Il contrabbando di carburanti sta incrementando i propri affari ma le azioni di contrasto sono altrettanto numerose e con cospicui risultati.
Roma – Nelle casse dello Stato mancano circa 6 miliardi di euro l’anno. Sono i proventi del contrabbando di carburanti che, negli ultimi tempi, ha registrato un forte incremento di affari illegali a scapito della filiera onesta che lavora in un settore con quasi 22.000 lavoratori. Dietro cisterne e depositi clandestini ci sono spesso le mafie, anche internazionali, come in questo caso, che lucrano sui derivati del petrolio spesso acquistando pompe di benzina che diventano le centrali di smercio su tutto il territorio nazionale. Stavolta è toccato a un Tir proveniente dalla Slovenia che i finanzieri del nucleo di polizia Economico finanziaria di Trieste hanno deciso di non fermare al confine con la Slovenia per poi seguirlo sino a Capena, in provincia di Roma, all’interno di un deposito ben mimetizzato. L’autoarticolato conteneva ben 40 mila litri di carburante fra benzina e gasolio. Le Fiamme Gialle di Trieste, con i collegi della Capitale, hanno poi fermato l’autista sloveno e il suo complice romano con le mani nel sacco. L’intero carico è stato sequestrato.
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