Il più grande carrozzone politico dell’informazione non si smentisce: alla porta Filippo Facci e Roberto Saviano. Al di là delle ragioni “tecniche”, se ve ne sono, che hanno determinato l’allontanamento dei due personaggi la Rai, quando si cambia casacca, è solita eliminare gli indesiderabili. E’ la politica bellezza…
Roma – Epurazioni in Rai, ricomincia la partita. La commissione di vigilanza sembra spaccarsi sul codice etico applicato a Facci e Saviano, due differenti rovesci della medaglia o lo stesso metodo applicato a differenti situazioni, che nell’uno o nell’altro caso hanno un comune denominatore: lo stile professionale e le radici politiche diverse dei due professionisti.
In ogni caso si cercadi differenziare le vicende per salvarne qualcuna attribuendo, come nel caso di Saviano, matrici politiche vendicative e farneticazioni sull’indebolimento della lotta alla mafia. Tutto fa brodo. In entrambi i casi i giudizi dei due “epurati” sono avvenuti fuori dalla tv di Stato.
Questo il tema ma non è stato affrontato. Comunque stiano le cose siamo di fronte una realtà che non esamina i prodotti e le impostazioni dei due programmi, almeno in questi casi, ma censura il pensiero dei due potenziali conduttori, su alcune valutazioni personali che riguardano fatti diversi che hanno l’unicum di essersi espressi uno (Facci) sul caso del figlio di La Russa e l’altro (Saviano) su Salvini e la sua maggioranza. Il problema della sospensione del programma non è come viene veicolato e condiviso, in massima parte dai “social”, che è stato posto un veto al programma di Saviano. Lo stop è solo in relazione alla sua persona per un fatto etico, di stile, di offese all’attuale governance, forma che è sostanza.
Può dispiacere, ma se vi sono delle linee deontologiche da seguire non vi possono essere ripiegamenti. La vicenda Facci desta allora ancora più perplessità rispetto a Saviano. In ogni caso, non si può dire che vi siano stati due pesi e due misure da parte della dirigenza Rai, considerate le radici ideologiche diverse di ognuno dei due. Penso, piuttosto, che sia Facci che Saviano, che hanno espresso le loro opinioni fuori dai contesti televisivi, possano nel proprio ambito essere un arricchimento culturale. Detto ciò, è necessario misurarsi con le norme etiche che disciplinano la Rai.
In qualunque modo, la tentazione è di fare chiunque “l’azzeccagarbugli” e di strumentalizzare a proprio piacimento le vicende tenendole lontane l’una dall’altra. Poco importa che trattasi di un prodotto già registrato e concluso o di un programma ancora da inserire nel palinsesto. Il problema è trasversale. Comunque, per adesso, il programma di Saviano (che di fatto non è stato censurato) resta cancellato, ma potrebbe riapparire con il favore dell’oblio, in altri momenti. Continuare, però, ad assolvere uno a discapito dell’altro, non fa bene. Il codice etico è unico in Rai. Comunque, al fine di avere una visuale completa, ecco ciò che ha affermato Facci sul caso che vede coinvolto a Milano il figlio del presidente del Senato, Leonardo Apache:
“Le sofisticate scienze forensi non impediscono che alla fine si scontri una parola contro l’altra, e che, nel caso, risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa e che perciò ogni racconto di lei sarà reso equivoco dalla polvere presa prima di entrare in discoteca”. Vediamo il caso Saviano.
La reazione primaria di Salvini è partita dall’annuncio della candidatura di Carola Rackete, ex comandante dell’imbarcazione Sea Watch 3, alle prossime elezioni europee, e su ciò il ministro ha ironizzato sulla sua discesa in politica con la sinistra. In difesa dell’attivista tedesca è intervenuto Saviano, definendolo “…il ministro della Mala Vita… e che è stato protetto dai suoi sodali in Parlamento”. Guadagnandosi, in tal modo, un’altra querela ed aggiungendo che “le bande parlamentari che lo difendono sono la forza delle sue menzogne”. Alcuni dicono che le due decisioni non si possono mettere sullo stesso piano. Invece lo sono sul piano etico. I due casi sono, in effetti, una cartina di tornasole. Questo il vero dramma. Ma la Rai è sempre la Rai. E non si smentisce mai.