L’europarlamentare del M5S interviene: “Non si possono chiudere gli occhi davanti al tentativo in Italia di intimidire la magistratura”.
Roma – “La Commissione europea, in un recente passato, ha dimostrato di avere a cuore l’indipendenza della magistratura e la difesa del potere giudiziario negli Stati membri. Lo dimostrano sia la procedura d’infrazione aperta contro la Polonia a seguito della riforma della giustizia, sia l’attivazione dell’articolo 7 contro l’Ungheria“. Così Giuseppe Antoci europarlamentare del M5S, componente della Commissione Giustizia e Presidente della Commissione Politica DMED del Parlamento Europeo.
“Adesso non si possono chiudere gli occhi davanti al tentativo in Italia di mettere sotto tutela e intimidire la magistratura – continua Antoci. “In una interrogazione presentata alla Commissione europea ho chiesto un intervento per garantire i principi di indipendenza e autonomia del potere giudiziario sanciti dai Trattati europei e minacciati dalla riforma sulla separazione delle carriere e dall’istituzione dell’Alta Corte disciplinare – ancora Antoci”.
“Questo nuovo organismo, infatti, si configurerebbe come un organo ‘autoreferenziale’ visto che sarebbe impossibile l’impugnabilità dei suoi provvedimenti. Il potere disciplinare, così esercitato – continua Antoci – rischia di essere asservito alla politica: da un lato perché nella composizione del collegio si altera l’attuale rapporto tra giudici laici e giudici togati in favore dei primi, scelti, attraverso il sorteggio, dalla politica, dall’altro– ancora Antoci – in ragione dell’estromissione dalla giurisdizione disciplinare della magistratura di merito che, pur essendo quella in prima linea ed esposta agli attacchi della politica per indagini e sentenze sgradite, non avrebbe più alcun rappresentante che ne porti la visione nel campo disciplinare”.
“Le sentenze disciplinari dell’Arta Corte, sostanzialmente inappellabili, potrebbero essere utilizzate dalla politica per rendere la magistratura timorosa nei confronti del potere esecutivo e questo è assolutamente incompatibile con i Trattati europei” – conclude Antoci.