"Padrenostro” è stato presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia ed è valsa a Pierfrancesco Favino, interprete nei panni di Alfonso Noce e produttore del film, la Coppa Volpi al miglior interprete maschile.
Roma – Il 14 dicembre 1976 i Nuclei Armati Proletari attentano alla vita di Alfonso Noce, responsabile della sezione antiterrorismo di Lazio e Abruzzo, sparandogli contro diversi colpi di mitra proprio sotto casa. L’attentato provoca il ferimento di Noce e l’uccisione di uno dei due poliziotti della scorta, il ventiquattrenne agente Prisco Palumbo e di un terrorista, Martino Zichitella. Per la cronaca, una volta rintracciati i due attentatori sopravvissuti verranno condannati all’ergastolo insieme al noto militante dei NAP Giovanni Gentile Schiavone.
Il film “Padrenostro” di Claudio Noce, dal oggi reperibile sulla piattaforma digitale Miocinema, si ispira dunque a questa drammatica vicenda. L’esordiente regista, che all’epoca dei fatti aveva appena un anno, guarda all’attentato subito dal padre con gli occhi del fratello maggiore, il quale aveva 11 anni e suo malgrado aveva assistito dal balcone alla micidiale sparatoria. Così nasce il protagonista Valerio, ragazzino introverso e tormentato che potrà elaborare l’esperienza, compresa la paura che ne seguirà in famiglia, solamente dopo un lungo percorso.
L’ispirazione è perciò parziale. L’autore, infatti, si avvale del talento dello sceneggiatore Enrico Audenino per sviluppare le suggestioni della cronaca in una sorta di ricordo sognato. Alcuni momenti sembrano ricostruire la storia, mentre altri sono dichiaratamente simbolici. Ma l’interesse dell’operazione sta appunto dell’indistinguibilità delle due dimensioni, finzione e realtà, alla ricerca di una più sottile verità umana. “Padrenostro” è stato presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia ed è valsa a Pierfrancesco Favino, interprete nei panni di Alfonso Noce e produttore del film, la Coppa Volpi al miglior interprete maschile.
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