Che cosa ha spinto Stefania Russolillo ad uccidere Rosa Gigante, madre del noto tiktoker salumiere Donato Di Caprio? La donna dopo le parziali affermazioni avrebbe ritrattato ma gli indizi a suoi carico sono pesanti. Era in cura al servizio di igiene mentale.
NAPOLI – Il perché abbia ammazzato l’anziana ipovedente è ancora tutto da scoprire. Fatto sta che Stefania Russolillo, 47 anni, con problemi psichiatrici, è indiziata di omicidio volontario per la morte di Rosa Gigante, 72 anni, madre del noto tiktoker salumiere Donato Di Caprio. L’anziana è stata ritrovata cadavere nel pomeriggio dello scorso 18 aprile, nel suo appartamento di via Vicinale Sant’Aniello, nel popolare quartiere Pianura di Napoli. A dare l’allarme alla polizia sarebbe stato il convivente dell’attuale indagata che al rientro in casa della compagna avrebbe sentito profferire un paio di frasi secche ma inequivocabili: ”Ho commesso un guaio…Ho ucciso Rosa e l’ho bruciata”.
La vittima era riversa nel pavimento del tinello e ad una prima ricognizione cadaverica pare presentasse una ferita da arma impropria ovvero un corpo contundente al capo, segni di strangolamento sul collo probabilmente causati da un tubo di gomma per aerosol rinvenuto sulla scena del crimine e tracce di combustione su vestiti ed epidermide. Il delitto dunque si sarebbe consumato al culmine di una lite fra le due donne per futili motivi. Scattavano subito le indagini ad opera della Squadra Mobile partenopea, diretta da Alfredo Fabbrocini, e coordinate dal Pm Maurizio De Marco.
Gli investigatori dunque ponevano sotto stato di fermo Stefania Russolillo che, secondo una prima ricostruzione dei fatti, si sarebbe recata in casa della vittima per chiederle il perché le avesse ancora una volta preso la posta. Poi il violento alterco al termine del quale c’è scappato il morto. Fra le due donne non correva buon sangue ed i litigi, specie per motivi condominiali, erano all’ordine del giorno, a sentire i vicini di casa.
Eppure pare che la vittima fosse una persona tranquilla e piuttosto nota fra i caseggiati popolari perché mamma di Donato De Caprio, il salumiere napoletano diventato famoso sui social network, in particolare su TikTok, con lo slogan «Con mollica o senza?» diventato poi il nome della sua salumeria di via Pignasecca che ha inaugurato due mesi fa. La presunta assassina, attualmente reclusa e difesa dall’avvocato Raffaello Scelsi, davanti al Gip Tommaso Perrella avrebbe fatto solo parziali ammissioni seguite da tutta una serie di non ricordo e ritrattazioni:
”Non ho mai detto di aver ucciso quella donna – avrebbe riferito Russolillo ai magistrati durante l’interrogatorio di convalida del fermo – sono stata aggredita per la storia delle bollette perché mi aveva detto che non erano arrivate…Poi le ho dato una spinta ed è caduta all’indietro”.
L’indagata per omicidio volontario che potrebbe diventare premeditato per via di un video diffuso in rete che la ritrae dietro le sbarre registrato prima dell’omicidio, risulta essere in cura presso il locale ambulatorio di igiene mentale per patologie psichiatriche. Stefania Russolillo aveva postato un video su TikTok, subito diventato virale, che la ritrae dietro le sbarre di una cella mentre esclama con voce maschile artefatta da una nota applicazione:
“Quanti anni mi hanno dato? Trenta, ma sono contento, ne ho 48…”. Per questa frase infatti la donna rischia l’aggravante della premeditazione qualora venisse provata ma i dubbi sull’ipotesi contraria sono assai pochi:” ll corpo della signora è stato trovato supino con segni di violenza e parzialmente bruciato, con un cavo all’altezza del collo – ha detto Fabbrocini – al momento non sono note le causa del decesso. Dobbiamo aspettare l’autopsia. Per quanto riguarda l’indagata ha fatto parziali ammissioni sull’accaduto, l’individuazione delle sue responsabilità sono giunte grazie alle testimonianze di altre persone presenti nel palazzo…Le bruciature sono state causate da un liquido infiammabile, nel corso di un tentativo di darle fuoco… Rosa Gigante avrebbe rimproverato Stefania Russolillo che l’accusava di prendere la sua posta. Abbiamo ragionevoli sospetti che a uccidere sia stata l’indagata”.
In casa della vittima sarebbe stato rinvenuto anche un pezzo di tubo del gas che potrebbe essere stato utilizzato dall’assassino per soffocare la vittima. Gli accertamenti scientifici proseguono in attesa dell’esito dell’esame autoptico: ”Aspetto che si sappia la verità – dichiara Donato Di Caprio – in questo momento la priorità è la famiglia ed essere da esempio ai figli…Se crollo io, crolla tutta la famiglia”.