Quell’amore “bestiale” dei politici per gli animali: Brambilla, Costa e gli altri

Nella Giornata Mondiale in cui si celebrano i migliori amici dell’uomo il pensiero va a Dudù, Barsuk e ai 4 zampe famosi dei leader.

Roma – Michela Vittoria Brambilla, Sergio Costa, vicepresidente della Camera e ex comandante del Corpo Forestale, Matteo Salvini e tanti altri. La politica “sposa” la causa della tutela del mondo animale. Nella Giornata Mondiale i cui si celebrano la loro protezione, i loro diritti e il loro benessere, sono tanti gli esponenti degli scranni del Parlamento ad aver fatto di questa battaglia un punto di forza. Lo sa bene la “regina” della salvaguardia dei nostri amici a 4 zampe. “Dalla parte degli animali”, il primo programma animalista da lei ideato con Silvio Berlusconi e giunto alla nona edizione ne è la più grande testimonianza. In onda la domenica alle ore 10.05 su Rete 4, la trasmissione è co-condotta dalla figlia Stella Sofia. 

Presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali, Brambilla ha combattuto contro l’abbattimento dell’orsa Kj1 in Trentino, ha mostrato tutta la sua rabbia e tristezza quando nel borgo dolomitico di Pecol, nel comune di San Tomaso Agordino (Belluno), è stato brutalmente ucciso per mano di un cacciatore “Bambotto”, l’esemplare di cervo di sette anni che era la mascotte del paese e viveva in simbiosi con la gente. E ancora, la sua battaglia contro i test in vivo, per non avere più animali torturati in nome della scienza. Infine protagonista nel caso Green Hill, che rappresenta il più grande caso di mobilitazione popolare degli ultimi anni. Grazie anche all’interesse degli italiani e dei media che hanno seguito e sostenuto con convinzione la battaglia animalista, l’ultimo allevamento in Italia di cani beagle destinati alla sperimentazione è stato chiuso.

Michela Vittoria Brambilla e Silvio Berlusconi con Dudù e gli altri

La struttura di Montichiari era oggetto da tempo di esposti per irregolarità amministrative e reati contro gli animali. L’onorevole Michela Vittoria Brambilla vi fece un “blitz” quand’era ancora ministro, nel 2011 e, successivamente, l’allevamento fu “violato” da alcuni manifestanti animalisti che il 28 aprile 2012 liberarono decine di cani. Seguirono manifestazioni e cortei di protesta in varie città italiane, compresa Roma (10 mila persone riunite nella capitale il 16 giugno 2012): la maggiore mobilitazione animalista degli ultimi anni. Il 9 novembre 2015 il Tribunale di Brescia condannò 12 degli “assaltatori” per furto aggravato.

Ma c’è un ex comandante del Corpo Forestale che oggi veste i panni della vicepresidenza della Camera che è diventato paladino di molte battaglie dalla parte degli animali. Sergio Costa, che sta sollecitando da mesi un “intervento normativo che garantisca una gestione adeguata degli animali vittime di reati di maltrattamento e abbandono”. In una lettera inviata al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, Costa ha citato i dati della ricerca dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV. I procedimenti relativi al maltrattamento di animali costituiscono circa il 30,08% dei casi registrati, seguiti dall’abbandono o detenzione in condizioni incompatibili con il 16,48% e dai reati venatori con il 13,50%.

Sergio Costa

Attualmente, come fa notare il parlamentare, “non esiste una procedura standardizzata, e una rigida interpretazione della normativa potrebbe ostacolare l’affidamento degli animali”. Costa ha proposto la modifica del Codice di procedura penale per consentire un trattamento adeguato degli animali sequestrati, considerando anche la recente evoluzione normativa e giurisprudenziale che riconosce gli animali come esseri senzienti. Ha sottolineato l’importanza di un atto di indirizzo ministeriale che consenta di svincolare la sorte degli animali dagli esiti del procedimento penale, utilizzando strumenti come l’articolo 260, comma 3 del Codice di procedura penale, che prevede l’alienazione delle cose deperibili oggetto di sequestro.

“La gestione degli animali sequestrati dovrebbe prevedere l’affidamento a soggetti qualificati, come associazioni ambientaliste o animaliste, o a privati che offrano garanzie di affidabilità”, ha aggiunto Costa. Che ha citato a questo punto esempi virtuosi come il caso Green Hill e l’intervento nel Casertano, dove migliaia di cani sono stati affidati a nuove famiglie e associazioni di tutela animale. L’ex ministro dell’Ambiente gode da sempre dell’apprezzamento di animalisti e ambientalisti. Già comandante del Corpo Forestale in Campania, la sua indagine più nota è stata quella sui rifiuti nella Terra dei Fuochi, la piana agricola del Casertano tristemente conosciuta anche grazie alla sua attività investigativa. L’Ente Nazionale Protezione Animali lo apprezza anche per “l’impegno da sempre profuso nelle attività di prevenzione e di contrasto delle ecomafie e dei reati contro gli animali. Specie quelli legati al bracconaggio, che, per il nostro Paese, rappresenta una vera piaga, anche per la contiguità con il mondo della criminalità organizzata”.

Matteo Salvini contro l’abbandono degli animali

E ancora, il leader della Lega e vicepremier che sui social, si fa ritrarre spesso e volentieri in compagnia dei nostri amici a quattro zampe. Ha fatto di più, oltre i selfie. Ha avviato una campagna contro l’abbandono e ha fatto prevedere un innalzamento della pena fino a 7 anni – nel codice della strada – per chi li abbandona per strada. Un reato già presente nel Codice della Strada che prevede l’arresto fino a un anno o in alternativa l’ammenda fino a 10.000 euro. La riforma prevede l’applicazione delle stesse pene previste per l’omicidio stradale quando l’abbandono di animali provoca incidenti con feriti o morti. In particolare, si rischieranno da 2 a 7 anni di reclusione se il sinistro provoca vittime, da 1 a 3 anni in caso di lesioni personali gravissime e da 3 a 12 mesi per le lesioni gravi. In alcuni casi anche la sospensione della patente.

E ancora, nella politica “pet friendly” non può essere tralasciato il rapporto speciale dei leader politici con i loro amici a 4 zampe. Lulù, Empy, Dudù, Barsuk. I cani sono i migliori e più fedeli amici dell’uomo, ma anche dei volti di Montecitorio e Palazzo Madama. E questo riguarda anche i capi di governo italiani, spesso avvistati con i loro animali: nel centrodestra, tra i ‘pet’ più famosi c’è sicuramente Dudù, il barboncino di casa Berlusconi, tornato ora sotto i riflettori perché affidato alle cure di Marta Fascina, la compagna del Cav. Ma poi ci sono anche Dudina e la ciurma “pelosa” del Cavaliere. Poi ci sono i gatti della premier Giorgia Meloni: Micia, tigrata e a pelo lungo e lo Scottish Fold Martino.

Massimo D’Alema porta a spasso il suo cane, Roma, 19 aprile 2013.

L’ex premier Mario Draghi è stato avvistato mentre portava a passeggio il suo bracco ungherese Barsuk. Un altro tecnico, Mario Monti, fece clamore quando nel 2013 gli fu messo in braccio da Daria Bignardi in diretta tv, durante una puntata de Le invasioni barbariche, un trovatello e lo chiamò Empy. Nel centrosinistra, grande amante dei cani è Massimo D’Alema. Fu il primo a farsi immortalare con il suo cane, Lulù, un labrador, nel 2000. A casa Schlein vive il cane della compagna della segretaria del Pd, Paola Belloni, un cucciolo meticcio, di nome Pila. Anche il leader del M5s, Giuseppe Conte, quando era a palazzo Chigi, si concesse un pò di relax domenicale postando una foto in cui, sdraiato su un prato, giocava con due cuccioli. 

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