Rivoluzione “retrò”: tornano in auge i telefonini di una volta, più basici

Niente più email, messaggi, video, social e tutti gli ammennicoli vari che la tecnologia ci impone. Ci pensa la finlandese Nokia.

Roma – Attrae come una calamita, ma è difficile staccarsene! Molti che sono partiti per le agognate vacanze si sono ripromessi di staccare dai dispositivi elettronici. Niente più email, messaggi, video, social e tutti gli ammennicoli vari che la tecnologia ci impone. Tutt’al più acquistare uno di quei cellulari di una volta, con cui si poteva solo telefonare o mandare un sms. E invece ci si è ritrovati al mare o in montagna e, anziché rilassarsi, senza fastidi di sorta, a fare scrolling freneticamente sullo schermo degli smartphone. Meno male che si voleva distaccarsene!

L’utilizzo medio giornaliero pare sia di 6 ore. Se si fa un rapido calcolo, si tratta di 3 mesi annui. Due anni e mezzo in un decennio. Tutti si giustificano dicendo che è per il lavoro, per stare sul pezzo, per essere aggiornati. Si sa com’è la vita tecnologica: se non segui il flusso, si rischia l’emarginazione, e sono dolori! Poiché pare che i telefonini di una volta stiano ritornando in auge, qualche azienda, subodorandone l’affare, ha pensato di immetterli nuovamente sul mercato. Come ha fatto HMD Global (Human Mobile Devices), la divisione mobile finlandese della società Nokia che sviluppa dispositivi mobili, smartphone e tablet. Non sono proprio a basso prezzo: alcuni oscillano intorno ai 300 euro.

Non si tratta di una tendenza per pochi eletti, ma rappresenta il 3% del mercato, pari a 2,8 milioni di unità. In maniera quasi beffarda, a rilanciare i telefonini è stato proprio lo smartphone col social TikTok, con un video che riesce, ancora adesso, ad attrarre milioni di visualizzazioni. Viene raccontata la storiella dei vecchi telefonini impolverati, con i numeri della tastiera sbiaditi, da parte di ventenni che esortano gli altri a compiere il grande passo della disconnessione totale! A parole sono tutti bravi, poi in pratica…!

Qualcuno che ha pensato di farlo si è trovato spaesato senza avere le mappe digitali, i programmi con cui interagire con le rispettive interfacce, i pagamenti contactless, la musica, la possibilità di inquadrare un QR Code per consultare il menù di un ristorante. Il fatto è che siamo talmente avviluppati alla tecnologia da essersi trasformata in un’estensione dei nostri sensi e, pur in presenza di tutti i buoni propositi, si resta succubi del suo strapotere.

Tre ragazzi in silenzio, con lo sguardo fisso al telefonino.

In un fumetto di molti decenni fa, protagonisti Paperino e Qui, Quo, Qua, si narrava di una vacanza che il gruppo aveva deciso di trascorrere in un’isola deserta. Ebbene, Paperino la prima cosa che fece fu di cercare una presa elettrica per il televisore che si era portato appresso. Non trovandola, andò su tutte le furie. La stessa cosa accade a tanti di noi quando nel posto di vacanza non c’è connessione.

È un circolo vizioso da cui risulta difficile uscirne, ma se non si inizia da qualche parte, ci annienterà tutti. Non si può trascorrere una vacanza (?) stando sempre con un aggeggio in mano, a vedere amici e conoscenti cosa combinano sui social, incuranti pure del posto dove si è; l’importante è connettersi, il resto conta meno di zero. Ed in questo percorso a ostacoli, intanto la vacanza è finita, senza rilassarsi e con la sensazione di sentirsi più affaticati di prima.

Ormai sono diffuse le teorie e i dati sugli effetti nocivi dell’uso della tecnologia: ansia, depressione, cyberbullismo, isolamento sociale. Quindi bisogna stare attenti e, almeno, in vacanza, lo smartphone buttiamolo nella spazzatura!

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