ROMA – IL CONSUMO DI STUPEFACENTI E’ IN AUMENTO. DI PARI PASSO I DECESSI.

La maggior parte di spacciatori extracomunitari fanno parte di quella manovalanza addetta alla distribuzione dello stupefacente nelle piazze di spaccio nazionali per conto delle famiglie mafiose locali. Il consumo di droghe è comunque in netta ascesa. i

Roma – Nella giornata di ieri la Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa), la quale traccia l’andamento del narcotraffico in Italia, ha diramato il report sul consumo delle sostanze illecite tra gli italiani nel corso dell’ultimo anno.

Tra i vari spunti che offre il documento, uno in particolare salta immediatamente agli occhi: quello inerente alle morti per overdose. Per il terzo anno di fila, infatti, in Italia continuano a crescere i decessi correlati all’uso di stupefacenti. Rispetto al 2018 è stato registrato un incremento dell’11,01%. In oltre la metà dei casi la causa del decesso è da attribuire al consumo di oppiacei (169 casi all’eroina, 16 al metadone, 1 al fentanil, e 1 alla morfina). Un dato preoccupante che, come avevamo precedentemente spiegato da queste colonne, testimonia un ritorno nell’uso dell’eroina specie tra i più giovani. La possibilità di assumere la sostanza non più esclusivamente per via parentale ha condotto molti ragazzi a sottovalutare le criticità dell’eroina e a cadere così in dannose tentazioni.

Le droghe sintetiche il nuovo affare del secolo? Quasi certamente si.

Non solo oppiacei però anche la cocaina fa registrare un picco nei consumi, desumibile proprio dalle quote dei sequestri effettuati dalle forze di polizia in un solo anno: 127,2% rispetto all’anno passato. In totale sono state intercettate partite di cocaina per un totale di 8,4 tonnellate sottratte al mercato illegale. E’ indubbio che ormai la diffusione della cocaina rappresenti un fenomeno in netta e vertiginosa crescita e sempre di più il principale business dei maggiori sodalizi criminali nazionali e internazionali. Ciò si rileva anche dai dati relativi alle operazioni di polizia e alle denunce per questa specifica sostanza che si collocano entrambi al livello più alto nelle rispettive rilevazioni decennali.

Moderate preoccupazioni sono emerse anche per quanto riguarda le droghe sintetiche. Dai dati del report emerge un incremento del 95,62% dei sequestri di dosi e del 32,16% per le prestazioni in peso. “…La minaccia – si legge nel documento – anche per un sostanziale disimpegno da tali traffici delle criminalità organizzata, non è ancora ai livelli delle altre sostanze ma è ipotizzabile che, già nei prossimi anni, il dispositivo di contrasto dovrà fare i conti con questo fenomeno e con le sue insidiose modalità di implementazione dell’offerta: ordini telematici e transazioni via web che utilizzano per recapitare lo stupefacente il sempre più vorticoso sistema delle spedizioni postali nell’era dell’e-commerce…”.

Uno dei tanti sequestri effettuati dalla polizia.

In maniera speculare le analisi offerte dalla Dcsa permettono di analizzare anche un nuovo quanto remunerativo affaire, quello delle Nuove Sostanze Psicoattive. Questa droghe sintetiche fresche di laboratorio sono il prodotto delle manipolazioni delle strutture chimiche di base degli elementi psicotropi già noti alle forze dell’Ordine ma che nella rinnovata composizione non compaiono nelle Tabelle internazionali. Nell’anno in esame sono state trovate 15 molecole di nuova composizione non “tabellate” (principalmente cannabinoidi, catinoni e oppioidi) già presenti in prodotti psicoattivi destinati al consumo.

In generale, sebbene il numero di denunce e di sequestri non ha fatto registrare importanti variazioni rispetto ai 12 mesi precedenti, il dato quantitativo mostra invece una vistosa flessione rispetto all’anno precedente: dalle 123 tonnellate di stupefacente rinvenuto nel 2018, si è scesi a poco meno di 55, con una calo percentuale di oltre la metà (-55,66,%) che ha riallineato il quantitativo complessivo del 2019 ai volumi intercettati negli anni precedenti al 2013. I decrementi spiccano soprattutto per quanto riguarda l’hashish (-73,25%), la marijuana (-39,83%) e la presentazione in piante (- 57%).

La cocaina è ancora la regina del mercato.

Per quanto riguarda invece lo spaccio, la Dcsa ha evidenziato che gli stranieri coinvolti nelle traffico di stupefacenti è diminuito del 3,48%. In generale il numero di stranieri coinvolti in tale business è di circa 13 unità, di cui però 9.650 sono già detenuti presso istituti correttivi. Una comparazione interessante nasce laddove si prenda in considerazione la partecipazione al medesimo reato ma nella sua dimensione associativa. In questo caso il numero degli stranieri coinvolti non supera le 900 unità. Ciò ci permette di dedurre che la maggior parte di spacciatori extracomunitari fanno parte di quella manovalanza addetta alla distribuzione dello stupefacente nelle piazze di spaccio nazionali per conto delle famiglie mafiose locali.

Altrettanto inquietante appare anche il numero di minorenni coinvolti nella vendita al dettaglio di stupefacenti. Per quanto riguarda i reati di spaccio collegati a hashish e marijuana sono stati coinvolti 958 minori (808 italiani e 150 stranieri), 224 sono invece quelli connessi allo spaccio di cocaina e appena 27 quelli per eroina.

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