Rita Dalla Chiesa

Rita Dalla Chiesa alla carica contro Wikimafia: “Ha sabotato la veglia del 20”

Secondo la parlamentare di Forza Italia l’evento organizzato dall’associazione antimafia no-profit, presentando il libro di Gratteri, sarebbe stato pianificato per distogliere l’attenzione dei cittadini dalla veglia in ricordo delle vittime della mafia. Ma quella giornata non dovrebbe essere di tutti? Perché la bagarre a tutti i costi quando occorre unione e condivisione per combattere il nemico comune?

Milano – “La guerra fra antimafiosi conviene ai mafiosi”, verrebbe da dire: e l’onorevole Dalla Chiesa dovrebbe forse ricordarselo, dopo le pesantissime accuse rivolte all’associazione WikiMafia. Secondo la figlia dell’eroico generale, l’evento di lunedì 20 marzo in cui la Libera Enciclopedia sulle Mafie ha presentato il libro del procuratore Nicola Gratteri sulle mafie internazionali, sarebbe stato un tentativo di distogliere l’attenzione alla Veglia ecumenica con i familiari delle vittime organizzata da Libera nella Chiesa di Santo Stefano e pianificata dalla stessa Dalla Chiesa e dal fratello Nando lo stesso giorno. In un post pubblico su Facebook, la scrittrice parlamentare ha usato toni durissimi. Ma fa veramente bene all’antimafia perdersi in questo genere di querelle?

Nicola Gratteri con il fondatore di WikiMafia Pierpaolo Farina.

Il messaggio su Facebook

L’attivista antimafia ha pubblicato un lungo commento indirizzato alla pagina FB di WikiMafia, e poi “ripostato” per il grande pubblico. In questo, si scaglia contro quello che ha percepito come uno sgarbo:

Rita della Chiesa Wikimafia polemica Facebook
Il commento di Rita Dalla Chiesa sui social

Gli eventi, in effetti, coincidono quasi esattamente: la veglia di Libera iniziava alle 18, stesso orario della conferenza con Gratteri. Alla veglia hanno partecipato oltre 500 familiari di vittime di mafia. Nella lettura di Dalla Chiesa, la conferenza avrebbe avuto lo scopo esplicito di attirare visibilità, addirittura facendo concorrenza alla Veglia nazionale.

In seguito alla pubblicazione del post, nei commenti si scatena l’inferno: chi condivide le posizioni di Dalla Chiesa, chi invece garantisce la probità di WikiMafia e del suo fondatore Pierpaolo Farina. Parte anche una tempesta di messaggi negativi sulla pagina dell’associazione.

La risposta di WikiMafia

L’associazione ha risposto con un lungo comunicato in cui rivendica una lunga storia di collaborazione con i familiari delle vittime di omicidi mafiosi, affermando che l’evento in questione era stato organizzato prima della proclamazione della Veglia di Libera. La data, invece, sarebbe stata scelta per accomodare la fittissima agenda del procuratore Gratteri. Dopo esserne venuti a conoscenza, avrebbero tolto dal programma la lettura dei nomi dei parenti delle vittime, proprie per evitare di entrare in “concorrenza” con la commemorazione nazionale.

Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera

La guerra tra antimafia…

Affermare che i due eventi sarebbero stati in “concorrenza” sembra un’esagerazione. Nella conferenza con Gratteri erano presenti qualche centinaio di persone (probabilmente meno di 400), tra cui moltissimi studenti e certamente nessun parente di vittime della mafia. Non sembra credibile il fatto che la manifestazione di Libera abbia subito danni o scarsa frequentazione a causa della conferenza di WikiMafia.

L’accusa di Rita Dalla Chiesa sembra riflettere una certa arroganza nel modo di gestire una data dall’importanza simbolica elevatissima come quella del 21 marzo, la cui veglia ecumenica del 20 è stata un’anticipazione. Si tratta di “date di tutti”, che chiunque può celebrare a modo suo. Non c’è monopolio alcuno su queste cose. Naturale, dunque, che WikiMafia, associazione culturale, abbia deciso di promuovere un libro, mentre Rita Dalla Chiesa, parente di un’importantissima vittima della Mafia, concorra ad organizzare una veglia funebre.

Il 21 marzo Giornata nazionale delle vittime innocenti di mafia. Manifestazioni in tutta Italia

In un modo o nell’altro, a torto o a ragione, questa sorta di pietosa diatriba ha portato discredito ad entrambe le “fazioni” e, dunque, all’antimafia in generale. Per che cosa? Chi ci ha guadagnato? Forse, proprio la criminalità organizzata che si sarà fatta quattro risate.

Dunque meno polemiche tra gli “influencer” dell’antimafia, meno puerili preoccupazioni sulla popolarità e la frequentazione degli eventi, e più collaborazione: perché come ha ricordato Gratteri nella conferenza tanto chiacchierata, “Le mafie sono unite, mentre l’antimafia è sempre divisa“.

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