Quando il lusso corre troppo… finisce fermo ai box della Finanza

Un parco di auto e moto da oltre tre milioni di euro sequestrato per presunte violazioni doganali e fiscali.

Savona – I militari del Comando provinciale, unitamente a personale dell’Ufficio antifrode dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, hanno eseguito, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, il sequestro preventivo di un parco di auto e motoveicoli di lusso, rilevati all’interno di una villa signorile e di un castello nei comuni di Andora e Borghetto Santo Spirito, ritenuti, all’esito di complesse indagini, durate circa un anno, in posizione di contrabbando aggravato (artt. 110 c.p., 78 e 88, co. 3, D.Lgs. 141/2024) e di evasione dell’I.V.A. all’importazione (art. 70 D.P.R. 633/1972).

Finanzieri e funzionari doganali, in attuazione del recente protocollo d’intesa, stipulato a livello centrale, nel corso dell’operazione di servizio, hanno effettuato, per svariati mesi, un’attività di ricognizione congiunta degli autoveicoli con targa extra-unionale, insistenti nel Ponente ligure, rinvenendo, in particolare, un rilevante parco di auto e motoveicoli, taluni rarissimi pezzi da collezione, a marchio BMW, Cadillac, Mercedes e Maybach Motorenbau, nella disponibilità di una famiglia di imprenditori stranieri, del valore stimato in oltre tre milioni di euro, aventi targhe extracomunitarie; i mezzi coinvolti nella frode, in particolare, sono rimasti sul territorio italiano per un periodo superiore ai sei mesi, limite massimo previsto per lo sdoganamento e il conseguente pagamento dei diritti di confine e dell’I.V.A. all’importazione.

Le successive analisi, condotte grazie all’ausilio delle fonti aperte, delle banche dati in uso al Corpo e all’agenzia, ad acquisizioni documentali e a mirati appostamenti, hanno consentito di ricondurre la disponibilità dei veicoli di lusso in capo a quattro persone fisiche di nazionalità russa, imprenditori nel settore edile e bancario, residenti in Italia da diversi anni, i quali, però, non avevano mai optato per l’adesione ai regimi di ammissione temporanea (artt. 250 e ss. Reg. UE 952/2013) e di importazione in franchigia (art. 3 e ss. Reg. CE 1186/2009) dei prefati beni nel territorio dell’Unione Europea.

Al termine delle attività di indagine, pertanto, gli stessi, ritenuti autori dei reati sopra descritti, sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica per la fattispecie di contrabbando per omessa dichiarazione aggravata, in quanto l’ammontare del dazio per la dichiarazione doganale omessa, in riferimento a tutti i veicoli, era superiore ai 50.000 euro e, contestualmente, è stata richiesta l’esecuzione di perquisizioni e sequestri. Una volta concluse le operazioni di polizia giudiziaria, la locale Procura, condividendo le ipotesi investigative, ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini per la successiva eventuale richiesta di rinvio a giudizio. I provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità degli indagati, non essendo stata assunta alcuna decisione di merito definitiva sulla responsabilità delle persone sottoposte ad indagini.

Sulla base degli elementi investigativi raccolti è stata infine avviata a cura delle Fiamme Gialle savonesi un’ispezione finalizzata a verificare la regolarità della complessiva posizione fiscale del nucleo familiare coinvolto dalle attività in parola.