Il Veneto resta al centrodestra. Fico, Decaro e Stefani oltre il 60%, ma è tracollo dell’affluenza: mai così in basso nelle tre regioni chiamate alle urne.
Si chiude con un sostanziale pareggio politico ma con un dato allarmante la tornata elettorale che ha coinvolto tre regioni chiave. Il centrosinistra conquista Campania e Puglia, mentre il centrodestra mantiene saldamente il Veneto. Tutti e tre i vincitori superano ampiamente il 60% delle preferenze, ma il vero protagonista delle urne è l’astensionismo: l’affluenza crolla sotto il 45% in tutte le regioni, con un calo tra i 10 e i 16 punti rispetto al 2020.
In Campania Roberto Fico, ex presidente della Camera sostenuto dal campo progressista, trionfa con circa il 58% contro il 36,5% di Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri candidato del centrodestra. Una vittoria netta che rappresenta un segnale significativo, considerando che il suo avversario era un esponente diretto del governo Meloni.
La Puglia registra il risultato più schiacciante: Antonio Decaro, europarlamentare del Pd ed ex sindaco di Bari, ottiene quasi il 69% contro il 28,8% dell’imprenditore Luigi Lobuono. Un plebiscito che conferma il radicamento del centrosinistra nella regione dopo vent’anni di amministrazione.
In Veneto Alberto Stefani, candidato del centrodestra, conquista il 61,3% superando nettamente Giovanni Manildo del centrosinistra, fermo al 30,5%. Una conferma per la coalizione di governo, anche se lontana dai numeri stellari di Luca Zaia.
I dati definitivi raccontano un’ecatombe della partecipazione: in Campania ha votato il 44,06% degli aventi diritto contro il 55,52% del 2020, in Puglia il 41,83% contro il 56,43%, in Veneto il 44,64% contro il 61,16%. Quasi uno su due degli 11 milioni e mezzo di cittadini chiamati alle urne ha scelto di restare a casa.
“Grazie a tutti i cittadini campani per una scelta netta, forte e importante che ci riempie di responsabilità”, ha affermato Roberto Fico, promettendo un lavoro saldo e trasparente per la coalizione.
Dal fronte del centrodestra, Giorgia Meloni ha congratulato Alberto Stefani definendo la vittoria in Veneto “frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione”. La premier ha anche augurato buon lavoro a Decaro e Fico.
Giuseppe Conte, leader del M5S, ha commentato con soddisfazione: “Mentre loro saltano, noi vinciamo le elezioni”.
Il bilancio appare come un pareggio tra le forze politiche dietro il governo Meloni e i partiti di opposizione in vista delle politiche del 2027. Due regioni a testa mantengono sostanzialmente inalterati gli equilibri, anche se il centrosinistra può rivendicare di aver battuto un candidato governativo in Campania.
Nel Veneto emerge un dato significativo sul fronte interno al centrodestra: Fratelli d’Italia si attesta tra il 24-28%, la Lega tra il 22,5-26,5%, mentre Forza Italia cresce tra il 6-8%. In Puglia si profila addirittura il sorpasso di Forza Italia sulla Lega come secondo partito della coalizione, segnando un riequilibrio interno alla maggioranza.
Questa tornata elettorale chiude definitivamente l’era dei tre “uomini forti” che hanno dominato per anni la politica regionale: Luca Zaia in Veneto, Michele Emiliano in Puglia e Vincenzo De Luca in Campania. Tutti e tre impossibilitati a candidarsi per il limite dei mandati, lasciano il posto a una nuova generazione di amministratori che dovranno affrontare sfide complesse, dalla sanità all’economia, in un clima di crescente disaffezione dei cittadini verso la politica.