ROMA – GLI STROZZINI RIVOGLIONO I SOLDI ARRETRATI. MENTRE L’ITALIA MUORE.

Parlano di vitalizi, di quattrini arretrati. Proprio certi personaggi che non hanno mai dato nulla alla nazione ma solo tolto. Lugubri cravattari figli di un sistema balordo che ha messo l'Italia in ginocchio. E hanno il coraggio di alzare la testa invocando lo Stato di diritto. Proprio loro che il diritto di campare agli italiani lo hanno strappato.

Roma – La commissione del Senato vota l’annullamento della delibera del Consiglio di presidenza che ha deciso il taglio dei Vitalizi, con tre voti a favore e due contrari. Un brutto risveglio per i cittadini. In momenti di grande sofferenza e travaglio per l’Italia non si ha più neanche il garbo di mascherare tracotanza ed indifferenza verso l’Italia che muore. La casta diventa sempre più casta, anche se ogni cambiamento deve essere fatto nel rispetto delle norme vigenti e della consolidata giurisprudenza di legittimità. La diaspora tra nuovo e vecchio (potere) continua. E il nuovo non sembra assolutamente diverso dal vecchio, anzi. 

Il M5S, partito di governo, è stato il primo a manifestare il proprio vivo disappunto e i suoi rappresentanti sono sembrati davvero basiti. Stavolta:”…La commissione Contenzioso del Senato ha annullato la delibera sul taglio dei vitalizi – ha detto per tutti Vito Crimici provavano da mesi: lo hanno fatto di notte, di nascosto. Uno schiaffo al Paese che soffre. La casta si tiene il malloppo ma noi non molliamo. Chi dobbiamo ringraziare per questa operazione?…”. Il voltastomaco per i bavosi e lugubri personaggi nullafacenti che invocano milioni di euro anche per un solo giorno di legislatura, ha colpito anche Stefano Buffagni, viceministro allo Sviluppo Economico:”…Che schifo. Tutti contro il Movimento 5 Stelle – ha aggiunto Buffagni – sono schifato ed amareggiato. Noi non molliamo, ma questa gente deve vergognarsi...”. La cosa strana è che gli unici che, seppur con stupore e rabbia, denunciano perplessità e meraviglia, rispondendosi peraltro tra di loro, sono sempre i Grillini. La Lega, per esempio e nel silenzio dell’altra Destra, appresa la notizia della delibera sul taglio dei vitalizi, afferma che si batterà per ribaltare la decisione. Difronte a certe affermazioni “Collodi” sembrerebbe un dilettante. Per gli altri silenzio assoluto. La situazione dunque è chiara: tutti d’accordo.

Il Pd, com’era prevedibile, si dice sconcertato e totalmente contrario alla  decisione assunta dalla maggioranza della Commissione. Tutti contro tutti e nello stesso tempo garantisti, per capire, distinguersi e ribellarsi. Il consenso è importante.

Vito Crimi.

Al Senato l’abolizione della delibera sul taglio dei vitalizi che con tanta ingenuità genera commozione per gli ex senatori, è una vergogna o un ritorno alla legittimità? Fate vobis. Affermare che la delibera ripristinerebbe legalità e legittimità non rende. Men che meno l’obbrobrio giuridico di dover cancellare i diritti acquisiti al gran completo. Solo perché il popolo ha fame, bisogna impoverire tutti, anziché elevare il benessere per tutti? Un gioco al massacro vecchio e prepotente. Insomma tutto ritorna, perché il mondo è rotondo ed anche se tutti ripetono il solito refrain di volersi opporre al ritorno dei vecchi privilegi, in verità certi favori rendono più tranquilli e potenti tutti gli scranni. Un equilibrio che piano piano si consolida. O che si è già consolidato nonostante le apparenza. O gli accordi. 

Ormai non c’è nulla di cui stupirsi. Così Palazzo Madama dovrà anche restituire quanto tagliato dall’ottobre 2018 ad oggi, quando il provvedimento era stato approvato su forte spinta del Movimento 5 Stelle. In commissione Contenzioso del Senato i tre che hanno votato a favore sono il presidente del consesso Giacomo Caliendo e due membri tecnici, i professori Gianni Ballarani e Giuseppe Della Torre. Gli altri due componenti, che si sono detti contrari sono entrambi della Lega, Simone Pillon e Alessandra Riccardi, ex M5s da poco passata al gruppo di Matteo Salvini. Pensa tu.

Il Senato ha annullato la delibera. I risparmi di tutti sono al sicuro.

Gli effetti della votazione sono molteplici e adesso, tra questi, vi sono tre strade da percorrere: impugnare il provvedimento per ottenerne l’annullamento, all’organismo di secondo grado, che è il Consiglio di giurisdizione dello stesso Senato. Oppure scegliere di percorrere un’altra via che può essere quella di risarcire gli arretrati, con la conseguenza, per il Senato, di subire gli effetti di questa decisione. Che cosa credete sia accaduto? Il Senato ha annullato la delibera. Scandaloso eppure è cosi. Ma udite udite:

“…E’ stato ripristinato lo Stato di diritto – ha esclamato a piena voce l’ex parlamentare Maurizio Paniz, che rappresenta come legale 300 ex senatori e 700 ex deputati – proprio perché in tale ambito la giurisprudenza sia della Corte Costituzionale che del diritto dell’Unione europea era abbastanza consolidata...”. In poche parole di fronte ad una situazione consolidata ogni intervento per la riduzione degli importi doveva avere cinque requisiti, nessuno dei quali sarebbe stato rispettato dalla delibera, dicono gli avidi. In primo luogo non doveva essere retroattivo (e che cazzo), mentre quel taglio lo era; in secondo luogo non deve avere effetti perenni (ovvio, no?), la delibera invece li aveva; in terza istanza il provvedimento non doveva riguardare una sola categoria ma essere erga omnes (chiaro), mentre qui si colpivano solo gli ex parlamentari.

Si riprendono i soldi con gli interessi. Che vergogna.

Ma non è tutto: la delibera doveva essere anche “ragionevole” invece il taglio avrebbe raggiunto l’86% degli importi. E che cavolo. Infine, ciliegina sulla torta, la delibera avrebbe dovuto indicare dove sarebbero finiti i risparmi che non entrano nel grande calderone della Parsimonia di Stato. Su tutti questi punti la delibera era carente, dichiarano a spada tratta gli strozzini. Dunque gettata nel gabinetto. È passato del tempo ma i “replicanti” sono già tra noi e se questa decisione fosse stata presa in pieno giorno avrebbe fatto meno scalpore. Le ombre fanno sempre paura.

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