ROMA – SIAMO DAVVERO SOLI NELL’UNIVERSO? USA, CINA ED EMIRATI ARABI SVELERANNO IL MISTERO

Il grande interrogativo che l'umanità si pone da anni potrebbe essere svelato dagli studi programmati da Usa, Cina ed Emirati Arabi su Marte, il pianeta simile alla Terra i cui misteri hanno da sempre affascinato gli scienziati di tutto il mondo. Forse la verità è più vicina.

Roma – Sulla corsa a Marte e per quanto attiene il seguito della diatriba cino-americana il luglio appena concluso si è rivelato ricco di novità sul fronte spaziale. Dopo la lunga battaglia commerciale e il recente scontro dopo la diffusione del SARS-CoV-2 Cina e Stati Uniti sono giunti a un nuovo capitolo della loro guerra fredda. Ad aprire la nuova stagione spaziale, prima di questi due Paesi, sono stati gli Emirati Arabi: il 20 luglio – alle ore 6.58 da Tanegashima, Giappone – è partita la loro prima sonda denominata al-Amal (Speranza), la quale raggiungerà la superficie marziana all’inizio del 2021. Lo scopo della missione, che durerà circa due anni, sarà studiare a fondo superficie e atmosfera. Le analisi probabilmente spiegheranno perché quest’ultima sia stata spazzata, nel tempo, dal vento solare e, inoltre, serviranno a tracciare la prima vera mappa metereologica del pianeta.

Dei tre Paesi chi riuscirà per primo a scoprire le verità che si celano sul pianeta?

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Tre giorni dopo è stata la volta della Tianwen-1 cinese. Composta da un rover e da un orbiter, Tianwen-1 arriverà su Marte allo scopo di provare l’esistenza dell’acqua e tracce di vita organica. Il 30 luglio è stato infine il turno della Nasa. L’ente spaziale americano ha lanciato il suo razzo provvisto di rover. Perseverance, questo il nome del rover americano, sarà il quinto nella storia a stelle e strisce a toccare il suolo del pianeta rosso. Le sonde cinese e americana giungeranno su Marte all’incirca nello stesso periodo di quella emiratina. La coincidenza delle tre missioni non è casuale: in questa precisa finestra temporale le orbite dei due pianeti faranno sì che la distanza tra essi sia più breve – sempre astronomicamente parlando, visto che si parla comunque di 56 milioni di km – e quindi permetteranno un viaggio di andata e ritorno, ove previsto, più rapido possibile.

Se la presenza d’acqua fosse provata sul pianeta potrebbero esserci tracce di vita.

Negli anni si sono scoperte parecchie informazioni al riguardo di questo pianeta, tra cui quella che più ha catturato l’interesse di tutto il mondo scientifico e non solo: la somiglianza con la Terra. Nonostante le temperature basse (comprese tra -120 e -14 °C) e un’atmosfera estremamente rarefatta rispetto alla nostra, Marte presenta una morfologia simile a quella terrestre, compresa la sospetta esistenza di elementi acquosi. La relativa vicinanza e similarità tra Terra e Marte hanno acceso perciò studi e argomentazioni che però, finora, sono risultati comunque deficitari sotto un determinato aspetto: l’assenza di prove fisicamente tangibili del pianeta rosso da poter analizzare, che potrebbero certificare maggiormente, o smentire, le teorie formulate sino a oggi.

Saranno gli scienziati a terra ad elaborare tutti i dati forniti.

Con la nuova missione imbastita dagli americani l’obiettivo a lungo termine – si parla di chiusura nel 2031 – sarà proprio il trasporto sul nostro pianeta di rocce e altri reperti provenienti da Marte. L’iniziativa sarà svolta dalla Nasa in collaborazione con l’Esa (l’Agenzia spaziale europea) a partire dal 2026. Una volta sul nostro suolo, lo studio della comunità scientifica servirà non solo a comprendere meglio l’ecosistema di questo corpo celeste ma sarà anche un ulteriore banco di prova per stabilire l’eventuale presenza di qualche forma di vita. Che siano alieni o marziani sarà secondario, quello che davvero importerà è che con questa straordinaria operazione potremmo fare finalmente un po’ di luce su uno dei misteri dell’umanità: siamo davvero soli nell’universo?

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