Milano ma anche Brescia, Pavia e Bergamo nel mirino della magistratura. Troppi gli anziani morti nelle residenze dedicate che non solo private. Continuano le denunce da parte dei congiunti delle vittime, associazioni di consumatori e sindacati.
Sono 9 i fascicoli aperti dai Pm di Brescia per indagare sui morti per sospetto Coronavirus. Le ipotesi di reato, per ora a carico di ignoti, sono di epidemia colposa e omicidio colposo. Dunque le indagini degli inquirenti dilagano a macchia d’olio in tutta la Lombardia e non solo nella città metropolitana. Sei di questi procedimenti sono scaturiti delle segnalazioni del Codacons. Il primo riguarda una residenza sanitaria assistenziale, mentre altri due derivano da esposti presentati da persone che hanno perso il loro congiunti in circostanze in via di accertamento. A capo dell’operazione c’è il procuratore aggiunto Carlo Nocerino che, insieme ai suoi collaboratori, avrebbe acquisito già importanti indizi. La guardia di Finanza, dopo aver perquisito il Pio Albergo Trivulzio – il quale conta al momento quasi circa 150 decessi in un mese – ha ispezionato anche la sede della Regione Lombardia alla ricerca di documenti autorizzativi delle Rsa che, ricordiamo, non sono solo private ma anche a partecipazione mista con pubbliche istituzioni.
Il presidente Attilio Fontana si è detto tranquillo e anzi ha assicurato la massima collaborazione con chi svolge le indagini.
“…Sono stati i nostri esperti a dire che a determinate condizioni – ha spiegato Fontana in collegamento con “Mattino Cinque” discorrendo sulla famigerata Ordinanza del passato 8 marzo – potevano esistere reparti isolati dal resto della struttura con dipendenti dedicati esclusivamente ai malati Covid. In questi termini la cosa si poteva fare. Le case di riposo che avevano queste condizioni hanno aderito alla proposta…”.
Comunque stiano le cose questa rappresenta un’ulteriore tegola che cade sul capo della sanità lombarda, ormai entrata in un vortice di critiche e dietrologie senza precedenti. La provincia di Brescia risulta essere la zona più colpita dalla virulenza della pandemia, ragion per cui le Forze dell’ordine cercheranno di capire meglio se alla base di tale fenomeno vi sia qualche responsabilità specifica. Nel frattempo anche a Pavia la prefettura si è messa in moto. Rosalba Scialla, prefetto della città della Minerva, ha chiesto a Mara Azzi, direttrice dell’Ats pavese, una relazione dettagliata che dovrà comprendere anche l’elenco preciso dei decessi legati al virus. L’indagine però è ancora alle prime fasi, quelle più delicate:
“…Vorrei tutte le informazioni possibili per farmi un’idea precisa sulla situazione – ha detto il prefetto – poi, eventualmente, ne parlerò con i vertici degli organi di polizia…”.
Anche la Cgil Funzione pubblica, sezione Pavia, ha deciso di collaborare indirettamente alle indagini. Infatti nelle scorse ore è stato diffuso un dossiere dal quale emerge che in 29 case di riposo sono stati registrati 341 morti. Il lasso di tempo preso in esame dal documento sindacale sarebbe quello che va dal 20 febbraio al 10 aprile. Alla luce di tali spiacevoli ipotesi se dovessero essere confermate queste cifre la gravissima situazione trascinerebbero la gestione sanitaria della Regione all’interno di un vortice giudiziario assai variegato. E pregiudizievole per la stessa Giunta regionale, presidente in testa.