Per l’ex presidente della Regione Sicilia l’accusa aveva chiesto una condanna a sette anni. Assolti anche l’armatore Ettore Morace e l’ex collaboratore del governatore Massimo Finocchiaro.
Palermo – “Giustizia è fatta, e voglio esprimere la mia gratitudine ai giudici di Palermo per una sentenza che, almeno in parte, ripaga le sofferenze vissute in questi anni. Ero accusato di corruzione per un bonifico di 5mila euro destinato al mio movimento, mentre in quattro anni avevo ottenuto una riduzione di oltre 80 milioni di euro sull’appalto per i collegamenti con le isole. Due elementi, da soli, sarebbero stati sufficienti per chiudere il caso in fase di istruttoria: non si accetta una tangente tramite bonifico, e non si riduce un appalto di 80 milioni a un imprenditore che si intende favorire. È andata così… e, come si dice, ‘noi, ad Atene, rispettiamo la legge e i magistrati‘“.
Con queste parole, l’ex presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ha commentato la sentenza del Tribunale di Palermo, che lo ha assolto dall’accusa di corruzione. La Procura aveva chiesto una condanna a sette anni. Assolti anche l’armatore Ettore Morace e l’ex collaboratore di Crocetta Massimo Finocchiaro. Secondo la ricostruzione dell’accusa la Regione, col suo governatore dell’epoca, avrebbe ritagliato un bando su misura, in cambio di tangenti, che avrebbe consentito alla compagnia Ustica Lines, poi diventata Liberty Lines, di mantenere il monopolio nei collegamenti marittimi con le isole minori. Sempre con lo stesso fine sarebbe, poi, arrivata una proroga del servizio nel 2017 in cambio di un contributo elettorale di 5 mila euro con cui Morace finanziò il movimento politico dell’ex presidente.
“In questi anni non ho urlato al complotto politico, ma ho scelto di difendermi in sede processuale, assistito dall’eccezionale avvocato Vincenzo Lo Re – ha sottolineato Crocetta –. Non ho accettato il consiglio di patteggiare, anche se mi era stato suggerito per ridurre una possibile pena da sette anni a un anno e mezzo: meglio l’ergastolo che ammettere un reato che non ho mai commesso”.
Crocetta ha aggiunto: “Mi sono ritirato in silenzio, confidando nel fatto che, come si dice, ‘anche a Berlino c’è un giudice’ e che la verità, alla fine, sarebbe emersa. Oggi sono felice, ma non festeggio: le ferite sono ancora aperte, e ho sofferto troppo. Considero questa sentenza, prima di tutto, una vittoria per chi ha sempre creduto in me e nel mio progetto di cambiamento per la Sicilia. Ringrazio i magistrati, il mio avvocato Lo Re, e tutti coloro che mi hanno mostrato solidarietà in queste ore e negli anni passati, rifiutando di credere a questa infamante accusa. Vorrei anche correggere un errore spesso riportato dai media: il bando di gara non ha nulla a che vedere con questa vicenda. Tutto nasce da un fraintendimento legato a un incontro casuale con un sindaco che chiedeva un potenziamento del servizio di traghettamento, in presenza di un imprenditore, senza che ciò comportasse un solo euro in più per il servizio. Sette anni di sofferenze per un’accusa del tutto infondata”.