Ritorna il terrore nel cuore dell’Europa, ucciso l’attentatore ma l’allerta resta alta

L’uomo era sbarcato a Lampedusa. La Procura belga non esclude un legame tra la recrudescenza dello jihadismo in Occidente e il conflitto israelo-palestinese.

Bruxelles – È morto nello scontro a fuoco con la polizia Abdesalem Lassoued, l’attentatore tunisino che ieri sera a Bruxelles al grido di “Allah Akbar” ha ucciso due uomini di nazionalità svedese e ne ha feriti diversi altri prima di fuggire a bordo di un motorino. L’uomo, un 43enne a cui tre anni fa era stata respinta una richiesta d’asilo, è stato rintracciato dagli agenti nel quartiere di Schaerbeek. Durante la sparatoria, durata pochi secondi, Lassoued è stato colpito ed è caduto a terra; accanto a lui è stato trovato il kalashnikov utilizzato durante l’aggressione.

Questa mattina alle 8 il presunto terrorista è stato avvistato nel quartiere di Schaerbeek ed è rimasto ucciso durante il conflitto a fuoco con le forze dell’ordine

L’attentato si era consumato ieri sera poco prima della partita di calcio Belgio-Svezia, valida per la qualificazione ai campionati europei. L’incontro è stato sospeso alla fine del primo tempo: nell’intervallo i giocatori svedesi erano stati messi al corrente della morte dei due connazionali e, sotto choc, si sono rifiutati di tornare in campo.

Dopo il duplice omicidio, Lassoued aveva postato un video in cui sosteneva di aver sparato “per vendicare i musulmani”. La città belga ripiombava così nell’incubo terrorismo. Le autorità dichiaravano quindi lo stato di massima allerta, trattenendo per ragioni di sicurezza i tifosi all’interno dello stadio dal quale sarebbero stati evacuati solo dopo diverse ore.

I tifosi svedesi, terrorizzati, sono rimasti bloccati per ore allo stadio “re Baldovino” per ragioni di sicurezza

Dopo una notte di febbrili inseguimenti e ricerche, stamani verso le 8 la polizia ha ricevuto una “soffiata” che comunicava l’avvistamento dell’uomo nei pressi del bar ristorante marocchino Al Khaima, al 13 di Rue Van Oost, nel quartiere di Schaerbeek. Giunti sul posto, gli agenti hanno cercato di catturare il sospettato e nel breve conflitto a fuoco il tunisino ha avuto la peggio. Trasportato in ospedale e ricoverato in rianimazione, è deceduto poco dopo le 9.30.

Lassoued nel video postato su Facebook poco dopo l’attentato.

Durante la successiva perquisizione dell’abitazione di Lassoued, sita a pochi passi dal bar dove era stato avvistato (e che poi ha abbassato le serrande), gli agenti hanno trovato diverse armi da fuoco e altre sarebbero state rinvenute in un vicino parco pubblico. Dalle prime indagini, ha detto la sindaca di Schaerbeek, Cecile Jodogne, è risultato che il tunisino “frequentava una moschea del quartiere da dove è stato espulso qualche tempo fa per dei commenti radicali”. Altri elementi sui suoi trascorsi sono emersi indagando e setacciando i social. E’ quindi emerso che nel gennaio 2011 Lassoued è stato fotosegnalato a Porto Empedocle per ingresso illegale in Italia, forse dopo essere sbarcato a Lampedusa. Aveva quindi fatto una richiesta di asilo alla Questura di Torino nel 2011, ma poi si era recato in Svezia, da dove sembra sia stato espulso. Rientrato in Italia, nel 2016 a Bologna aveva chiesto di essere ammesso al programma di protezione internazionale ma era stato identificato dalla Digos come radicalizzato: aveva espresso la volontà di aderire alla jihad e partire per combattere. Un video girato nel 2021 lo riprende a Genova e una foto pubblicata sul suo profilo Facebook, ora oscurato, lo ritrae in Piazza Della Vittoria, nel centro del capoluogo ligure, immortalato probabilmente di passaggio mentre si dirigeva in Francia. Infine Lassoued è andato in Belgio, dove sarebbe rimasto fino all’attentato di ieri.

Dal profilo social del tunisino emerge che nel 2021 è stato a Genova, forse di passaggio alla volta della Francia.

Intanto le indagini sull’attentato proseguono senza sosta e a differenza di quanto dichiarato nelle prime ore successive all’attacco, la Procura federale del Belgio non esclude più una possibile correlazione tra l’attentato terroristico e il conflitto israelo-palestinese in corso. Prende sempre più corpo anche l’idea che la scelta di colpire i tifosi svedesi non sia stata casuale: la Svezia è infatti considerata un “nemico” per i musulmani da quando la scorsa primavera la Corte Suprema svedese aveva ribadito la libertà di bruciare il Corano, il libro sacro dell’Islam. Il pronunciamento era avvenuto dopo che nel gennaio scorso un giornalista legato all’estrema destra aveva bruciato una copia del Corano nei pressi dell’ambasciata turca a Stoccolma. Il gesto era stato replicato nel settembre scorso a Malmö, quando diverse copie del Corano sono state bruciate, provocando l’ira e il risentimento di molti musulmani.

Stamani la polizia belga stava “attivamente ricercando” un altro individuo, sospettato di essere un complice dell’attentatore. Nel pomeriggio il procuratore federale belga Frederic Van Leeuw ha dichiarato in conferenza stampa che l’ipotesi al momento più attendibile è che Lassoued abbia agito da solo e fosse quindi un “lupo solitario”. Intanto due persone sono state fermate: al vaglio degli inquirenti ci sono presunti contatti con il sospetto terrorista.

Resta comunque alta l’allerta in Belgio, anche se abbassata in serata da livello 4 (massimo) a 3: sotto controllo soprattutto l’ambasciata svedese e i magazzini Ikea, la nota catena svedese, nei quali la sicurezza è stata aumentata in tutto il Paese. Massima allerta è stata dichiarata anche in Francia, per la partita Francia-Scozia, in programma stasera alle 21 a Lille, e in Spagna.

Aumentati anche i controlli delle forze dell’ordine nei confronti dei migranti che arrivano a Lampedusa, anche se – precisa la Questura di Agrigento – “i nostri controlli rispetto a quelli fatti altrove sono già molto più attenti, specie per alcune provenienze”.

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