Rovista tra i banchi del robivecchi e trova un Modigliani originale

Colpo di fortuna del collezionista Paolo Guzzini, che 15 anni fa aveva acquistato la tela in un mercatino di Le Mans. Ora arriva la conferma: si tratta di un’opera del pittore livornese. Raffigura Mario Cavalieri, un amico dell’artista, e fu dipinta nei primi anni del Novecento.

Quando si dice il colpo di fortuna. Quindici anni fa l’imprenditore Paolo Guzzini, noto collezionista, si stava aggirando tra le bancarelle di un mercatino dell’usato a Le Mans, in Francia, quando ha notato un ritratto anonimo, privo di firma ma con un enigmatico timbro sul retro. Incuriosito lo ha acquistato, ma certo non poteva immaginare che il dipinto avrebbe cambiato per sempre la sua vita e addirittura scritto una nuova e intrigante pagina di storia dell’arte. L’autore infatti non era certo un anonimo imbrattatele qualsiasi, ma il grande Amedeo Modigliani.

A mettere Guzzini sulle tracce del pittore livornese, il genio “maledetto” che infuocò la Parigi della Belle Epoque, è stato proprio quel misterioso timbro sul retro, che riportava il nome di un noto negozio che riforniva artisti a Montmartre nei primi del Novecento. Un dettaglio apparentemente marginale, ma rivelatosi cruciale per svelare l’identità dell’autore dell’opera.

Modigliani nel suo studio a Parigi nel 1918

Montmartre, culla della Parigi bohémienne, ha visto all’opera alcuni dei più grandi artisti attivi a cavallo tra l’Otto e il Novecento. Tra loro c’era anche Amedeo Modigliani, che dalla natìa Livorno planò a Parigi e la sedusse con i suoi sensuali nudi femminili e gli inconfondibili ritratti caratterizzati da volti stilizzati, i colli affusolati e gli sguardi assenti e persi nel vuoto. “Modì” visse una vita geniale e sregolata, immergendosi anima e corpo nel vivace ed esaltante clima culturale delle avanguardie, diventandone uno dei protagonisti. Amò visceralmente, sia l’arte sia la sua compagna, la modella e pittrice Jeanne Hébuterne, dalla quale ebbe un figlio. E che, disperata, si suicidò gettandosi dal quinto piano, con il figlio che aveva in grembo, due giorni dopo la morte di Modigliani, avvenuta il 24 gennaio 1920 a soli 36 anni a causa della meningite tubercolare.

Una volta acquistata l’opera, Guzzini ha deciso di approfondire le ricerche con l’aiuto del critico d’arte Alberto Mazzacchera, cominciando dall’analisi dei pigmenti utilizzati per dipingere il ritratto. E qui sono arrivate le prime sorprese. Le analisi chimiche condotte sul dipinto hanno rivelato che il bianco utilizzato sulla tela era di qualità povera, proprio come i materiali adoperati dagli artisti bohémien della Parigi nei primi del Novecento. La conferma è arrivata dagli esperti di un istituto specializzato a Roma, per i quali non vi era alcun dubbio: il dipinto datava proprio all’inizio del secolo scorso.

La svolta, però, è giunta grazie all’Archivio della Fondazione Modigliani di Roma. Incrociando dati e documenti, gli studiosi sono riusciti a identificare il soggetto immortalato nel ritratto: si trattava di Mario Cavalieri, un amico dell’artista toscano, da lui conosciuto a Venezia. Il dettaglio, unito alla tecnica pittorica e alla storia dell’opera, ha sancito l’attribuzione a Modigliani, riconoscendo il dipinto come un lavoro autentico della sua produzione giovanile.

Il ritratto, oggi parte della collezione privata di Paolo Guzzini, non è soltanto un’opera di grande valore, anche economico ovviamente: rappresenta un tassello fondamentale nella produzione di Modigliani. Secondo gli esperti, potrebbe essere uno dei primi dipinti realizzati dall’artista dopo il suo arrivo a Parigi nel 1906, un periodo in cui il suo straordinario talento e la sua forza creativa iniziavano a emergere con la forza di un vulcano.

La scoperta è stata ufficialmente riconosciuta e pubblicata nel sesto volume dell’Archivio Modigliani, presentato lo scorso 6 dicembre a San Marino. Ma l’impegno di Guzzini non si ferma qui: l’imprenditore sta lavorando alla creazione di una fondazione dedicata alla promozione dell’arte e della cultura. La sede sarà a Recanati, città natale di Giacomo Leopardi, con l’ambizione di diventare un punto di riferimento per studiosi, collezionisti e appassionati d’arte.

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