. Ciò dimostra plasticamente che la volontà di FdI, Lega e FI di risolvere un problema reale che attanaglia quasi 4 milioni di lavoratrici e lavoratori è pari a zero”,  ricorda il Movimento 5 Stelle sul sito movimento5stelle.eu.

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