Reddito equo per gli agricoltori europei: le misure annunciate da von der Leyen

Carlo Besostri, alla guida di SEED-Italia, accoglie positivamente quanto anticipato nel corso delle Giornate agroalimentari dell’Ue.

Bruxelles – Contratti scritti obbligatori, norme rafforzate contro le pratiche commerciali sleali e canali di mediazione tra agricoltori e la grande distribuzione sono le proposte annunciate in Europa dalla presidente Ursula von der Leyen per tutelare il settore dalla morsa della grande distribuzione, assicurando alle piccole aziende agricole il giusto margine di profitto. “Gli agricoltori sono spesso l’anello più debole della catena e a volte non hanno altra scelta che vendere i prodotti al di sotto dei costi di produzione, e non può essere così”, ha osservato von der Leyen, prefigurando misure destinate a rafforzare “il ruolo degli agricoltori nelle contrattazione nei confronti di chi fa i prezzi”. Misure a cui plaude Carlo Besostri, imprenditore agricolo del settore risicolo della Lomellina, che in nome di un modello di agricoltura fortemente legata al territorio ed ecosostenibile, ha realizzato, diventandone il presidente, l’impresa sociale S.E.E.D.

Parliamo dunque di reddito equo e di un primo passo verso l’accoglimento delle richieste degli agricoltori europei protagonisti della “rivolta dei Trattori”?

“Gli agricoltori in tutta Europa hanno sfilato e attraversato regioni e paesi con le loro macchine agricole, anche io l’ho fatto nel mio territorio e nelle regioni del Nord racconta Besostri – proprio per rendere partecipe la popolazione dell’importanza della nostra battaglia. La reazione della gente è stata sorprendente, ci applaudivano ai bordi delle strade, ci incoraggiavano. Una battaglia che non era solo nostra, ma di tutti. Regole certe, sicurezza alimentare, reddito equo. Nella protesta dei trattori c’era tutto questo e non posso che apprezzare i passi in avanti annunciati in Europa. Il cammino è lungo ma intanto un primo miglio è stato percorso”.

L’imprenditore agricolo Carlo Besostri, presidente di SEED Italia

Un annuncio quello delle nuove misure da parte di von der Leyen arrivato durante le Giornate agroalimentari dell’Ue. Quanto è importante trovare una politica comune in Europa sull’agricoltura?

“Vogliamo tutelare il futuro del settore e insieme quello del made in Italy, a garanzia dei consumatori – aggiunge l’imprenditore – Made in Italy che dovrebbe diventare Made in Europe. Servono garanzie immediate e maggiori tutele dagli eventi climatici estremi, dal caro energia, dalle epidemie come l’aviaria ed altre, e dalla concorrenza sleale del resto del mondo. Tutti sappiamo che il costo delle materie prime e dei carburanti aumentano di giorno in giorno mentre i prodotti finiscono sul mercato allo stesso prezzo ormai da troppi anni. Gli agricoltori italiani, oltre a condividere le istanze dei colleghi europei, chiedono una maggiore protezione del Made in Italy e lotta senza quartiere alle speculazioni…”.

La battaglia degli agricoltori europei a Bruxelles

Serve una maggiore attenzione da parte dell’Europa sul controllo delle importazioni, ma anche sull’etichettatura dei prodotti?

“Di certo fermare le importazioni è impossibile e non è un toccasana per l’economia perché ferma i mercati e mette in crisi le aziende e le famiglie – conclude BesostriOccorrerebbe invece creare due mercati paralleli: uno basato sul Made in Italy e sul Made in Europe, che offre prodotti tracciabili, sani e la cui qualità è garantita dal rispetto delle normative vigenti; l’altro proporrà i prodotti d’importazione da Paesi in cui le regole di produzione sono diverse e meno rigide. I prodotti dovranno essere contraddistinti con un’etichettatura chiara: in questo modo si tutela il settore, non si blocca il mercato e il consumatore saprà sempre cosa mangia e potrà decidere di conseguenza“.

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