Soru paragona Conte e Schlein a Syusy Blady e Patrizio Roversi, “turisti per caso”, e l’ex premier strimpella e canta Pino Daniele.
Roma – Elezioni che vai, siparietti che trovi. Nell’ultima competizione elettorale sarda che ha portato alla vittoria della pentastellata Alessandra Todde alla guida della Sardegna, non sono mancate parentesi ironiche in stile Gialappa’s band. Perle incorniciate nella storia delle Regionali dell’isola dei 4 mori, tra dichiarazioni politiche e incursioni social dei naviganti. Nella top ten, la definizione dell’ex governatore dem ora candidato della Coalizione sarda, Renato Soru, di Giuseppe Conte e Elly Schlein come “turisti per caso”. L’ex premier e la segretaria dem approdano sull’isola come Syusy Blady e Patrizio Roversi. La relazione tra Syusy e Patrizio, nonostante siano stati grandi compagni di avventure si è interrotta, ma questa è un’altra storia e il matrimonio tra Pd e M5S questa volta s’ha da fare.
In ogni caso Soru, che ha ottenuto appena l’8,7% dei consensi, forse turbato dal distacco ampio da Alessandra Todde, ironizza quando apprende che Conte e Schlein stanno atterrando in Sardegna: “Sono contento del loro turismo qui. Le vittorie hanno sempre tanti supporter e le sconfitte un pochino meno. Lasciamo godere anche a loro questa vittoria. Ci sta“. E infatti i due leader godono della vittoria, godono dei successi di Todde, anche se Conte rivendica velatamente che è la prima governatrice pentastellata.
Prima del risultato ufficiale però, l’ex premier è protagonista di un altro siparietto: un fuori programma che avviene in una sede sarda del Movimento 5 Stelle, mentre lo spoglio elettorale per le regionali prosegue a rilento, per dirla in termini soft vista la lunga maratona. Allora che si fa? Conte imbraccia la chitarra e intonando una famosa canzone di Pino Daniele “Quanno chiove”, strimpella l’auspicio elettorale “Tanto l’aria s’adda cagnà” (Tanto l’aria si deve cambiare). E infatti cambia, e a parlare di “vento del cambiamento”, quasi a proseguire l’invito musicale, sarà Elly Schlein abbracciando la trionfante Todde al comitato elettorale.
Sempre Renato Soru è protagonista di frasi spot e slogan degni di “Mai dire elezioni”, sempre in tema Gialappa’s. Mitico l’affondo al leader M5S diffusa sui social: “Se Conte parla di cozze e bottarga in Sardegna il campo largo ha già perso”. Alla fine, dopo i risultati le cozze e la bottarga hanno portato bene. E ancora l’ex governatore a chi lo accusa di essere ‘l’ego della bilancia’, replica: “L’ego semmai è di chi ha imposto la Todde, quello di Schlein e di Conte, che in Sardegna vogliono sperimentare il campo largo. Io dico che gli esperimenti li dovrebbero fare a casa loro”, aveva detto Soru ospite su Rai Radio1 di “Un Giorno da Pecora”.
Ma non è finita. Il popolo social mentre lo “scrutinio fiume” sardo prosegue a rallenty è degno di stare nella top ten al fianco di Soru e Conte. “C’è un bel ritmo!”. Ed è l’ironia di Ficarra & Picone a sintetizzare perfettamente nella rete, insieme ad una foto di Fantozzi, il ‘ritmo’ dello scrutinio delle elezioni regionali in Sardegna, che procede molto a rilento. ‘L’andamento lento’ – per citare Tullio De Piscopo – dello spoglio elettorale nell’isola scatena il sarcasmo del popolo del web, che si profonde in battute, meme, gag ironiche. Tra gli utenti, diversi personaggi noti: oltre a Ficarra & Picone anche l’autore tv Luca Bottura ironizza postando lo stemma dei 4 Mori, simbolo del vessillo sardo, che al posto delle teste nere mostra quattro rotelline in attesa di collegamento. “Regione Sardegna, il nuovo stemma”, scrive.
“Il 75% delle schede di Cagliari non è stato caricato nel conteggio della regione. Idem il 30% di Sassari. Una buona prima elementare aiuta a fare i conti”, scrive il giornalista del Corriere Tommaso Labate. C’è chi posta uno spezzone dell’ultranovantenne Rose del film ‘Titanic’: “Giovane scrutatrice sarda che torna a casa dopo le elezioni”, scrive l’utente. “Non è uno spoglio ma uno spogliarello. Siamo ancora fermi al guanto”, si diverte un altro. Qualcuno posta un video in cui alcuni uomini della preistoria scrivono sulla pietra: “Gli scrutatori, mentre trascrivono i dati..”, scrivono a corredo delle immagini. Definitivo l’humor di Spinoza: “I sardi campano cent’anni per recuperare il tempo perso durante gli scrutini”.